domenica 15 Dicembre 2024

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Wax: “La condivisione in musica è tutto” – INTERVISTA

A tu per tu con Wax per parlare del suo nuovo singolo intitolato “7 vite”. La nostra intervista al cantautore milanese

Tempo di nuova musica per Matteo Lucido, alias Wax, in occasione dell’uscita del singolo “7 vite”, fuori da venerdì 6 dicembre per 21co in licenza Warner Music Italy. Wax intervista

Il giovane cantautore milanese ci mostra così il suo lato più profondo, una nuova faccia del prisma che compone la sua personalità artistica, frutto dell’intenso lavoro in studio degli ultimi mesi, in questo caso, insieme all’autore Fabrizio Fusaro e al producer Steve Tarta.

Partiamo da “7 vite”, il tuo nuovo singolo, un pezzo che ci mostra un lato inedito di te. Ci racconti com’è nato?

«Questo pezzo l’ho costruito assieme ad altri due ragazzi che sono un autore Fabrizio Fusaro e un produttore Steve Tarta, che sono diventati poi anche miei amici. Se non sbaglio, la prima sessione di scrittura l’abbiamo fatta più o meno a febbraio del 2024, l’idea era quella di voler descrivere un momento di amore, non per forza vissuto sulla mia pelle, ma anche immaginando un amore in posti lontanissimi, il tutto declinato a un momento di caos, un periodo di rovina che può essere sociale o familiare. Un rapporto che rende la persona che amiamo salvifica. Da lì abbiamo proseguito il tutto».

Hai scritto questo pezzo insieme a Fabrizio Fusaro, mentre Steve Tarta si è occupato della produzione. Come ti sei trovato con loro?

«Mi sono trovato benissimo, siamo amici, tuttora stiamo lavorando insieme. Abbiamo in mano un pacchetto di canzoni e succederanno altre cose di cui ne andiamo molto fieri. Con Fabrizio e Steve è avvenuto tutto così, in modo naturale. Ci siamo dati tanto a vicenda, sia in questo che in altri pezzi che ascolterete in futuro».

Quanto è stato e quanto è importante il confronto con altri autori, anche nel precedente EP “Exit”, e la condivisione in generale in questa tua fase del percorso?

«In questa fase del mio percorso, sto cercando di concentrarmi più sul lavoro che sulle paranoie. Proprio per questo motivo, il confronto con altri autori è fondamentale, la condivisione è tutto. Ritengo sia importantissimo affidarsi alle persone giuste, dare letta a chi ha più esperienza di te e cercare di assorbire il più possibile, anche per mettere in discussione ogni tuo singolo punto di vista. È accaduto con “Exit”, si è ripetuto con “7 vite” e accadrà ancora».

Per concludere, qual è la lezione più importante che pensi di aver appreso dalla musica fino ad oggi?

«Forse devo ancora capire cosa mi ha segnato la musica, sai, non è facile arrivarci. A volte perché mi crea anche un sacco di problemi, ma allo stesso tempo è la cosa che più me li risolve. In passato ho svolto tante mansioni, facevo il traslocatore, il cameriere, il venditore, tanti lavori. Ecco, questi mestieri mi hanno formato tantissimo e su quello ti so dire che cosa mi hanno insegnato, tra tutti il sacrificio. Per quanto concerne la musica, per come la intendo e la vivo io, non so dare una risposta precisa. Di certo, mi ha aiutato ad essere autentico, mi ha fatto capire che l’autenticità è fondamentale».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.