Entriamo dentro il testo del brano
Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole. La canzone protagonista di questa settimana è “Non è l’inferno” di Emma.
Si tratta del singolo facente parte dell’album “Sarò libera – Sanremo Edition”, pubblicato nel febbraio 2012 e divenuto celebre, in particolare, per la vittoria conseguita alla 62esima edizione del Festival di Sanremo, condotta da Gianni Morandi, Rocco Papaleo e Ivana Mrázová.
“Non è l’inferno” affronta un tema di particolare importanza: quello della crisi economica. Basti pensare che è stato inciso proprio in uno dei principali momenti di stallo e crisi del Paese, sia a livello economico che politico e sociale.
“Ho dato la vita e il sangue per il mio paese e mi ritrovo a non tirare a fine mese”: sono queste le parole con cui prende il via il testo. Si tratta di parole piene di rabbia, ma soprattutto di delusione e sconforto nei confronti di un Paese che non sembra essere in grado di sostenere i propri cittadini.
Il narratore si riferisce poi alla classe politica, chiedendo aiuto e supporto: “se tu che hai coscienza, guidi e credi nel Paese dimmi cosa devo fare per pagarmi da mangiare, per pagarmi dove stare”; anche i diritti che dovrebbero essere considerati basilari e onnipresenti sembrano essere messi in discussione e i dirigenti del paese non appaiono in grado di risolvere le problematiche che attanagliano la società.
Nonostante tutti questi lati negativi, il protagonista conserva una speranza e non vuole credere che non vi possa essere una via d’uscita di fronte a questa terribile situazione: “no, questo no, non è l’inferno, ma non comprendo com’è possibile pensare che sia più facile morire”. D’altro canto, in una società civile ed evoluta, i diritti fondamentali della persona umana dovrebbero essere garantiti e rispettati senza alcuna eccezione.
Particolarmente interessanti e significative sono le dichiarazioni rilasciate da Francesco Silvestre (o meglio conosciuto come Kekko), cantante dei Modà e autore del brano, il quale ha dichiarato: “Emma è l’unica, tra gli artisti che conosco, ad avere la determinazione necessaria per presentare una canzone del genere a Sanremo”. Si tratta indubbiamente di parole importanti e di notevole valore, che confermano lo spessore e le qualità artistiche e interpretative di Emma. Non bisogna infatti trascurare che il brano parla del periodo di grande difficoltà vissuto da molti italiani, in particolare da quelli che hanno lavorato sodo e si sono sacrificati per il Paese.
Nonostante la complessità del brano, Emma ha dimostrato di essere all’altezza per proporre e interpretare questa canzone; la vittoria finale a Sanremo 2012 ne è stata la più chiara dimostrazione.
Testo |
Ho dato la vita e il sangue per il mio paese
E mi ritrovo a non tirare a fine mese
In mano a Dio le sue preghiere
Ho giurato fede mentre diventavo padre
Due guerre senza garanzia di ritornare
Solo medaglie per l’onore
Se qualcuno sente queste semplici parole
Parlo per tutte quelle povere persone
Che ancora credono nel bene
Se tu che hai coscienza guidi e credi nel paese
Dimmi cosa devo fare per pagarmi da mangiare
Per pagarmi dove stare, dimmi che cosa devo fare
No, questo no, non è l’inferno
Ma non comprendo
Com’è possibile pensare
Che sia più facile morire
No, non lo pretendo,
Ma ho ancora il sogno
Che tu mi ascolti e non rimangano parole
Ho pensato a questo invito non per compassione
Ma per guardarla in faccia e farle assaporare
Un po’ di vino e un poco di mangiare
Se sapesse che fatica ho fatto per parlare
Con mio figlio che a 30 anni
Teme il sogno di sposarsi
E la natura di diventare padre
Se sapesse quanto sia difficile il pensiero
Che per un giorno di lavoro
C’è chi ha ancora più diritti
Di chi ha creduto nel paese del futuro
No, questo no, non è l’inferno
Ma non comprendo
Com’è possibile pensare
Che sia più facile morire
No, non lo pretendo
Ma ho ancora il sogno
Che tu mi ascolti e non rimangano parole
Non rimangono parole
Com’è possibile pensare
Che sia più facile morire
Lo no, non lo pretendo
Ma ho ancora il sogno
Che tu mi ascolti e
Non rimangano parole
Non rimangano parole
Non rimangano parole
Giuseppe Currado
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