Omar, Simone, Alessandro e Piero sono una formazione bresciana chiamata Il Diluvio. La loro musica è un indie rock ipnotico e mistico che attinge vagamente ad atmosfere Pinkfloydiane. Fuori in tutti i digital stores con il loro primo EP eponimo, abbiamo cercato di entrare un po’ nel loro mondo musicale.
D: Come sempre iniziamo con le presentazioni di rito. Chi siete, come vi siete formati e da dove deriva il vostro nome?
R: Ci formiamo a gennaio 2015 unendo dei componenti che avevano tutti delle esperienze musicali pregresse. Questo ha portato a pensare un progetto nuovo e più maturo che rappresentasse appieno quello che volevamo realmente fare e così abbiamo creato il progetto del Diluvio. Il nome deriva da una mostra di David La Chapelle (famoso fotografo statunitense contemporaneo ndr) chiamata “Dopo Il Diluvio” che abbiam visitato mentre cercavamo un nome.
D: Parlateci del vostro ultimo lavoro, l’EP “Il Diluvio”
R: È un lavoro frutto di jam e di diverse suonate insieme. Gli arrangiamenti del disco son partiti dalla chitarra acustica e dallo studio delle sonorità, ci siam divisi le parti vocali e poi pian piano abbiamo arrangiato il tutto in modo che suonasse coerente.
D: Quali sono le vostre ispirazioni musicali e come definireste il vostro stile?
R: Tanti gruppi di diversi generi come i King Crimson, i Pink Floyd, i Coldplay, i Radiohead, i Dream Theater. Ciascuno dei membri della band ha un suo mood musicale diverso, proprio per questo non riusciamo ad inserirci in un genere particolare ma se proprio dobbiamo diremmo pop rock od indie rock ma è proprio dalla mescolanza di vari stili che nasce la nostra musica.
D: Da dove deriva l’idea della Luna, tema portante di alcuni brani del disco?
R: L’idea è nata da Alessandro dopo aver sfogliato un atlante geografico sulle missioni Apollo. Prima che l’uomo riuscisse a mettere piede sul nostro satellite non andò tutto dritto, ci furono diversi fallimenti che si fece di tutto per dimenticare. In particolare nel disco parliamo della primissima missione, l’Apollo 1, che finì in disgrazia poiché la navicella prese fuoco sulla rampa di lancio facendo morire carbonizzati i tre occupanti. Per poterla cantare meglio abbiamo fatto delle grandi ricerche e ci siamo documentati molto raccogliendo addirittura delle tracce audio originali di quel giorno da usare come accompagnamento. È una grande metafora di come dietro ogni impresa ci siano sempre dei tentativi falliti.
D: Qual è il vostro pezzo che più vi rappresenta, che fareste sentire a qualcuno per far capire chi siete?
R: “Lullaby” perché contiene un po’ di tutto sia come suoni sia come atmosfera, pure a livello di batteria è quello più completto. Infatti sarà il prossimo singolo estratto.
D: Usciamo dall’ambito della vostra musica rimanendo però sempre in quello musicale. Cosa pensate dei talent show?
R: Rispettiamo chi decide di andarci, son libere scelte, ma pensiamo che sia difficile proporre un sound come il nostro o comunque qualcosa di innovativo all’interno di questi programmi anche se ci sono varie fette di mercato coperte (Manuel Agnelli per esempio). Nonostante ciò non ci crediamo molto, puntano troppo sulla spettacolarizzazione mentre noi siam più personali, abbiam fatto molta gavetta nei locali. Questo discorso in realtà vale molto di più per le band come noi, per un solista invece è decisamente una grande vetrina.
D: Quale pezzo della musica italiana avreste voluto scrivere?
R: C’è un forte legame con Battisti e Dalla, “Ancora Tu” è un pezzo molto frizzante ma profondo e sarebbe quella la mia scelta ma ce ne son tanti altri, ammiriamo soprattutto la composizione.
Piero: Io invece sceglierei un brano dei Verdena o dei Massimo Volume.
D: Infine chiudiamo con un vostro consiglio ad altri emergenti che vogliono seguire le vostre orme.
R: Il segreto è essere sé stessi ed umili, dedicarsi molto a quello che si sta facendo e mantenere la propria identità. Se non si è i primi ad essere convinti di quello che si sta facendo non si va da nessuna parte. Bisogna inoltre scegliere i canali che si ritengono giusti per farsi conoscere e suonare tantissimo.
Qui potete trovare la musica de Il Diluvio: http://bit.ly/IlDiluvioSpotify
Grazie a IndieBox Music e all’ufficio stampa di Giulia Galvani
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