“Un angelo legato a un palo” di Veruska: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Un angelo legato a un palo” di Veruska
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2004 con “Un angelo legato a un palo” di Veruska.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Un angelo legato a un palo” di Veruska
Oggi facciamo un balzo indietro nel tempo al 2004, al primo Sanremo dell’era del televoto. In gara c’erano soltanto due donne, se escludiamo Mietta e le Las Ketchup considerate ospiti, vale a dire Linda e Veruska, di cui ci occuperemo oggi.
La sua “Un angelo legato a un palo”, traccia che ha poi dato il nome al suo secondo e ultimo omonimo album, vanta la prestigiosa presenza di Mogol che firma il testo, mentre la musica è composta sai fratelli Gianni e Rosario Bella.
Il titolo, curioso e poetico, apre le porte a una narrazione intima e simbolica, che parla di dolore, abbandono e rinascita. La protagonista si scopre improvvisamente sola e sospesa, proprio come un “angelo legato a un palo”, un’immagine potente che incarna l’impotenza e la fragilità.
La voce di Veruska, al tempo giovanissima ma già sicura, riesce a rendere credibili parole complesse e grandi, e a portare in scena una femminilità sofferente. “Un angelo legato a un palo” è il canto di chi è caduto ma ha scelto di non restare al suolo.
Il testo di “Un angelo legato a un palo” di Veruska
Tu mi parlavi ed io
ti credevo sincero
troppo stupida
Ogni parola tua,
specialmente di sera,
mi portava via…
Mi portava via…
Quanto è cresciuto il bene
questo bene vivendo insieme…
Quanto tu mi manchi adesso amore
mi sorprende…
Dentro il mio cuore sai,
è scoppiate una bomba
devastante credi…
Proibito piangere…
Su quei giardino ormai
più nessuna colomba.
Vien da piangere…
Vien da piangere…
Senza piangere, sola
come un passero sopra un melo
come un angelo legato a un palo.
Sola…
Da sola,
II mio cuore adesso vola
leggero…
E conosce nel dolore l’amore
e mi vien voglia di aiutare
e viene voglia di pregare
e mi vien voglia di allargare
le mie braccla a tutti.
sola
da sola
il mio cuore adesso vola.
Tu camminavi ed io
sono rimasta schiacciata.
io lucertola,
sei incolpevole, lo so
stavo distesa lì
proprio al sole nel prato
sono cose che
accadono
purtroppo.
Senza piangere, sola
come un passero sopra un melo
come un angelo legato a un palo.
Sola…
Da sola,
il mio cuore adesso vola
leggero…
E conosce nel dolore, l’amore
e mi vien voglia di aiutare
e viene voglia di pregare
e mi vien voglia di allargare
le mte braccia a tutti…
Sola…