giovedì 24 Ottobre 2024

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Ultimo e il manifesto plurigenerazionale de “Il ballo delle incertezze”

E’ uno degli otto protagonisti delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2018, con un brano ricco di sfumature e carico di parole dense di significato

Reduce dallo straordinario successo del suo primo concerto alla Santeria Social Club di Milano, per Niccolò Moriconi, alias Ultimo, si avvicina il giorno del debutto sul palco dell’Ariston di Sanremo con “Il ballo delle incertezze, in gara tra le Nuove Proposte. Diventato un fenomeno senza l’ausilio dei media e senza aver partecipato ad alcun talent show, il successo del giovane cantautore romano è da attribuire alla forza del suo linguaggio e alla capacità di realizzare una musica adulta che piace ai millennials. «Quando ho scritto il pezzo ho voluto puntare su chi è come me – racconta il 21enne – il brano rappresenta chi non ha un domani nella società, chi ha più domande che risposte, chi ha perso rischiando. È il mio ennesimo attestato che tende la mano a chi è stato emarginato».

A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del suo album d’esordio intitolato “Pianeti”, Ultimo è già una realtà della nuova scena cantautorale italiana, un artista e un musicista completo nonostante la sua giovane età, che mescola la melodia alle parole con estrema abilità. Chi lo definisce un “rapper” pecca di estrema superficialità, dato che nelle sue canzoni il parlato figura in alcune strofe o solamente nel bridge (come nel caso de “Il ballo delle incertezze”), a dimostrazione del fatto che si può parlare con un linguaggio diretto e comprensibile al pubblico giovanile anche attraverso la luminosità musicale di un sound arioso e orecchiabile/cantabile. Comunque vada a finire il Festival di Sanremo, la sua sarà una parabola in ascesa, la storia di un ragazzo predestinato che ha affrontato e sconfitto i suoi fantasmi, arrivando ad insegnarci come nella musica anche il silenzio sa parlare.

Il ballo delle incertezze | Video

Il ballo delle incertezze | Testo

Ho perso tempo per guardarmi dentro e
ho sistemato qualche mia abitudine
ma poi la sera arrivava ed io
mi chiedevo dov’è il senso
se c’è un senso a tutto questo
ho perso tempo per guardarti dentro e
ti ho dedicato il cuore tra le pagine
ma poi la sera arrivava ed io
mi chiedevo dov’è il senso
se c’è un senso a tutto questo

Senti
non c’è bisogno di parlare
dalla serranda scende il sole
e noi ci siamo accontentati

Ma ci sarà
il ballo delle incertezze
ci sarà
un posto in cui perdo tutto
che per stare in pace con te stesso e col mondo
devi avere sognato
almeno per un secondo
e ci sarà
tra la gente che aspetta
chiunque ha
rischiato tutto ed ha perso
che per stare in pace con te stesso e col resto
puoi provare a volare
lasciando a terra te stesso

Ho camminato in equilibrio su di me
mischiando il tuo sorriso alle tue lacrime
ma la coscienza non si spegne ed io
mi chiedevo dov’è il senso
se c’è un senso a tutto questo e
ho respirato sui tuoi battiti lenti e
adesso vivi, sì ma dentro un’immagine
ricordo c’era il vento ed io
mi chiedevo dov’è il senso
se c’è un senso a tutto questo

E ci sarà
il ballo delle incertezze
ci sarà
un posto in cui perdo tutto
che per stare in pace con te stesso e col mondo
devi avere sognato
almeno per un secondo
e ci sarà
tra la gente che aspetta
chiunque ha
rischiato tutto ed ha perso
che per stare in pace con te stesso e col resto
puoi provare a volare
lasciando a terra te stesso

So di momenti
quelli persi a dare un senso forse
mi chiedi perché fragile
sono diverso forse
ero un bambino
e stavo in cortile
respiravo piano
ho sempre rinchiuso
vita e sogno
nel palmo della mano
sono presente
ancora oggi
nel ballo delle incertezze
dove ti siedi
e più sei poco e più ti senti grande
incontro me stesso
e poi gli chiedo se vuole ballare
ferma la musica
che il silenzio adesso sa parlare

E ci sarà
il ballo delle incertezze
ci sarà
un posto in cui perdo tutto
che per stare in pace con te stesso e col mondo
devi avere sognato
almeno per un secondo
e ci sarà
tra la gente che aspetta
chiunque ha
rischiato tutto ed ha perso
che per stare in pace con te stesso e col resto
puoi provare a volare
lasciando a terra te stesso

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.