giovedì 21 Novembre 2024

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Una canzone per te: dentro il testo di “La radio” di Eugenio Finardi

Entriamo dentro il testo di una canzone

Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole. La canzone protagonista di questa settimana è “La radio” di Eugenio Finardi; si tratta del singolo facente parte dell’album “Sugo”, pubblicato nel 1976. Il brano, nato inizialmente come jingle di Radio Popolare, divenne un vero e proprio “inno” alle radio libere, che videro in quegli anni uno sviluppo e una crescita notevole.

Amo la radio perché arriva dalla gente” oltre ad essere l’inizio del ritornello, è anche la chiave dell’intero testo. Infatti, pur essendo uno dei mezzi più longevi, la radio mostra un’incredibile e singolare capacità di adattamento alle nuove ere e tecnologie.

I The Buggles, alla fine degli anni ’70, cantavano “Video killed the radio star” alludendo al fatto che la televisione avrebbe, di lì a breve, asservito la radio. In realtà, come possiamo notare, questo non è accaduto; anzi, siamo arrivati al punto in cui è proprio la televisione ad essere la principale vittima della rete e dei social network. La radio, invece, ancora una volta, è stata in grado di adattarsi alle nuove tecnologie, pur non perdendo la propria identità e anima.

Quando son solo in casa e solo devo restare per finire un lavoro o perché ho il raffreddore c’è qualcosa di molto facile che io posso fare: è accendere la radio e mettermi ad ascoltare”: sono queste le parole con cui si apre il testo. La radio è la compagna perfetta per qualsiasi circostanza: dai momenti in cui si lavora ai viaggi in auto, passando per tutti gli altri frangenti della vita quotidiana. Altro valore aggiunto di questo fantastico mezzo è che “entra nelle case e ci parla direttamente. E se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente”.

Come anticipato in precedenza, questo brano è stato scritto nella seconda metà degli anni ’70, vale a dire in un periodo di notevole crescita ed espansione delle cosiddette radio private “libere”; queste rappresentavano un vero e proprio fenomeno, incarnando gli ideali di libertà e condivisione tanto ricercati quanto difficili da raggiungere.

L’artista milanese prosegue poi indicando alcune delle attività che si possono svolgere con la radio in sottofondo: “con la radio si può scrivere, leggere o cucinare. Non c’è da stare immobili, seduti lì a guardare”. Insomma, si tratta senza ombra di dubbio del mezzo prediletto con cui trascorrere le giornate. Inoltre, non bisogna scordare che “è che con la radio non si smette di pensare”: credo che questo sia un ulteriore fondamentale passaggio del brano. La radio, infatti, non rappresenta solo una fedele compagna, bensì anche un mezzo per tenersi informati, approfondire diversi argomenti e confrontare opinioni differenti tra loro. La capacità di riflessione, interazione e ragionamento sono l’essenza della persona umana; queste, però, devono essere costantemente coltivate e nutrite, per non essere dissipate. E la radio è uno dei modi migliori per tenersi in “allenamento”.

In definitiva, credo che “La radio” di Eugenio Finardi sia un brano di notevole importanza e di grande significato; alcuni tra i più importanti valori, tra cui la libertà di espressione e di opinione e il diritto ad essere informati, infatti, sono incarnati in questo meraviglioso mezzo. Il grande merito del cantautore milanese è stato proprio quello di mettere in luce le caratteristiche e l’unicità della radio, grazie alla quale il ventaglio di ideali sopracitato può essere tenuto in vita ogni giorno.

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