A tu per tu con il cantautore romano, in uscita con il suo terzo progetto discografico intitolato “Zoo”
A qualche mese di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Vincenzo Incenzo per parlare di “Zoo”, il suo terzo album di inediti di questa sua seconda vita cantautorale. Il disco, prodotto da Jurij Ricotti, è disponibile nei digital store e nei negozi tradizionali a partire da venerdì 6 maggio.
Ciao Vincenzo, bentrovato. Partiamo da “Zoo“, come si è svolto il processo creativo che ti ha portato alla creazione di queste dieci tracce?
«Quando Renato Zero mi propose di realizzare il primo album, ho subito pensato di voler arrivare a tre, per capire dove vorrei andare e per fare esperienza su un territorio che, per quanto io potessi conoscere emotivamente, rappresentava comunque una scoperta. Mi sembra che questo disco sia veramente la sintesi di un percorso inaugurato con “Credo” e proseguito poi con “Ego”, sviluppatosi in maniera completa con questo terzo progetto. A livello letterario penso di essere arrivato ad un punto specifico dove non ho davvero più filtri, diciamo che l’aspetto testuale e quello musicale rappresentano la sintesi perfetta di tutto questo viaggio. Volevo fare un disco che in qualche modo fosse calato nel proprio tessuto sociale, il valore della testimonianza in questo progetto è in assoluto prioritario».
L’ascolto si apre con “La tua rivoluzione”, un brano elegante che ci ricorda quanto sia importante oggi la libertà di pensiero. Da chi e da cosa, secondo te, dovremmo difenderla?
«Io credo che dobbiamo anzitutto difenderla da noi stessi, perché siamo prigionieri di uno schema che in qualche modo ci vincola. Per sentirci riconosciuti all’interno di un sistema si devono operare delle scelte che non sempre sono veramente frutto di una ricerca personale, bensì di una risposta che viene da fuori. Questa canzone mette al centro una parola abusatissima: “rivoluzione”, anche se la novità è rappresentata dalla rivoluzione personale che può compiere ciascuno di noi. Mi piace l’idea di poter combattere con le proprie armi questa battaglia per trovare il proprio posto e il proprio ruolo nel mondo».
Per concludere, cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere attraverso “Zoo“?
«In un’epoca così distratta come questa, io non penso di scrivere per il presente, ma per lasciare qualcosa dopo. “La tua rivoluzione” non passerà magari in radio domattina, però magari fra quindici anni qualcuno potrà ancora avere la possibilità, se non addirittura la voglia, di andarsela ad ascoltare. Quindi è un discorso pensato più sulla lunga distanza e devo dire che sarebbe stato difficile per me accettare il fatto di non aver avuto la possibilità di esprimermi in questa nuova dimensione. Adesso sento veramente di aver realizzato e lasciato una traccia di cui posso ritenermi pienamente soddisfatto».
Nico Donvito
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