Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare
Reduce dal timido successo riscosso con i primi due lavori “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…“ del 1978 e “Non siamo mica gli americani“ del 1979, Vasco Rossi pubblica il suo terzo album in studio “Colpa d’Alfredo”, rilasciato il 3 aprile del 1980. Otto le tracce in scaletta, tra cui emergono diversi umori e stati d’animo del Blasco, sempre più a fuoco a livello poetico. E’ un album fortemente influenzato dalla prematura morte di suo padre, avvenuta nell’ottobre dell’anno precedente, esperienza che segna profondamente l’artista e lo porta a scrivere “Anima fragile”, uno dei suoi più celebri capolavori, in realtà un inno alla vita, all’esistenza che continua e và avanti, perché è proprio vero che col tempo “cambia tutto e cambiando anche noi”.
Tra le altre canzoni che possiamo annoverare, oltre la nota title-track, ricordiamo la radiofonica “Non l’hai mica capito”, ma anche “Susanna” e “Asilo Republic” che saranno due delle colonne portanti per le sue prime tournée, fino ad arrivare a “Sensazioni forti”, brano che vanta la sua prima apparizione televisiva a “Domenica In”, passaggio che gli permette di farsi conoscere dal pubblico a livello nazionale. L’effetto che produce all’epoca “Colpa d’Alfredo” è comunque positivo perché, a dispetto dei due precedenti lavori, la critica comincia ad accorgersi di Vasco, seppur stroncandolo. Qualcosa comincia a muoversi, anche se lentamente, ma l’artista getta le reti per quello che possiamo considerare il suo primo vero successo commerciale, vale a dire “Siamo solo noi” dell’anno seguente.
In questo lavoro Vasco Rossi mette a punto il proprio linguaggio, mostrandosi sempre più ironico, aggressivo, dolce, spregiudicato, ribelle e, soprattutto, anticonformista. Non ha paura di esternare i suoi pensieri, non teme la censura, anzi sembra divertirsi nell’inedito ruolo di trasgressivo, una veste che caratterizzerà successivamente numerosi artisti nati e sepolti negli anni ’80. Il Blasco è uno dei pochi che ha saputo resistere, reinventandosi, seppur in molti critichino la sua evoluzione e le sue recenti produzioni, bisogna sempre rendersi conto del contesto e delle epoche che, purtroppo, passano. Non restare legato ad un determinato momento storico è il segreto per durare nel tempo, per continuare a spargere il proprio verbo.
Questo Vasco Rossi lo ha capito prima e più di altri, ciò ha contribuito notevolmente alla sua fama, arruolando al popolo dei suoi sostenitori molteplici generazioni, persone che non si sono fatte fregare da chi saccentemente e irresponsabilmente lo definiva tra le pagine dei giornali come un tossico, senza nemmeno ascoltare probabilmente pezzi già editi come “Silvia”, “La nostra relazione”, “Jenny è pazza”, “Fegato fegato spappolato” o “Albachiara”, limitandosi a giudicare il personaggio senza comprenderne l’artista. In tal senso, “Colpa d’Alfredo” non è altro che l’ennesima conferma del suo talento, il tentativo di portare avanti la propria visione senza pretendere un immediato riscontro, bensì tra le controversie e le critiche di chi poi, puntualmente, si troverà nella condizione di saltare dall’altra parte della barricata, sul famoso e patinato carro dei vincitori.
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Colpa d’Alfredo | Podcast
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Colpa d’Alfredo | Tracklist e stelline
- Non l’hai mica capito
(Vasco Rossi) - Colpa d’Alfredo
(Vasco Rossi) - Susanna
(Vasco Rossi) - Anima fragile
(Vasco Rossi) - Alibi
(Vasco Rossi) - Sensazioni forti
(Vasco Rossi) - Tropico del Cancro
(Vasco Rossi) - Asilo “Republic”
(Vasco Rossi)
Nico Donvito
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