sabato 23 Novembre 2024

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Una canzone per te: dentro il testo di “Povera Patria” di Franco Battiato

Entriamo dentro ad una canzone

Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole. La canzone protagonista di questa settimana è “Povera patria” di Franco Battiato, il singolo di apertura dell’album “Come un cammello nella grondaia” pubblicato nel 1991 e premiato, nel 1992, con la Targa Tenco per essere il miglior brano dell’anno.

Il cantautore siciliano si scaglia contro la classe dirigente, accusata di essere inadeguata e totalmente indifferente verso le problematiche del paese. “Povera patria schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame che non sa cos’è il pudore” – esordisce il testo per poi proseguire dicendo – “tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni”: sono indubbiamente parole forti e perentorie, che trasmettono un messaggio chiaro e preciso.

L’elemento che risalta in questa canzone è senza dubbio la sua attualità: sembra, infatti, un testo scritto in questi ultimi anni, ma che in realtà è stato inciso quasi trent’anni or sono. Saranno anche cambiati i tempi, le mode, le tendenze e le tecnologie, ma la corruzione e l’oppressione nei confronti dei soggetti più deboli sembrano essere una costante della società umana, incapace di raggiungere appieno i tanto decantati valori di uguaglianza e giustizia. Non a caso il primo inciso si compone di un solo perentorio verso che soavemente ricorda “non cambierà”.

Questo paese è devastato dal dolore” e “ma non vi danno un po’ di dispiacere quei corpi in terra senza più calore” sono solo due dei diversi passaggi che toccano le corde del cuore e permettono all’ascoltatore di riflettere su una situazione drammatica che perdura da tanto, troppo tempo.

L’autore sembra, però, conservare, in fondo al proprio cuore, la speranza di un cambiamento: “non cambierà, non cambierà; si che cambierà, vedrai che cambierà”. Si sogna di poter finalmente vivere in un Mondo in cui “non si parli più di dittature” e “che possa contemplare il cielo e i fiori”.

La strada da percorrere per la nostra povera patria è ancora lunga e impervia, ma, forse, il segreto è quello di imparare ad amarla e rispettarla per quello che merita.

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Testo |

Povera patria schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese è devastato dal dolore
Ma non vi danno un po’ di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà non cambierà
Non cambierà forse cambierà
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale1 dei maiali
Me ne vergogno un poco e mi fa male
Vedere un uomo come un animale
Non cambierà non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà
Si può sperare che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po’ da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare