Entriamo dentro il testo di una canzone per comprenderla
Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole. La canzone protagonista di questa settimana è “Diamante” di Zucchero: si tratta del singolo facente parte dell’album “Oro incenso & birra”, pubblicato nel giugno 1989 e certificato con ben 9 dischi di platino per le oltre 1 milione e 800 mila copie vendute.
“Diamante” è dedicata alla nonna dell’artista emiliano, che si chiamava proprio Diamante Arduini Fornaciari. Il testo è stato scritto da Francesco De Gregori su richiesta dello stesso Zucchero che, come da lui stesso dichiarato, temeva di scrivere parole eccessivamente “sdolcinate”, essendo troppo coinvolto emotivamente. Le parole delicate e la melodia avvolgente cullano l’ascoltatore e lo portano alla scoperta di un tempo ormai passato e lontano, quello del Dopoguerra.
“Respirerò l’odore dei granai e pace per chi ci sarà e per i fornai. Pioggia sarò e pioggia tu sarai. I miei occhi si chiariranno e fioriranno i nevai”: sono queste le parole con cui si apre il brano. L’atmosfera della campagna, in particolare della Pianura Padana emiliana, in cui è ambientata la canzone, si percepisce con evidenza. I riferimenti ai granai, ai fornai e ai nevai contribuiscono a creare un clima soave e leggero. Un altro rimando all’atmosfera tipica della campagna, però, è possibile ritrovarlo all’inizio della seconda strofa (“aspetterò che aprano i vinai”).
Sempre nella seconda strofa compare, per la prima volta, il termine “diamante” che, oltre ad essere simbolo di lucentezza e preziosità, è anche il nome della nonna del cantautore: “più grande ti sembrerò e più grande tu sarai. Nuove distanze ci avvicineranno. Dall’alto di un cielo, diamante i nostri occhi vedranno”. Da queste parole emerge chiaramente l’amore incondizionato dell’artista nei confronti della nonna e l’atmosfera circostante appare sempre più soave e bucolica.
Un altro riferimento che conduce l’ascoltatore nell’immediato Dopoguerra è quello che ritrae soldati e spose che passano insieme, quasi a volersi lasciare definitivamente alle spalle gli anni dolorosi e difficili della guerra per andare incontro a un nuovo inizio, fatto di speranze e sogni: “passare insieme soldati e spose” e “per mano insieme soldati e spose”. Di grande impatto sono anche le parole “fai piano, i bimbi grandi non piangono”, ripetute sottovoce per ben tre volte di seguito.
Anche la chiusura del brano suscita grande emozione. Infatti, la canzone termina con le parole della nonna dell’artista, la quale invita il nipote a tornare a casa: “Delmo, Delmo vin a’ cà…”. In queste brevi e semplici parole è racchiuso tutto l’amore e l’affetto della nonna nei confronti del nipote; un amore fatto di piccoli gesti che, proprio nella loro semplicità, risultano unici.
“Diamante” è contenuto all’interno dell’album “Oro incenso & birra”, che è considerato uno dei migliori album italiani di sempre. Nella classifica dei cento migliori album italiani, infatti, stilata dalla rivista “Rolling Stone” compare alla posizione ventisei, preceduto da capolavori come “Bollicine” di Vasco Rossi, “La voce del padrone” di Franco Battiato, “Una donna per amico” di Lucio Battisti, “Rimmel” di Francesco De Gregori e via dicendo. In effetti, in “Oro incenso & birra” sono contenuti alcuni dei più grandi successi del cantautore emiliano, come “Overdose (d’amore)”, “Madre dolcissima” e “Diavolo in me”, che hanno senza dubbio contribuito a far sì che, per sette anni di seguito, questo fosse l’album italiano più venduto al Mondo, con oltre 8 milioni di esemplari venduti; in Italia, invece, l’album è rimasto al primo posto in classifica per le venti settimane successive alla sua uscita.
Da segnalare anche la versione di “Diamante” incisa nel 1991 in collaborazione con Randy Crawford, artista statunitense di genere jazz, funk e disco, che ottenne grande successo anche in Svizzera, Germania, Francia, Belgio e Norvegia; inoltre, un’altra artista che si è cimentata nell’interpretazione di questo brano è l’indimenticata Mia Martini che, con la sua voce graffiante e la forte personalità, è stata in grado di esaltare il brano, offrendone una versione differente e “inedita”.
Giuseppe Currado
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