A tu per tu con il giovane cantante romano, in uscita con il suo album d’esordio intitolato “Mi odi ma“
Dopo aver pubblicato numerosi singoli, tra cui annoveriamo “Noi”, “Sigaretta post-caffè”, “Per davvero”, “Lungotevere” e “12 luglio”, per Valerio Mazzei è tempo del suo battesimo discografico. “Mi odi ma” è il titolo del suo primo progetto in studio, un lavoro che riflette a 360 gradi la sua età e il suo carattere.
Ciao Valerio, benvenuto. Inaugurerei questa chiacchierata partendo da “Mi odi ma”, come si è sviluppato il processo creativo di questo tuo album d’esordio?
«E’ quasi un anno e mezzo che lavoro a questo album. Nel corso del tempo è cambiato un sacco di volte, quando pensavo di averlo finito, sul più bello, trovavo sempre qualcosa da togliere o aggiungere. Sono molto soddisfatto di come è uscito, il risultato finale mi piace al 100%».
Un album pop, orecchiabile e anche molto suonato. A livello musicale, che tipo di lavoro c’è stato dietro al sound?
«Durante la lavorazione del disco ho preso sia lezioni di canto che di chitarra, ma il lavoro più importante sotto questo punto di vista l’ho realizzato in studio con il mio producer Alessandro Gemelli, mi ha aiutato molto a capire come funziona la parte legata alla produzione delle canzoni».
Sono presenti all’appello due featuring, come sono nate le collaborazioni con Alfa e Svegliaginevra?
«Alfa oramai lo conosco da tre-quattro anni, dapprima che cominciassi a fare musica. Molte volte abbiamo provato a scrivere insieme, senza secondi fini, per puro divertimento. Una notte ci è capitato di realizzare questa canzone che è rimasta in un cassetto. Dopo un anno ci siamo rivisti, l’abbiamo ritirata fuori e modificata, cercando di mantenere la stessa verità con cui è nata. Svegliaginevra, invece, l’avevo sentita su Spotify e mi era piaciuto subito il suo stile. Apprezzo tanto l’indie e devo dire che il risultato finale rappresenta una giusto via di mezzo tra il mio mondo e il suo».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Mi odi ma”?
«Aver tirato fuori cose che non ero mai riuscito a dire, neanche ai miei amici più stretti. Attraverso queste canzoni mi sono raccontato in maniera intima e profonda. Questo è stato un esercizio importante e terapeutico».
Nico Donvito
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