Un focus all’interno di alcune tematiche più care ai grandi cantautori del passato e agli astri nascenti della nostra discografia
“Vabbè è chiaro, le donne sono tutto. Il motivo per cui ci si sveglia la notte, sono la luce. Il motivo per cui si va a correre, le donne sono l’intrigo. Sono il mistero, l’amore e il sesso. Sono l’altra metà del cielo”. A dirlo è Vasco Rossi, sì proprio quel Vasco Rossi nato come cantautore di rottura alla fine degli anni anni ’70, provocatorio e mai contento, voglioso di vivere una vita spericolata e senza freni ma anche pronto a descrivere con profondità e sensibilità fuori dal comune le emozioni più complesse della vita.
È inutile negare l’evidenza, ovvero che il buon Blasco sia stato e rimane un maestro nel narrare e descrivere il sesso femminile come probabilmente nessuno è riuscito a fare in Italia. Il paradosso della rockstar che passa dal cantare “io prima me la farei” nel brano La faccia delle donne in collaborazione con l’amico Gaetano Curreri a scrivere canzoni come le celebri Una canzone per te ed Albachiara, in cui il racconto nasce dall’osservazione e dalla volontà di trasformare in musica un’immagine quasi idealizzata, tra ingenuità e una sottile perversione.
Si potrebbe riempire un articolo solamente con i brani che Vasco ha dedicato alle donne: alle sue, a quelle amate e a quelle odiate, ma anche solamente a quelle osservate e perfette per il suo racconto. Ed è proprio così che la storia di Sally si trasforma in un espediente per ragionare sulla fragilità umana, dietro a cui anche lo stesso cantautore si nasconde tra le note di una delle più belle canzoni della musica italiana. C’è sofferenza, ma c’è anche illusione e disillusione, Vasco come un pittore dipinge donne diverse in contesti diversi, ma lo fa con la delicatezza di chi si osserva, soffre e sogna. “Io che l’ho vista piangere di gioia e ridere, che più di lei la vita credo mai nessuno amò, io non vi credo, lasciatela stare!”, canta l’artista di Zocca in Jenny è pazza, altro gioiello in cui la figura della donna narrata è anche qui utilizzata come mezzo per parlare in questo caso della depressione e del malessere, in cui è proprio lui stesso, in primis, a ritrovarsi immischiato.
Sally è già stata punita
Per ogni sua distrazione o debolezza
Per ogni candida carezza
Data per non sentire l’amarezza
Anche maturando nel tempo, passando da Susanna e Silvia, la prima “bambina tutta colorata, che quando va a ballare sembra un’aranciata” e la seconda che “si veste davanti allo specchio, e sulle labbra un po’ di rossetto”, a “quella” Laura che “aspetta un figlio per Natale”. Quest’ultima anche la donna che Vasco sposerà nel 2012, conosciuta quando lei aveva appena 17 anni e poi di fatto mai lasciata andare via. Ma ci sono anche Gabry, a cui il cantautore dedica i versi “mi fai tremare il cuore mi fai smettere di respirare, domani sarà tardi per rimpiangere la realtà, è meglio viverla…”, Brava Giulia, simbolo della leggerezza e Brava, brano che al giorno d’oggi sarebbe visto come un vero e proprio dissing verso nei confronti di una relazione andata male: “e quando sei riuscita a farmi cadere con la tua logica di calze nere, ti sei voluta prender gioco di me, ti sei voluta divertire…”
La “donna” di Vasco è il simbolo della vita, è una ragazzina che balla a piedi nudi sul letto, incosciente della vita e ancora piena di ingenuità, è una mente che ragiona, capace di amare e di spezzare cuori allo stesso tempo con incredibile facilità, è la maturità di chi cresce, la tristezza e l’inadeguatezza di chi si sente fuori dal mondo ma allo stesso tempo la caparbietà di chi è consapevole che c’è sempre un domani per riprendersi, nonostante le difficoltà. Ecco perché, al di là tutto, le donne raccontate da Vasco sono la proiezione della vita vera, bella o tremenda che sia.
Giuseppe Currado
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