venerdì, Aprile 19, 2024

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Zibba: “Impariamo a misurare le priorità, scegliendo un buon reverbero” – INTERVISTA

A tu per tu con il noto cantautore, al suo ritorno discografico con il nuovo singolo “Don’t panic

Tempo di nuova musica per Sergio Vallarino, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Zibba, artista che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni sia attività cantautorale, scrivendo per sé e per altri colleghi. “Don’t panic” è il titolo del brano rilasciato lo scorso 7 dicembre, che anticipa il suo nuovo Ep “Amore, Morte e Distrazioni” di prossima uscita.

Ciao Sergio, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Don’t panic”, quali sensazioni e quali riflessioni ti hanno accompagnato nella fase di scrittura del pezzo?

«Tante riflessioni, il momento era assurdo. Su tutto credo che la cosa più importante fosse poter comunicare il fatto che il bene non finisce. Solo il male lo fa. La parte buona delle cose continua a vivere.

L’accettazione intesa come soluzione per volersi bene».

C’è una frase del testo che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso del brano?

«“Porteremo tutto al punto di amarci come ossimori”, credo che questo racchiuda al meglio in concetto che sta dietro questa canzone». 


A livello musicale, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?

«Non me lo chiedo mai, seguo l’istinto e gioco più che posso. Sono finito in un miscuglio di disco funk, graffiti pop. Chiamiamolo un po’ come vogliamo. Sicuramente mi sto divertendo molto a produrre queste nuove canzoni».

Quali skills pensi di aver acquisito negli ultimi due anni? In particolare rispetto al tuo ultimo lavoro in studio “Le cose”.

«Quelle che si acquisiscono con il tempo e l’esperienza, nulla di che. Cresco come tutti. Imparo cose e poi ne sperimento altre. Continuamente. Nella musica è necessario, almeno secondo me. Non fermarsi a pensare a quello che sai, provare qualcosa di nuovo sempre». 


Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?

«Il fatto stesso che da un momento all’altro una cosa inizia a esistere. Fino a pochi minuti prima non era nulla, magari solo una piccola idea. E poi esiste, è una canzone». 


“Don’t panic anticipa l’uscita del tuo nuovo progetto “Amore, Morte e Distrazioni”, cosa dobbiamo aspettarci a riguardo?

«Un concept vero, racchiuso in tre Ep con tre mood differenti ma che in molti modi raccontano un unico mondo. Camilla Folino sta seguendo con me la genesi delle varie canzoni e sta dipingendo un trittico pittorico cubista che descrive il mondo raccontato nelle canzoni. I dettagli di questa opera saranno le varie copertine dei singoli e degli Ep, il tutto in continua trasformazione come le canzoni».

In un momento storico particolarmente gravato dalla pandemia, che significato attribuisci alla parola “panico”?

«Personalmente lo stesso di prima, ma credo che molti nel mondo abbiano avuto a che fare con questa sensazione soltanto a causa di questo momento storico così strano». 


Pensi che la stiamo imparando qualcosa da questa situazione?

«Credo di no, non come massa. Singolarmente ci sono sempre persone che hanno l’attitudine a imparare dai segnali esterni, ad ascoltare cosa capita. Ma generalmente mi pare che la situazione attuale stia solo portando fuori il peggio di tutti». 


Per concludere, a proposito di insegnamenti, qual è la lezione più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?

«Che possiamo e dobbiamo fare solo quello che vogliamo. Che non esistono i limiti, non esistono i confini. Dobbiamo solo imparare a passarcela bene con quello che abbiamo, misurare le importanze, le priorità. E scegliere un buon reverbero».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.