lunedì 25 Novembre 2024

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SUGGERITI

XFactor 12: Musso volante – Le pagelle della seconda puntata di auditions

Dopo un inizio col botto si riusciranno a mantenere gli standard o si inizierà a scarburare?

Renza Castelli (Waiting In Vain): Una voce pulita che interpreta in modo classico Bob Marley, senza peró strafare troppo. Non brilla ma nemmeno fa schifo. Voto: 7-

Davide Celiento (Pride): Energico, potente, urlato, forse un po’ troppo. Peró la voce c’era, deve lavorare sull’interpretazione. Voto: 6.5

Camilla Musso (La sera dei miracoli): Non é assolutamente il mio tipo di voce, peró la bravura c’é, insieme anche alla grazia da interprete ed alla capacità di saper usare lo sguardo nel modo giusto. Inoltre l’esibizione in TV regala maggiormente quei brividini che sentì ai tempi di Rita Bellanza. Non male. Voto: 8+

Novel (Gigabyte): Classici hitmaker esti vi, la canzone sembra uscita da un disco di Benji & Fede ma é convincente, fresca e sa proprio di coca cola al limone. Canzoni leggere bisogna anche saperle fare. Bravissimi! Voto: 8-

Marco “Nasta” Anastasio (La fine del mondo): Uno dei rapper piú convincenti mai passati ad XFactor. Va ad occupare quello slot che doveva prendersi il povero Cranio Randagio. Flow fantastico, testo interessante sulla vita moderna, beat moderno e la giustissima cattiveria. Rivelazione! Voto:9+

Alessandro “Alo” Casini (Uomini che amano le donne): Una canzone interessante, ritmata e pazza contro l’omofobia. Uno dei profili “freak” mai visti su quel palco. Voto: 8/9

Luna Melis (Bang Bang/Bang Bang): L’ennesima sedicenne che si aggiunge al lotto dei giovani talenti di quest’edizione. Voce con venature soul, capacità di rappare fuori dal comune ed un’abilità nel suonare il piano. Io Canto si dimostra per l’ennesima volta fucina di talenti. Voto: 9-

Anna Boconcello (E La Luna Bussó): Una bella voce, forse un po’ troppo classica e da pianobar, ma interessante. Se tornasse tra qualche anno magari potrebbe benissimo entrare. Da migliorare l’emotività. Voto: 6+

Red Bricks Foundation (I wanna play with your heart): Così britpop da sembrare i Gallagher sotto effetto di LSD. Biascicano un inglese stentato ma hanno quel mood anni ’70 che non fa mai male. Voto: 7+

Leonardo Parmeggiani (Fly me to the moon): Classico come pochi, sia nel mood che nella scelta del pezzo. Bravo ma il rischio sbadiglio é dietro l’angolo.