giovedì 24 Ottobre 2024

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Vale Lambo: “Desidero che la gente mi riconosca e si riconosca nei miei pezzi” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista napoletano, in uscita con il suo secondo album intitolato “Come il mare

Tempo di nuova musica per Valerio Apice, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Vale Lambo, che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita di “Come il mare”, disponibile negli store digitali e tradizionali a partire dallo scorso 25 settembre per Virgin Records/Universal Music Italia. Uno spaccato della sua vita, dalle strade di Secondigliano all’approdo in major, così come dimostrano le immagini dell’omonimo docufilm presente in esclusiva su TimVision. Diversi featuring in scaletta, tra cui spiccano i nomi di Luchè, Carl Brave, Geolier, Madman, CoCo, Lele Blade, Franco Ricciardi, Dani Faiv e Nayt. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Valerio, benvenuto. Partiamo “Come il mare”, da quali punti sei partito e come si è sviluppato il processo creativo?

«Sono partito dal mare, il posto che mi ha ispirato di più durante la fase di scrittura. Da lì ho capito capito che quella era la giusta metafora per rappresentare il disco, perchè il mare può essere agitato o calmo, ma resta sempre affascinante e bello da osservare. Questo è lo stato d’animo con cui ho affrontato l’intero lavoro, in più la porta presente sulla copertina simboleggia la via della libertà, perchè con questo album volevo esprimere la mia libertà di espressione, raccontare di me, come ho vissuto questi ultimi due anni. Mi sento cresciuto, evoluto, diverso. Il Vale Lambo di prima era più istintivo, quello di oggi sa decidere e sa cosa voler fare».

Nella seconda traccia in scaletta “Pe’ sempe” dici:  “scrivi una canzone che quella è per sempre”. Cosa ti piacerebbe che restasse nel tempo della tua musica? 

«Non c’è una caratteristica in particolare, nei miei testi mi metto a nudo e penso che questo sia importante per arrivare alle persone e restare nel tempo. Io non voglio essere per qualcuno, voglio esistere… desidero che la gente mi riconosca e si riconosca nei miei pezzi».

Se dovessi trarre un bilancio di questi anni, cosa ti rende più orgoglioso e soddisfatto del tuo percorso fino a qui?

«L’essere riconosciuto per strada, il fatto che le persone vogliano scattarsi foto con me, oppure quando mi fanno vedere un tatuaggio con una frase di una mia canzone. In generale, mi emoziona quando la gente si immedesima nelle mie parole».

Sei reduce dalla partecipazione nel disco “Buongiorno” di Gigi D’Alessio, che esperienza sta rappresentato per te questo progetto?

«Un’esperienza importantissima, lavorare con Gigi è per me un onore, lui è davvero un grande. Questa partecipazione mi sta permettendo di arrivare anche ad un pubblico più adulto, che prima non mi conosceva».

Durante la quarantena hai pubblicato “Abbracciami” che è stato molto apprezzato dal pubblico, in un momento difficile come quello. Tu come lo hai vissuto e come stai affrontando questa ripartenza?

«Adesso benissimo, poter incontrare discografici, addetti ai lavori e giornalisti era quello che, più di ogni altra cosa, mi serviva. Durante il lockdown ho fatto uscire quel pezzo perchè avevo bisogno di dare e di ricevere qualcosa dai miei fan, perchè era un periodo triste per tutti noi, avevamo bisogno di sentirci vicini».

Per concludere, in un momento storico così particolare, quali sensazioni e quali stati d’animo ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà questo disco?

«Vorrei trasmettere i valori che ci sono oggi e che alcune persone ancora conservano».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.