Tutte le recensioni degli inediti presentati in gara
E’ il momento di X-Factor che tutti aspettano, ancor prima di essere interessati a conoscere il vincitore. L’ascolto degli inediti è diventato negli anni un appuntamento fisso e decisivo per il percorso del talent di casa Sky Uno che, malgrado quest’anno non stia godendo di ottima salute televisiva, rimane, comunque, sempre al centro dell’attenzione di pubblico, appassionati e addetti ai lavori. Diciamocelo subito: quest’anno non c’è un inedito che spicchi davvero, nessuno che si proclami fin ora come il possibile tormentone per la fine di quest’anno e che possa pensare di conquistare le classifiche di vendita in maniera importante. Il che, fondamentalmente, costituisce un problema un po’ per tutti i talenti che dovranno lottare fino all’ultimo per sopravvivere all’interno del format e, soprattutto, per conquistarsi un posto nel mondo discografico di rilievo una volta abbandonato il nido. A questo si aggiunge l’ormai solito quesito del ‘perchè cantate un inedito in inglese se poi dovrete vendere dischi in Italia?’. E le risposte in questo caso, nemmeno poi troppo drammatico, sono chiare: i dischi non si vendono più, tanto meno quest’anno con questi “pallidi” inediti.
- A DOMANI PER SEMPRE – Sofia Tornambene
La ragazza ha talento e sicuramente questo suo primo inedito co-scritto da lei stessa lo testimonia pur evidenziando tutti i limiti di una scrittura ancora un po’ fanciullesca, immacolata ed inesperta. I tratti sognanti del testo testimoniano e raccontano la non conoscenza del vero sentimento dell’amore di cui la stessa età anagrafica della sua interprete si fa carico proiettandosi all’interno di una figura che parla di un qualcosa che non conosce avvalendosi del “già sentito”. Malgrado ciò il brano c’è, la produzione arricchisce ma non snatura l’ossatura essenziale del brano, la voce richiama da vicino altre più esperte colleghe (Francesca Michielin per gli amanti del format ma anche, e soprattutto, quella di Valeria Romitelli, co-autrice del brano). VOTO: 7+
- CHASING PAPER – Giordana Petralia
Qualche stagione fa avere dalla propria un inedito scritto e firmato da Sia in persona avrebbe di per sè valso metà della vittoria finale. Ricordate Chiara con Eros Ramazzotti, Francesca Michielin con Elisa e Michele Bravi con Tiziano Ferro? Ecco, più o meno così. Peccato che, in questo caso, la canzone non sia chissà poi quale perla e che, soprattutto, arrivi ad un’interprete che non si può permettere di entrare nel complesso mondo di Sia se non provando a rievocarne stilemi ultra-personali che, ovviamente, lei non può rendere allo stesso modo. La voce si perde tra le note che, malgrado tutto, restituiscono una canzone potenzialmente adatta al mondo radiofonico (peccato che in Italia le radio non guardino affatto agli inediti dei talent show ma imparino ad apprezzarne i passi molto dopo). Il brano, malgrado non stellare, si meritava di più e lei si meritava una canzone diversa, più adatta alle proprie scelte. VOTO: 5
- CORNFLAKES – Eugenio Campagna
Il pupillo dell’anno di Mara Maionchi si gioca un inedito che, sicuramente, risulta essere il più attuale ed insieme il più tradizionale del lotto di un’annata non così fortunata musicalmente e televisivamente parlando. Ciò che, però, è importante è che il brano quello più facilmente spendibile per un futuro al di fuori della cornice del talent show televisivo e questo, per un’edizione dove non esiste un vero candidato alla vittoria, potrebbe pure portare Eugenio ad alzare il trofeo e a regalare a Miss Maionchi il terzo trionfo consecutivo. Una bella vocalità, un tema sufficientemente tradizionale come quello dell’amore ideale ed un ritornello che si fa canticchiare promettono bene. VOTO: 7.5
- ELEFANTE – Booda
A questo gruppo va riconosciuta tutta una serie di meriti a partire dalla grande competenza musicale e strumentale fino all’indiscutibile internazionalità dei riferimenti a cui anche questo brano si ispira. I tratti sperimentali rimangono, ovviamente, ben presenti anche in questo inedito che li porta a confrontarsi per la prima volta con l’italiano nel corso del loro percorso e che questo avvenga proprio per l’inedito solo Dio sa quanto sia importante e vitale discograficamente. Malgrado ciò il brano va a finire e a parare nella porta del troppo sperimentale per conquistare davvero le masse anche se in quel di X-Factor saranno in parecchi ad apprezzare queste aspirazioni. VOTO: 6+
- ENFASI – Sierra
Il gruppo di Samuel conferma con l’inedito quanto proposto fin qui come marchio di fabbrica della propria identità: un mix più o meno originale del linguaggio sonoro della corrente trap con il linguaggio e le tematiche più tipicamente pop-olari. Questa trap alleggerita è sicuramente funzionale alla cornice televisiva che li ospita e al pubblico mainstream che sempre più si trova a confrontarsi con sonorità di questo tipo ma che ancora (fortunatamente) non ha ancora imparato ad accettare certi linguaggi testuali. Piacevole, scorrevole anche se non è quel brano che ti fa saltare sulla sedia dall’entusiasmo. VOTO: 6-
- LIKE I CLOUD – Nicola Cavallaro
Il gigante buono di Mara Maionchi si confronta con l’inglese di un brano di Tom Walker che non è poi così difficile immaginare alle prese con questo tipo di canzoni. Nelle strofe la vocalità del nostro Nicola si perde non riuscendo ad esprimere tutto il sapore delle sue sfumature soul e blues ma poi nell’inciso la voce si rompe, il timbro si colora di black music ricordando da vicino quella del suo autore ed il brano decolla per gli amanti delle canzoni cantati dai timbri unici e riconoscibili fin dalla prima nota. Malgrado tutte queste particolarità vadano in senso contrario alle esigenze del mercato d’oggi il pezzo odora anche di orecchiabilità e radiofonicità il che non guasta. Peccato sia in inglese. VOTO: 7+
- GLUM – Davide Rossi
L’ultimo superstite di Malika Ayane sceglie l’inglese per debuttare sul mercato discografico e lo fa con la guida della sua coach che mette le mani ad un brano che restituisce tutta la classe senza tempo di cui da sempre è dotata la musica della Ayane. Malgrado la firma non sia della italo-marocchina si può assaporare benissimo la sua mano nelle scelte di rendere un po’ tutta l’atmosfera sospesa, retrò e particolarmente internazionale. L’unica pecca? Che il ragazzo non ne esca in prima persona: troppo simile a mille altre cose e troppo distante da una sua identità che, va ammesso, finora non si è ancora intravista. VOTO: 6+
Ilario Luisetto
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