Le pagelle degli Home Visit
Da venti si passa a dodici anche quest’anno e, come sempre, fervono le mille polemiche per determinate scelte non ritenute giuste. E’ vero che il livello del cast è medio-basso, anche non paragonandolo a quello spettacolare dell’anno scorso. Per la prima volta gli homevisit sono davanti ad un pubblico, in presenza degli altri giudici e di Alessandro Cattelan. Ma andiamo a vedere i promossi ed i bocciati.
Lorenzo Rinaldi – Too Much To Ask (Niall Horan): Ovviamente Niall è tutta un’altra cosa però il ragazzo mostra un bellissimo talento, reinventandosi con dolcezza e semplicità. Non è il nuovo Ed Sheeran ma può dare grandi soddisfazioni nel suo piccolo. Voto: 7.5
Daniel Acerboni – Rescue Me (One Republic): Lui è sempre il solito, con la sua particolare caratteristica vocale dovuta ad una ciste in gola. Il problema è che l’esibizione non è il massimo, stonicchiando qua e là e non raggiungendo grandi vette da fattore X. Peccato, perchè le potenzialità c’erano. Voto: 5.5
Enrico Di Lauro – When You Were Young (Adele): Adele è molto difficile da interpretare e rischia veramente di essere un suicidio. Enrico fa del suo meglio, senza strafare, entrando in punta di piedi nel mood delle canzone e disegnandola a leggere pennellate. Bravo, però riuscire a distinguersi da Lorenzo sarà un’impresa. Voto: 7
Davide Rossi – Virtual Insanity (Jamiroquai): Un bel pezzo, un grande pianista, un ottimo personaggio. E’ senza dubbio il migliore e più versatile degli under uomo e probabilmente quello più adatto ad andare lontano. Voto: 8+
Nuela – Sweet But Psycho (Ava Max) + Settimo Nano (Nuela): I suoi quindici minuti di notorietà li ha avuti, sulle cover si dimostra scarso ed inguardabile, e l’altro inedito è di una bruttezza micidiale. Torna a casa, giustamente, dopo aver lasciato ai posteri qualcosa di cui parlare. Voto: 4
Silvia “Sissi” Cesana – Ex Factor (Lauryn Hill): La migliore in assoluto, un talento raro, una grandissima interprete e performer capace di distinguersi per la voce e il mood soul. Pazzia non averla presa, poteva avere il quid della vittoria. Voto: 9
Beatrice Giliberti – The long and winding road (The Beatles): Una bella voce, una buona capacità di suonare la chitarra ma niente di più. Manca il fattore X, è un’esibizione più da karaoke che da altro. Deve crescere molto. Voto: 5.5
Maryam Rouass – Sciccherie (Madame): Lei è brava ed ha tutte le carte in regola per spaccare ma l’esibizione non va, sembra troppo una copia dell’originale, non riesce a mettere del suo in quello che fa e sembra di sentire il playback della giovane promessa veneta. Peccato, ma ci si può lavorare. Voto: 5+
Sofia “Kimono” Tornambene – People Help The People (Birdy): Una voce delicata, una dolcezza sopraffina, una capacità di non strafare che hanno in poche, le danno il permesso di portare una delle canzoni più inflazionate della storia dei talent show. Teniamola d’occhio ma attenti a non sopravvalutarla, potrebbe annoiare. Voto: 8
Giordana Petralia – Middle Child (J. Cole): Suonare l’arpa è un’impresa dura e lei ha più volte dimostrato di avere affinità con lo strumento. Stasera la vediamo anche approcciarsi al pianoforte e ciò toglie l’unica grande perplessità che avevo su di lei ossia quella della sua capacità di gestire altri strumenti. Deve però cercare di far venire meno il suo essere estroversa e confident, che viene già visto come arroganza, e imparare a spingere meno con la voce in certi passaggi. Voto: 7
Nicola Cavallaro – Leave a Light On (Tom Walker): Un vocione classico, di quelli che han sempre fatto bene all’interno del programma. Caldo, potente, sporco e capace di spostare tutti in un’eventuale finale. Non so se basterà per vincere di nuovo ma se Mara lo valorizza bene sarà uno spettacolo. Voto: 8.5
Gabriele Troisi – Ti ti ti ti (Rino Gaetano): Uno stile da cantautore consumato, una voce perfetta, una sofferenza nella voce ed una classe da vendere. Esce ma con mille rimpianti, ci si poteva costruire una perfetta storyline. Voto: 8
Tomas Tay – Faith (George Michael): E’ il più insipido dei 5, purtroppo. La sua esibizione è buona ma non regala nessun momento memorabile, risultando piuttosto standard. Voto: 5
Eugenio “Comete” Campagna – Futura (Lucio Dalla): Una delle migliori esibizioni mai viste agli home visit. Senza sbavature, preciso, sognatore, indie, in grado di portarci in una dimensione lontana ma con un suo stile riconoscibilissimo e fisso. Se mantiene questa media sarà il crack dell’edizione. Voto: 10-
Marco Saltari – Soul Train (Alborosie): La scommessa di Mara. Un rappresentante di un genere che in Italia non ha mai convinto, con una voce sporca ed un look non proprio da crooner. Vedremo cosa ne uscirà fuori, il ragazzo però è particolare e può essere un bel colpo nella categoria (mai troppo esplorata, povero Galup) reggae/funk. Voto: 7.5
Kyber – Whatever it takes (Imagine Dragons): Ah ma non era la cover band ufficiale del gruppo di Dan Reynolds? No, perchè sembrava. Poco originali. Voto: 4.5
Seawards – Cry me a river + Say My Name (Justin Timberlake + Destiny’s Child): La quota alternativa dell’edizione, particolari, oscillano tra il pop più nudo e crudo ad una dimensione più elettronica. Potrebbero veramente stupire o lasciarci alla seconda puntata. Voto: 8
Sierra – Mockingbird (Eminem): Più convincenti e più rap delle volte scorse, sembrano comunque arrivati lì per caso. Un po’ trap, un po’ conscious rap, un po’ sempre delirio del Papeete non so quanto potrebbero funzionare al grande pubblico. Voto: 6.5
K_Mono – La descrizione di un attimo (Tiromancino): Non all’altezza delle precedenti esibizione, sembrano più stanchi e sottotono del solito. La cantante è talentuosissima ma è l’insieme che non convince più di tanto. Voto: 6.5
Booda – Hey Mama (David Guetta): Federica Buda sa tenere il palco come nessun altro, hanno una grinta ed una “cazzimma” incredibile, anche se forse devono ancora migliorare in precisione. Ma possono essere la sorpresa dell’edizione. Voto: 8+
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