“Un motivo maledetto” di Irene Grandi: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Un motivo maledetto” di Irene Grandi
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1994 con “Un motivo maledetto” di Irene Grandi.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Un motivo maledetto” di Irene Grandi
Con questo pezzo, Irene Grandi fa il suo debutto ufficiale sulla scena musicale italiana nel novembre 1993, tracciando subito le coordinate del suo stile: una voce graffiante, testi spiazzanti, un’ironia malinconica e una freschezza ribelle. Il brano, scritto insieme a Telonio (Lorenzo Ternelli), è un piccolo manifesto generazionale mascherato da canzone d’amore, o meglio: da non-canzone d’amore.
A dispetto del titolo, “Un motivo maledetto” non è una classica ballad sentimentale, bensì un pezzo che parla del peso dell’assenza e della fatica di metabolizzare un addio, senza però scivolare nel vittimismo. Il “motivo maledetto” è quella melodia che ossessivamente ritorna nella mente, come un pensiero ricorrente legato a una storia finita.
Con questo brano, Irene Grandi guadagna l’accesso a Sanremo Giovani, primo passo verso una lunga e fortunata carriera che la vedrà protagonista del pop italiano degli anni Duemila. La sua cifra stilistica è già evidente: una miscela di fragilità e grinta, dolcezza e sarcasmo, voce roca e anima ribelle.
“Un motivo maledetto” è l’istantanea di una nuova identità femminile nella musica italiana, capace di raccontare l’amore con uno sguardo laterale, pungente, disilluso. Irene conquista con la sua sincerità ruvida, con una scrittura moderna, e con un’interpretazione che già lascia intravedere la forza comunicativa che l’accompagnerà per tutta la carriera. Un brano “di rottura” che suona ancora attuale.
Il testo di “Un motivo maledetto” di Irene Grandi
Mando una canzone,una canzone d’amore
Che d’amore non ha niente perche’
Ho troppo sonno e non mi vengono le parole
Non sono brava come te
Ho chili d’affetto che tengo nel frigo
e’ roba di qualita’
Mi alzo dal letto perche’ c’e’ un motivo
Che canta in testa e fa…………du…..du…..du…
Mando una canzone senza la melodia
Vuoi vedere che mi piace di piu’
La butto giu’ e poi la butto via
Ed alla fine non la mando piu’
Venere in bilancia sai che allegria
Promette una novita’
L’oroscopo dice portate pazienza
Piccole difficolta’
Senza testa,senza voglia,sola senza di te
Qui non si muove una foglia
Non rallenta la memoria e quel che resta di te
e’ solo un suono nell’aria ancora
Mi tormenta gira in testa come un messaggio per te
Rinchiuso in una bottiglia
Gira in testa e non si ferma si prende gioco di me
Questo MOTIVO MALEDETTO che fa…..du…..du….du…
Il telefono rosso,il telefono del cuoreDi rosso non ha niente piu’
Piuttosto sembra giallo tipo giallo limone
Ed io lo immaginavo blu
Una canzone d’amore invece nossignore
Per me d’amore non ce n’e’
E mi trascino per casa con gli occhiali da sole
Domandandomi perche’
Senza testa,senza voglia,sola senza di te
Qui non si muove una foglia
Non rallenta la memoria
Ma cattiveria non c’e’ se ti telefono
Credevo fossi solo e che pensassi a me
Mi vergogno all’improvviso ed ho paura a dirti che
Se mi lasci muoio se una giustizia vera c’e’
Ora tu sei prigioniero di un UN MOTIVO MALEDETTO che fa
Du…..du…..du…