venerdì, Marzo 29, 2024

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Virginio torna con “M’incanta” che fotografa un percorso di consapevolezza – RECENSIONE

Recensione del nuovo singolo del cantautore di Fondi

Più autore per altri che cantautore: sembrava incamminarsi verso questo destino il futuro di Virginio nella musica italiana. L’esordio a Sanremo Giovani nel 2006 con l’intensa “Davvero“. Subito dopo la vittoria ad “Amici” nel 2011 e diverse canzoni che certificavano una già importante maturità nella scrittura. Poi il buio. Forse la discografia non ha voluto investire abbastanza su di lui, forse era semplicemente lui a non essere ancora pronto.

Virginio finisce così nell’ombra e inizia a scrivere per altri. Si susseguono canzoni per Francesca Michielin, Chiara Galiazzo, Raf, Lorenzo Fragola Soprattutto Laura Pausini con cui, nel 2018, vince il Latin Grammy Award come autore dell’album “Fatti sentire / Hazte sentir“. Ed è qui che forse subentra in lui la volontà di riprovarci come cantante e di non essere solo una penna, ma anche un volto e una voce.

La svolta, dopo alcuni singoli sperimentali, arriva l’anno scorso grazie alla collaborazione con la società di produzione cinematografica-musicale MP FILM e al brano “Rimani” (di cui qui la nostra recensione), che debutta nella Top3 di iTunes, ottiene più di 2 milioni di streams su Spotify e, nella versione spagnola “Mañana“, viene presentato in molte importanti trasmissioni televisive dell’America Latina. “M’incanta” – da venerdì scorso in radio e su tutti i digital stores – non è che una conseguenza e gli permette di tornare a incidere per una major (Universal, che distribuisce il brano) a nove anni dal suo terzo e finora ultimo album di inediti.

M’incanta | La recensione

Perché “M’incanta” è il brano perfetto da presentare al termine di un percorso di grande crescita e consapevolezza come quello di Virginio. Musicalmente riesce a far coesistere tutte le sue diverse anime trovando un ottimo compromesso tra gli elementi di modernità delle sperimentazioni fatte negli ultimi anni, le influenze latine del percorso iniziato recentemente e un ritornello arioso e di grande respiro melodico che guarda ai suoi esordi. Una veste particolarmente fresca ed estiva che mostra un cantautore in grado di far spiccare la sua personalità non solo nelle ballad che hanno rappresentato la sua maggior fortuna, ma anche nelle parentesi più ritmate come questa.

Testualmente si vuole, invece, invitare alla flessibilità, a vivere il presente senza fare troppi programmi perché “cosa vuol dire per sempre in un mondo che ci cambia“. Il “per sempre” oggi è inimmaginabile. Bisogna essere sempre pronti a cambiare, a reinventarsi, a osare, a costruirsi la propria strada accettando le salite impervie che ostruiscono il nostro cammino. Non è un caso che la seconda strofa si apra con un verso particolarmente significativo per ciò che è oggi Virginio: “Sotto i cieli del mondo dove imparo chi sono giorno per giorno“. Quasi una rivendicazione per lui che ha avuto l’umiltà di reinventarsi, di rimanere defilato e poi di ricostruirsi.

C’è una dichiarazione molto forte del cantautore di Fondi che ha accompagnato l’uscita del singolo. “Io sono per la musica autentica, quella che non si costruisce esclusivamente sui numeri e su cosa fa tendenza, ma sulla credibilità di quello che faccio. Chi ha voglio solo di essere intrattenuto può seguire il trash“. E forse è proprio questo che ha fatto la sua fortuna negli ultimi anni. Virginio non ha voluto esserci a tutti i costi e ha saputo prendersi il suo tempo non tradendo mai sé stesso e rimanendo lontano dalle mode del periodo. Trucchi e tendenze che forse avrebbero velocizzato la sua rinascita dandogli maggiori opportunità, ma non gli avrebbero dato quella credibilità che ha ottenuto oggi.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.
Nick Tara
Nick Tara
Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.