lunedì 25 Novembre 2024

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Valentina Borchi ci svela “Le cose più importanti” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista toscana, che abbiamo scoperto durante l’ultima edizione di “The winner is”

Valentina Borchi Le cose più importantiDopo il successo del singolo estivo “L’estate ci porta altrove”, Valentina Borchi torna in rotazione radiofonica con “Le cose più importanti”, ballad che mette in risalto le sue abilità vocali. Un pezzo scritto dalla stessa artista, composto insieme a Marco Ciappelli, Marco Colavecchio e Giulio Iozzi. In occasione di questo ritorno discografico, che segna il suo personale inizio di un 2018 ricco di progetti in cantiere, abbiamo incontrato la cantante, che ci rivelato il suo attuale stato d’animo, ripercorrendo con noi il suo recente passato fatto di duro lavoro e tanta gavetta.

Ciao Valentina, cominciamo dal tuo nuovo singolo “Le cose più importanti”, cosa rappresenta per te questa canzone?

«Rappresenta un periodo di riflessione, dove cogliere le sfumature e le emozioni turbolente dell’estate passata e a cui devo molto nella mia crescita. Fondamentalmente tutti abbiamo qualcosa di importante da raggiungere in bilico fra passato e futuro, l’importante è soprattutto godersi a pieno il viaggio per raggiungerlo».

Il brano arriva dopo il successo de “L’estate ci porta altrove” che ti ha portato ad esibirti dal vivo in giro per l’Italia, quanto devi a quel brano?

«Devo sicuramente ringraziare la musica e questa canzone che mi hanno permesso di crescere artisticamente e personalmente come mai avrei creduto fosse possibile».

In “L’estate ci porta altrove” sono presenti anche le barre di Morgan Ics, com’è stato collaborare con lui?

«È stato come salire su un ottovolante , una corsa bellissima e piena di emozioni con un artista che come me vive la musica di petto senza paura di mettersi in gioco al 100%».

Ti sei cimentata sia in atmosfere energiche che in quelle un pochino più melodiche, dimostrando tutta la tua versatilità. Con quale abito ti trovi più a tuo agio?

«Alla fine tutto si può ridurre a ciò che mi sento, cioè una “portatrice sana” di emozioni, quindi non è importante il vestito , che può cambiare di volta in volta , ma l’essenza che contiene».

Ci sono altri generi o sonorità con il quale vorresti metterti alla prova in futuro?

«Ogni canzone, ogni esperienza è una prova per il futuro, una continua ricerca di nuove forme personali e no di espressione, che mi portano a farmi permeare da ogni influenza».

Oltre all’incedibile visibilità, cosa ti ha lasciato l’esperienza di “The winner is”?

«La consapevolezza di poter credere in me stessa senza mai arrendermi , senza mai accettare compromessi, neanche davanti all’offerta allettante del denaro».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?

«Bastano poche parole per racchiudere l’essenza del mio viaggio: padre chitarrista. Quindi non poteva che essere questa la mia vita se nasci e cresci fra corde e vinili».

Quali artisti o generi musicali hanno ispirato e accompagnato la tua crescita?

«Il bello di crescere con un padre chitarrista è che tutto diventa musica e quindisi abbattono le barriere fra un genere e l’altro creando un bellissimo mix. Sicuramente il cantautorato italiano degli anni 60 e 70 ha inciso profondamente nella mia crescita, sia umana che lavorativa».

Nel 2015 partecipi al Festival di Castrocaro, dove la tua “Invadi e prendi” conquista il premio miglior brano radiofonico. Cosa ricordi particolarmente di quel positivo momento?

«Ricordo l ‘emozione di salire per la prima volta su un palco così importante , il camdo dei riflettori , gli occhi attenti del pubblico che nel secondo prima di iniziare era li con il fiato sospeso come me . e li ho capito a pieno il senso del sacrificio, del credere oltre tutto nei mie sogni».

L’anno successivo ti classifichi al secondo posto al Festival della canzone italiana di New York. Quale credi sia il valore aggiunto della nostra musica che le consente di essere riconosciuta e apprezzata nel mondo?

«La profonda, intensa voglia di esprimere noi stessi senza limiti, senza freni, orgogliosi dei nostri difetti e allo stesso tempo forti di questi. Ed è proprio lontani da casa che ci si riscopre veri italiani , veri porta voci della potenza della musica italiana nel mondo».

Quali sono i tuoi progetti futuri e/o sogni nel cassetto?

«I progetti sono tanti, fatti di vari obbiettivi e step , ma soprattutto permettere a me stessa di continuare a dare forme alle mie “cose più importanti”, con nuove canzoni e concerti. E poi dai visto che ci siamo Sanremo sarebbe un’ altro bellissimo tassello in questo mosaico».

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

«Di credere, credere ancora nella musica e nella forza che può dare. La musica non segue la storia, non si lascia influenzare , ma a dispetto di tutto sopravvive e continua a dare forza nei momenti bui della nostra vita . Quindi, credere fino in fondo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.