venerdì, Aprile 19, 2024

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Valerio Scanu: “Sogno un viaggio lento alla scoperta della mia musica” – INTERVISTA

Intervista al cantautore sardo

In occasione della pubblicazione di Affrontiamoci, quarto estratto radiofonico dall’album ‘Dieci’, abbiamo intervistato Valerio Scanu al fine di farci raccontare il suo nuovo brano, il proseguo del progetto discografico che festeggia i dieci anni di carriera e alcuni pensieri sul mondo della musica italiana attuale. Ecco, dunque, quello che ci ha raccontato:

Ciao Valerio e ben ritrovato su RecensiamoMusica. Da qualche giorno è stato pubblicato il tuo nuovo singolo, “Affrontiamoci” che prosegue il percorso del tuo ultimo album d’inediti. Come mai la scelta è ricaduta proprio su questo brano?

<<Quando ho ascoltato il provino di “Affrontiamoci” che mi era stato inviato da Nicco Verrienti, uno degli autori insieme a Giulia Capone e Davide Papasidero, ho subito pensato che sarebbe potuto essere il singolo estivo dell’album. Ho lanciato però un sondaggio su Instagram ed il mio pubblico mi ha dato ragione. Non trovi che sia adatto?!>>.

Per questa nuova stagione estiva hai scelto, quindi, un brano con delle sonorità piuttosto sostenute ed orecchiabili ma che, non per questo, annullano il valore della tua vocalità, tuo vero punto di forza da sempre. Le tendenze attuali sono, piuttosto, contrarie a questa tua scelta: non noti anche tu che ci sia sempre meno spazio ed attenzioni per le doti vocali e che venga permesso un po’ a tutti di definirsi “cantante”?

<<Oggi purtroppo anche chi si diletta al Karaoke per passione si definisce cantante, la tendenza del momento è: ispiriamoci all’estero piuttosto che sostenere la musica italiana quella che tutto il mondo ama, ma che le radio considerano forse “vintage”. Con ‘Affrontiamoci’ abbiamo voluto dimostrare che un brano può essere radiofonico e nello stesso tempo può anche essere “cantato”>>.

Nel testo di questo brano, che pur non avendo scritto tu sicuramente sentirai come tuo, dici “molta gente mi ha guardato solo dall’esterno”. In che occasioni della tua carriera ti sei sentito non compreso appieno piuttosto che giudicato soltanto dall’apparenza e da un pregiudizio?

<<In questo album, come ho detto più volte, mi sono affidato a giovani e grandi autori, ho chiesto loro di scrivere qualcosa per me, per festeggiare i miei dieci anni di carriera ma dovevano sentirsi liberi di esprimersi. ‘Affrontiamoci’ ha un testo quasi autobiografico: in molti mi hanno guardato solo dall’esterno e continuano a farlo, esprimendo dei giudizi senza conoscermi, senza ascoltare la mia musica, senza aver mai visto un mio concerto… ma questo accade non solo sul mio conto. E’ una piaga che sia chiama ignoranza. Ma “capirò perché, tutto ha inizio da qui… da un dolore lento che ci muoverà…” e sono trascorsi già dieci anni>>.

Viviamo in degli anni in cui, sempre di più, il tempo di vita di un album si sta riducendo a poche settimane. “Dieci”, il tuo ultimo progetto, è uscito lo scorso ottobre eppure ha iniziato la propria “vita” già da marzo 2018 quando uscì il primo singolo, “Ed io”. Quanto è importante per te far scoprire lentamente e con il giusto tempo un lavoro discografico nel quale ogni artista investe tempo ed energia?

<<“Dieci” è un album a cui sono molto legato, è l’album dei miei dieci anni di carriera che non pensavo nemmeno di festeggiare visto i tempi di vita dei ragazzi provenienti dal talent. E’ un disco dove ogni brano è stato voluto, desiderato, coccolato, maturato… Sono per me dieci singoli, non c’è nulla di inserito a caso o come riempitivo, quindi voglio che la gente li scopra e li viva come meritano. Proprio in questi giorni mi è capitato di leggere un commento sui social: “grazie ad ‘Affrontiamoci’ ho scoperto dieci”… era quello che desideravo, un viaggio lento, senza fretta alla scoperta della mia musica>>.

Da ex vincitore del Festival di Sanremo non posso esimermi dal non chiederti una battuta ed un parere sui rumors che dominano queste ultime settimane e che riguardano il possibile approdo di Mina alla direzione artistica della prossima edizione della kermesse. Che ne pensi?

<<Intanto sono felicissimo che, stando alle prime indiscrezioni, sia Amadeus a condurlo perché merita quel palco così come lo avrebbe meritato Fabrizio Frizzi. Mina è un’artista che ama la musica italiana, che ne ha fatto la storia e rimarrà nella storia, è una che “canta” per cui sarebbe per me, per tutti, per la Rai una grande fortuna>>.

Tu il Festival l’hai vinto grazie al televoto nel 2010 mentre, invece, nel 2016 hai dovuto accontentarti di un piazzamento più basso soprattutto a causa delle cosiddette giurie di qualità. Lo scorso febbraio la questione è stata sollevata nuovamente e con particolare veemenza da Ultimo e da Loredana Bertè. Cosa ne pensi delle richieste di modificare nuovamente il regolamento per attribuire più peso al televoto?

<<Sicuramente non può il voto di una giuria di qualità, di esperti, di giornalisti sovvertire il voto del pubblico che è quello che poi compra i dischi, riempie gli stadi e sostiene nel tempo l’artista. Però, è anche giusto che la stampa e gli intenditori di musica esprimano il loro giudizio. Bisogna solo trovare il giusto equilibrio ma a volte non si vuole trovarlo perché ci sono altri interessi sconosciuti, “credono”, a noi miseri mortali>>.

Vorrei concludere con una domanda forse scomoda ma alla quale sicuramente saprai rispondere ricorrendo a quell’onestà e quella limpidezza che da sempre ti contraddistinguono. Cosa rispondi a quelle radio che nei tuoi confronti, ma non solo, impongono un vero e proprio veto ostacolando massicciamente la diffusione dei tuoi brani nei principali network radiofonici?

<<Ci vuole una legge che regolamenti questo schifo: le radio trasmettono quei brani e solo quei determinati brani perché c’è un giro di soldi e di interessi dietro, tra edizioni, management e booking. Il pubblico non ha libertà di scelta, o meglio può scegliere solo tra i brani che le radio decidono di trasmettere ed allora capita che “Ed io”, una perla rarissima, rimanga sconosciuta e venga scoperta solo nel tempo>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.