venerdì, Aprile 19, 2024

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TrigNO: “Creo la mia musica senza l’ossessione di piacere” – INTERVISTA

A tu per tu con il giocane cantautore astigiano, fuori con il suo nuovo singolo intitolato “Conto su di te

Tempo di nuova musica per Pietro Bagnadentro, meglio conosciuto semplicemente come TrigNO, artista classe 2002, in uscita con il singolo “Conto su di te”, che arriva a pochi mesi dal precedente “Lento“. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Pietro, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Conto su di te”, cosa racconta?

«“Conto su di te” è un brano che ho scritto ricordando l’inadeguatezza provata durante alcune situazioni vissute in passato. Non è rivolto ad una persona in particolare, ma ad una persona ideale».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso della canzone? 

«“C’è il sole dopo la tempesta” è la frase centrale della canzone, perché racchiude appieno i concetti che volevo esprimere in modo diretto quanto potente. Dopo alcuni eventi negativi ho cercato sempre di rimanere il più positivo possibile per cercare di superarli».

A cosa si deve la scelta di farlo durare “solo” due minuti?

«La scelta della brevità della canzone è data da 3 motivi: il primo è cercare di far risaltare il più possibile la prima strofa, il secondo creare qualcosa di diretto per esprimere al meglio ciò che volevo dire, il terzo rimanere molto spontanei e genuini. Ho deciso di mantenere il brano nella sua forma originaria, così com’è nato». 

Dal punto di vista musicale, come siete arrivati a questo tipo di sound?

«È un periodo di grandi cambiamenti, sia a livello personale che musicale. A settembre mi trasferirò in un’altra città in modo da essere a contatto con nuovi ambienti. Sicuramente la musica ne trarrà benefici perché i cambiamenti sono fondamentali in un percorso musicale. Questo periodo mi ha dato la possibilità di capire meglio me stesso e sviluppare nuove tecniche di scrittura in modo da trasmettere in maniera più diretta ciò che voglio dire».

Facciamo un salto indietro nel tempo, c’è stato un momento preciso in cui hai capito che tu e la musica eravate fatti l’uno per l’altra?

«In realtà non so se c’è stato un momento preciso in cui l’ho capito. La musica è il mezzo con cui mi esprimo, non ha secondi fini. Non ho un obiettivo preciso, se non quello di divertirmi ed emozionarmi».

Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato il tuo percorso?

«Da piccolo ho sempre ascoltato rock e pop. Spaziavo dai Guns N’ Roses a Michael Jackson, ora invece ascolto molto più rap sia americano, come Lil Tjay, Polo G, Juice Wrld, A Boogie Wit da Hoodie, che italiano e francese. Cerco di ascoltare generi diversi per ampliare il più possibile il mio bagaglio musicale». 

A cosa si deve la scelta del tuo nome d’arte?

«I miei amici hanno l’abitudine di storpiare i nomi. Il mio è Pietro e quando giocavo a calcio automaticamente venivo chiamato Pietrigno, che poi è diventato Trigno con il tempo. Da qui il mio nome d’arte». 

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?

«Abbiamo tanti brani pronti e nuove idee, al momento giusto pubblicherò un progetto che racchiuda tutto».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«La mia musica si rivolge ai ragazzi della mia generazione, ma spesso mi è capitato di confrontarmi con persone più grandi di me che avevano apprezzato e condiviso le mie idee. Ovviamente l’obiettivo è quello di arrivare a più persone possibili, ma non ho la presunzione di piacere a tutti, né la necessità di farlo, per cui continuerò a creare musica senza l’ossessione di piacere».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.