Willie Peyote, la recensione di “Grazie ma no grazie”
Tra i protagonisti di Sanremo 2025 ci sarà anche Willie Peyote: ecco la nostra recensione di “Grazie ma no grazie”, brano che segna la sua seconda partecipazione in gara al Festival
Torna a Sanremo Willie Peyote, lo fa con un pezzo che si intitola “Grazie ma no grazie”, scritto e composto con Daniel Bestonzo, Luca Romeo e Raige.
Dopo aver anticipato il nostro giudizio con le consuete pagelle realizzate dopo l’ascolto in anteprima riservato alla stampa, approfondiamo il senso e il suono della canzone.
Willie Peyote, la recensione di “Grazie ma no grazie”
Willie Peyote si conferma essere uno dei più acuti e intriganti protagonisti della scena musicale italiana contemporanea. La sua capacità di mescolare ironia, critiche sociali e verità scomode con una leggerezza disarmante è la cifra distintiva del suo stile, in un equilibrio perfetto tra crudo e leggero.
Le citazioni in “Grazie ma no grazie” sono numerose, andando ben oltre la chiacchierata menzione dei Jalisse, e ognuna ha un peso e un significato che si vanno ad accumulare senza mai risultare pesanti. Tra le più evidenti, infatti, c’è il richiamo a “do do do domani” degli Articolo 31.
Ma in questa proposta non c’è nostalgia né rimpianto; c’è piuttosto un uso giocoso e consapevole delle parole, che si fa terreno fertile per una riflessione più profonda sulle convenzioni sociali, affrontando il tema della disillusione, invitando l’ascoltatore a riflettere sulle dinamiche contemporanee.
Il risultato è un mix travolgente che non solo spinge a muovere il bacino, ma stimola anche la mente, portando con sé una riflessione ironica, ma incisiva. La grande forza di Willie Peyote è proprio questa: sollecitare il pensiero e rendere accessibile anche il messaggio più complesso.
In sintesi, “Grazie ma no grazie” è un brano che invita a riflettere sulle contraddizioni della società e sulle nostre stesse aspettative. Peyote continua a rimanere fedele alla sua cifra stilistica, riuscendo a unire, come pochi, la leggerezza alla profondità. E questo è il segreto di un vero artista.