“We Are The World”: compie 40 anni la canzone che, nel suo piccolo, ha provato a cambiare il mondo

Dalla registrazione alla leggenda: il brano che ha scritto la storia della beneficenza musicale, “We Are The World”, festeggia i suoi 40 anni dall’uscita
Il 7 marzo 1985, esattamente quarant’anni fa, il mondo della musica si univa per uno scopo nobile: combattere la fame in Africa. “We Are The World”, il brano scritto da Michael Jackson e Lionel Richie e prodotto da Quincy Jones, è diventato un simbolo di speranza, una melodia capace di unire culture e generazioni sotto il segno della solidarietà.
Nata dall’iniziativa di Harry Belafonte, la canzone fu registrata in una sola notte il 28 gennaio 1985 agli A&M Studios di Los Angeles, con un cast stellare che includeva alcune delle voci più iconiche della storia della musica, da Bruce Springsteen a Stevie Wonder, da Tina Turner a Bob Dylan, da Ray Charles a Diana Ross.
L’intento era semplice quanto ambizioso: raccogliere fondi per combattere la fame in Etiopia, ispirandosi al progetto britannico Band Aid e alla loro “Do They Know It’s Christmas”. Il risultato fu un successo senza precedenti: 20 milioni di copie vendute nel mondo, 4 Grammy Awards, 80 milioni di dollari raccolti per aiuti umanitari e un’eredità musicale che ancora oggi risuona con forza.
“We Are The World” compie 40 anni: il leggendario brano uscì il 7 marzo del 1985
Dietro alla magia della canzone, si nasconde una delle sessioni di registrazione più incredibili di sempre. “Lasciate l’ego fuori dalla porta”, si leggeva all’ingresso dello studio: un monito necessario quando si ha a che fare con 46 superstar della musica mondiale. La lavorazione fu intensa e piena di momenti memorabili: Cyndi Lauper temeva che la sua voce troppo squillante potesse rovinare il pezzo, ma il suo intervento divenne tra i più iconici; Bob Dylan, spaesato, venne aiutato da Stevie Wonder che gli mostrò, con un’imitazione, come interpretare al meglio la sua parte.
Prince, grande assente della serata, rifiutò di partecipare nonostante l’insistenza dell’amica Sheila E., preferendo contribuire con un brano separato, “4 the Tears in Your Eyes”. Intanto, Diana Ross si emozionava chiedendo un autografo a Daryl Hall, e tutti i presenti capivano di essere parte di qualcosa di storico.
A distanza di 40 anni, “We Are The World” resta un inno universale alla speranza, un esempio di come la musica possa realmente muovere le coscienze e cambiare il mondo, almeno in parte. Tuttavia, il sogno di un pianeta libero dalla fame, dalle guerre e dalle ingiustizie appare ancora lontano. L’Etiopia, il Paese per cui venne realizzata la canzone, è ancora oggi teatro di conflitti e crisi umanitarie.
Eppure, la potenza di questo brano continua a ispirare. Nel 2010, per il terremoto di Haiti, fu realizzata una nuova versione con artisti contemporanei, ma l’impatto dell’originale resta insuperato. “We Are The World” è più di una canzone: resta una promessa, un ricordo e un monito affinché il mondo non smetta mai di cercare di cambiare in meglio.