venerdì 22 Novembre 2024

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XFactor 13: La leva musicale della classe 2003 – Le pagelle della prima puntata dei bootcamp

Pagelle della prima dei Bootcamp

Non è più l’ora di scherzare, è giunta l’ora dei bootcamp, quella fase durissima dove si scelgono i cinque talenti che andranno agli home visit. Sono arrivati in più di 50 e dovranno rimanerne solo 20. I primi due a dover compiere le loro scelte sono Samuel, con i suoi gruppi, e Sfera Ebbasta, con le sue under donna. Andiamo a vedere cosa è successo, in una puntata ricca di polemiche.

LE BAND

Ophelya – No Roots (Alice Merton):  Inizia la serata questa band ligure tutta al femminile, composta da Arianna Casano, Bianca Maria Deconcini e Beatrice Bartolozzi. Loro sembrano crederci tantissimo e si gasano. La pronuncia difetta molto ma hanno quello spirito rock che impressiona. Dispiace, forse non ancora pronte. Voto: 7+

Kyber – As You Are (Rag N’Bone Man): Una delle band più interessanti dell’edizione, soprattutto per la voce del frontman Marco Scherzo. Ruvida e sporca ma perfetta per muoversi sulle dimensioni soul-black. Possono dare vita a diverse cose interessanti, vedremo eventualmente che percorso intraprenderanno. Voto: 8.5

Metriaksak – Metti che domani (Willie Peyote): Per la scelta del pezzo meriterebbero standing ovation e bacio accademico, peccato che poi tutto il resto sia praticamente inesistente. Voto: 4/5

Monkey Tempura – Take Me To Church (Hozier): Una band veramente interessante, con una cantante sofisticata ed intrigante, in un elegantissimo vestito blu. Note alte troppo esagerate forse, ma tutto sommato sono intrigantissimi e potrebbero essere un futuro crack della musica indie italiana. Voto: 7/8

Ambo i Lati – Get Lucky (Daft Punk ft. Pharrell Williams): Bistrattati un po’ ingiustamente ma in effetti non sarebbero stati troppo adatti sul palco di X-Factor, la loro arte nelle percussioni è più adatta in altri lidi. Voto: 5

K_Mono – Wicked Game (Chris Isaak): Giulia ci riporta un po’ in un altro mondo, con una bellissima versione di questo grande classico anni ’90. Potrebbero diventare i nuovi Moseek, ma devono stare attenti a non perdersi. Voto: 8.5

TNL – Miley (inedito): Stonatelli e con una canzone improbabile. Non nego però che potrebbero un po’ funzionare à la Boro Boro, in un mondo del rap un po’ trash. Fuori però da X-Factor. Voto: 4

Keemosabe – My Number (Foals): La migliore band dell’anno, infatti la loro eliminazione sconvolge un po’ tutti. Un cantante carismatico, dei componenti scatenati ed uno stile veramente coinvolgente che mischia rock ed indie. Peccato, davvero. Voto: 9

Accasaccio – Le vent nous portera (Noir Desir): Il folk è un genere che non attecchirà mai in Italia, per cui già portarlo sul palco di X-Factor sia una rivoluzione vera. Una formazione molto world music che tenta di dire la sua con un mix curioso e molto alla Sud Sound System di violino, percussioni ed ukulele. Simpatici ma non basta (almeno per i talent). Voto: 5.5

Sierra – New Rules (Dua Lipa): Una delle band più bizzarre che si siano mai viste su quel palco. Sembrano usciti dal Papeete, rappano in un modo totalmente inaspettato facendosi le doppie a vicenda, cambiano il testo della canzone facendo uscire un qualcosa di curioso ed un po’ cringe. Ho molti, moltissimi dubbi su di loro, spero agli Home Visit migliorino e mi stupiscano, perchè al momento non ci siamo. Voto: 5-

Booda – River (Bishop Briggs): Ha fatto una lunga strada la prezzemolina dei talent Federica Buda. Ora ha una band tutta sua, energica e potente, che le permette di spiccare il volo e di far risaltare la sua bellissima voce. Ci vuole un po’ di lavoro su alcune note, ma tengono di sicuro botta. Voto: 8+

Seawards – Blue Lights (Jorja Smith): Atmosfere particolari ed oniriche per questa band formata da ragazzi giovanissimi e che ha subito un improvviso ed inatteso cambio di formazione. Continuano a piacermi tantissimo perchè riescono proprio a portarti in un’altra dimensione. Tra i più interessanti. La quota alternative che ci vuole. Voto: 8+

Passano agli home visit: K_Mono, Kyber, Booda, Seawards e Sierra

LE UNDER DONNA

Claudia Ciccatteri – Nessun Dolore (Giorgia): La biondina rompe il ghiaccio con una versione un po’ troppo urlata e confusionaria del pezzo che fu prima di Battisti e poi di Giorgia. Ha bisogno di molta più esperienza, ancora un pochino acerba. Voto: 7-

Martina Maggi – Baby Can I Hold You (Tracy Chapman): Una prestazione convincente, sentita ed intesa della canzone, che fa rivivere quasi i brividi dell’originale. Bravissima, dopo la fantastica prestazione ad All Together Now torna a stupire. Voto: 8.5

Sara D’Elia – NMRPM (Gazzelle): Gazzelle is the new Calcutta. Ormai il cantautore indie ha superato i confini del suo genere e sta sfociando nel mainstream. L’esibizione è troppo standard, niente che faccia gridare al miracolo, una mezza banalità. Voto: 5

Arianna Del Giaccio – Irene (Pinguini Tattici Nucleari): Una scelta un po’ banale, visto che è la terza volta che sentiamo questa canzone negli ultimi anni. Lei è senza infamia nè lode, infatti il pubblico vuole la sua testa. Ho visto molto di peggio però. Voto: 6

Maria Sitjas – Morena Mia (Miguel Bosè): La voce è indubbiamente una delle migliori dell’edizione, peccato però che la giovane spagnola non sia abbastanza personaggio televisivo. Timidina, poco animale da palcoscenico e che porta effettivamente una canzone molto poco spendibile in Italia e su quel palco. Voto: 7

Lavinia Di Ferdinando – L’isola che non c’è (Edoardo Bennato): Una canzone stra abusata, con un arrangiamento un pochino più dolce, senza mai essere incisivo. Un’esibizione da karaoke che non vince nè convince, buona ma senza l’X-Factor. Ma ha tempo per crescere e migliorare. Voto: 6+

Silvia “Sissi” Cesana – Love on the brain (Rihanna): Un talento naturale. La gestualità è da rivedere ma la naturalezza con cui riesce a trasformare pezzi difficili in robetta semplice è da segnalare assolutamente. Potrebbe essere il nuovo crack dell’edizione, incrociamo tutto l’incrociabile. Voto: 9+

Sara “SEA” El Haddadi – Twerk (inedito): L’idea è buona, ma nel complesso si è veramente capito poco. Voto: 4.5

Miriana “Eclisse” Legari – Il cielo nella stanza (Salmo): Anche qua siamo quasi nel reato di abuso di canzone. La performance è carina, ma non memorabile. Niente che verrà ricordato negli annali insomma. Voto: 5.5

Maria D’Amico – Eye in the sky (Alan Parsons Project nella versione di Noa): Delicata, intimista, leggera e sognatrice. Preferisco di gran lunga la versione originale, ma si fa ascoltare. Peccato per le imprecisioni nell’uso della chitarra, che però non precludono l’esito, veramente meraviglioso, soprattutto per una voce tutta da formare e da scoprire. Voto: 8/9

Giulia “Doll Kill” Galitzia – XNX (Sfera Ebbasta): Una rapper seria che rappa in modo serio, lasciando poco al caso e riuscendo anche ad impreziosire la canzone con strofe sue. Ha avuto la sfortuna di capitare nell’annata in cui non si potevano assolutamente lasciare indietro delle quote acustiche. Ne sentiremo (ancora) parlare. Voto: 8+

Maryam Rouass – Uno squillo (Capo Plaza): Un’altra rapper interessante, sebbene nasca come cantante pura, un po’ ricalcando lo stile di Luna Melis. La sua storia personale è chiaramente una facile acchiappavoti ed il suo personaggio è veramente particolare, con una bellissima immagine di donna ribelle. Interessantissima. Voto: 8.5

Beatrice Giliberti – How I Feel? (inedito): Un inedito che non raggiungerà forse sei platini domani mattina ma che si fa sentire ed arriva diretto nella camera più nascosta del cuore. Lei forse non ha le caratteristiche necessarie per spaccare (anche come personalità) però al momento è veramente una gioia sapere che agli Home Visit la risentiremo. Joan Beaz. Voto: 7/8

Sofia “Kimono” Tornambene – La leva calcistica della classe ’69 (Francesco De Gregori): Il caso che più ha fatto discutere quest’anno. Una ragazzina semplice, timida, che va contro i dettami della moda, che basa la propria esperienza di vita sull’essere e non sull’apparire. E nonostante tutto ciò con una voce bellissima e dolce e tanto cuore a far da contorno. Da tenere senza dubbio d’occhio. Voto: 9.5

Giordana Petralia – Strange World (Kè): Le note alte totalmente bocciate, troppi vocalizzi urlati e quasi fastidiosi. Per il resto…lei è interessante, l’uso dell’arpa è particolare e promette diverse armonie, sebbene non riesca ancora ad andarci del tutto d’accordo. Però…è un’arma a doppio taglio, non può assolutamente usarla come coperta di Linus, sia per i tempi di accordatura sia per il sacrificio della varietà interpretativa. Mi riservo di giudicarla agli Home Visit, se deciderà di proporci solo lei, nella sua essenza, senza orpelli. Voto: s.v.

Passano agli home visit: Sissi, Maryam, Beatrice Giliberti, Sofia Kimono Tornambene, Giordana Petralia