Il grande pubblico l’ha conosciuto nella stagione televisiva del 2011/2012 quando fu protagonista dell’undicesima edizione di Amici di Maria de Filippi a soli 18 anni. Da allora però Wepro (all’anagrafe Marco Castelluzzo) è cresciuto, è andato a studiare in America ed ha continuato a fare musica a suo modo. Lo abbiamo contattato tramite Skype per fare quattro chiacchiere con lui in merito alla sua carriera, al suo passato ma anche al suo futuro. Ecco cosa ci ha raccontato:
Vorrei partire dalla fine, o meglio, dal futuro. Quali sono i prossimi progetti che hai nell’agenda? Ho visto che c’è in programma un ep…
<<Si esatto. La prima cosa che ho in programma è rilasciare tantissima musica perché mi sono reso conto che i tempi oggi si sono fatti sempre più brevi: il pubblico sente il bisogno di consumare velocemente nuova musica e l’artista deve, in qualche modo, adattarsi a questa necessità. Penso che la prossima settimana uscirà questo ep e poi credo che verso agosto/settembre ne uscirà un altro. Ho intenzione di fare anche un piccolo tourqui in America appoggiandomi ad una band per organizzare più facilmente il tutto>>.
Il tuo ultimo singolo è “When it was march”. Che brano è per te?
<<Per me rappresenta un ritorno sui vecchi passi per quanto riguarda le sonorità che riprendono quei suoni di “The sun is here with me” che rappresentò il mio esordio. In questi anni ho aperto una parentesi di sperimentazione aggiungendo elettronica, rock e funk che hanno costituito il White EP uscito lo scorso anno. Riguardo al lato emotivo questa è stata una canzone che è nata spontaneamente: quando si scrive non si sa cosa potrà uscire in quel momento. Quando ho scritto questo brano mi piacque particolarmente e sono molto soddisfatto per come è uscita>>.
Il tuo primo step discografico è stato l’ep “I pensieri fanno l’alba” molto variegato musicalmente parlando. Lo dovessi descrivere oggi come parleresti di quel progetto?
<<Era un piccolo me che sperimentava con se stesso. Non avendo mai qualcuno che si occupasse della direzione artistica del mio percorso ho sempre scelto io verso quale direzione andare e in quell’ep esce quel ragazzo che voleva sperimentare con gli strumenti che voleva all’epoca andando dalle ballate pop classiche ai brani rock o semi-acustiche. Sono cambiate tantissime cose da allora, l’ho scritto 5 anni fa e dopo di quel progetto ho aspettato 4 anni per rilasciare qualcosa di nuovo prendendomi il tempo per studiare ed imparare>>.
Ora ti sei trasferito a Boston, come mai questa scelta?
<<Ho sentito il bisogno di volermi mettermi alla prova in un contesto in cui non ero a mio agio. Restando in Italia sarebbe stato tutto più semplice vicino alla mia famiglia e alle mie certezze. Qui sto studiando e questo mi sta permettendo di crescere tanto costituendo anche una piccola sorpresa per me. Sono sempre stato dell’idea che lo studio sia molto relativo quando si parla di musica, e sono ancora di questo parere, ma mi sono reso conto che l’aver studiato mi aiuta anche nel controllo delle emozioni nel momento in cui devo affrontare delle situazioni sapendo di poter star tranquillo perché conosco i miei mezzi fino in fondo. Ora probabilmente mi sposterò a Los Angeles per vedere anche l’ambiente dell’altra costa e magari inserirmi nella scena blues>>.
Quando hai iniziato ad appassionarti alla musica e a voler far musica nella tua vita?
<<Ho iniziato quando avevo 13-14 anni però ero ancora piccolo e non era chiarissimo come desiderio. E’ passato un po’ di tempo per arrivare a capire che la musica era l’unica cosa che potessi fare con tutto me stesso. E’ quando provi a fare altre cose e ti senti insoddisfatto che ti rendi conto di avere una passione martellante a cui non si può rinunciare. Adesso sto studiando scrittura e produzione contemporanea il che mi permetterà di essere un vero e proprio produttore che è sempre stato un mio grandissimo sogno. Se non dovessi farcela come artista in primo piano vorrei aiutare qualcuno a “vincere” occupandomi della parte della produzione musicale ed artistica che sono molto vicine a me>>.
Una tappa importante nel tuo percorso artistico è stata la partecipazione ad Amici nella undicesima edizione. Che ricordo hai di quell’esperienza?
<<Mi sembra l’altro ieri ma in realtà è passato tantissimo tempo. E’ stata un’esperienza che mi ha segnato per sempre perché quando entri lì dentro capisci di vivere una cosa più grande di quello che tu possa immaginare. E’ un’esperienza molto forte emotivamente parlando che allo stesso tempo è travolgente e stravolgente perché si è sottoposti ad una pressione non indifferente ma contemporaneamente ti permette di capire come funzionano certi sistemi fuori. Amici mi ha fatto crescere un sacco perché mi ha dato una marcia in più per capire come funzionano le cose nella realtà. E’ l’esperienza più intensa e concentrata che abbia vissuto perché tutto succede in 6/7 mesi contrariamente a quanto succede solitamente in un cammino artistico come quello che sto affrontando ora dove tutto è più diluito>>.
Quell’edizione di Amici era anche abbastanza particolare perché a voi “giovani allievi” siete stati messi in seconda parte rispetto al ritorno in gara dei cosiddetti “big” in quell’occasione…
<<Si è verissimo. Quando tu sei un autore televisivo cerchi di trovare sempre cose nuove e in quell’occasione hanno trovato una cosa differente che però non ha dato a noi nuovi partecipanti la stessa visibilità che solitamente veniva riservata>>.
Hai più risentito qualche tuo ex compagno oppure dopo quell’esperienza si sono conclusi anche i rapporti fra voi?
<<Subito dopo Amici sono rimasto in contatto con Carlo Alberto di Micco, Claudia Casciaro e Stefano Marletta anche se poi non ci si sente più di tanto quando non si è più a contatto. Comunque ho mantenuto dei contatti abbastanza uguali con tutti, anche con Gerardo con il quale durante il percorso c’era stato qualche screzio ma che abbiamo superato subito>>.
1° domanda fan: tornerai a scrivere in italiano?
<<Si, sicuramente. Non so se sarà nell’immediato ma sicuramente lo rifarò in futuro. Ho già dei brani in italiano che magari pubblicherò già nel corso di quest’anno anche se ancora non ho deciso le modalità>>.
2° domanda fan: c’è un artista in particolare che ti ha ispirato in questo periodo?
<<Sto ricevendo molto influenze dal mondo inglese anche se forse non si sente più di tanto nella mia musica perché quando vado a scrivere mi capita di trasferire influenze emotive più che propriamente musicali a livello di sound o particolari che mi hanno colpito. Artisti che mi piacciono particolarmente e che ho ascoltato nell’ultimo periodo ci sono i The Nineteen Seventy Five, Damien Rice, Jamie Cullum, John Hopkins>>.
Che tipo di musica ascolti? Sei uno che spazia oppure ascolti soltanto quello che rientra nelle tue preferenze stilistiche?
<<Sono aperto a tutti i generi musicali e ascolto di tutto anche se preferisco musica elettronica, ambient, indie-rock inglese oltre al pop americano moderno. Ultimamente sto ascoltando molto i Bring me the horizon dai quali sto prendendo molti spunti che voglio tradurre nel mio mondo musicale>>.
Segui la scena musicale italiana oppure non fa per te?
<<Si la seguo da lontano e quindi non ci sono dentro come quando ero in Italia. Mi piace molto vedere da qui come gli italiani portano nella musica made in Italy elementi che non rientrano nella cultura musicale italiana traducendoli nella nostra tradizione>>.
Hai sentito qualcosa dell’ultimo Festival di Sanremo?
<<Si, ho sentito qualcosina ma non ho un brano che mi piace particolarmente. Ultimamente la cosa che sto notando è che ci sono sempre meno artisti a 360°, una figura con carisma e personalità oltre a delle indiscusse qualità vocali. Ci sono ragazzi validissimi che spesso escono dai talent show ma penso che siano le case discografiche a dover puntare anche sulla scena underground dove per riuscire occorre essere artisti di qualità e di una grande personalità>>.
Da parte mia e di tutto lo staff di Recensiamo Musica vogliamo fare un grandissimo in bocca al lupo a questo giovanissimo talento, ormai non più solo italiano, per i suoi imminenti progetti e per il suo futuro artistico e personale con la speranza di poterne parlare ancora molto presto. Per concludere ho scelto dei versi di un suo brano che credo siano perfetti per descrivere il ragazzo che è: una persona che guarda il positivo nel suo percorso cercando di assorbire il più possibile dalle esperienze della vita consapevole, però, di poter prendere ancora tanto. “Ed io che di ogni attimo ho rubato sempre la cosa più bella ho preso tutto giuro, ho preso tutto, sono riuscito a prendere tutto tranne te”.
Ilario Luisetto
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