Il direttore artistico della kermesse instaura (finalmente) la dittatura
Già lo scorso febbraio Claudio Baglioni si era “scherzosamente” presentato in Rivera come il “dittatore artistico del Festival” ma poi, di fatto, aveva dovuto accontentarsi di un ruolo di comparsa. Perlomeno per quanto riguarda la cabina di regia. Se sul palco dell’Ariston l’artista di “Questo piccolo grande amore” è stato, in sostanza, l’artista più presente dal punto di vista canoro nei 5 giorni della kermesse, lo stesso non si può dire per quanto riguarda la reale impronta artistica lasciata dal cantautore sulla manifestazione canora.
Se Baglioni, infatti, ha riportato in scena a Sanremo una musica più matura, ispirata, cantautorale, tradizionale e, di conseguenza, anche più difficilmente digeribile da parte di radio e pubblico mainstream, dall’altro non è riuscito, sostanzialmente per motivi temporali, a plasmare a proprio gusto il meccanismo della gara dovendosi, al massimo, limitare a mettere in cantina le eliminazioni.
Dopo la riconferma del suo mandato da parte della Rai (qui tutti i dettagli) Baglioni pare già essersi messo al lavoro sulla cosa che più gli sta a cuore: rivoluzionare il meccanismo del Festival creando, forse, una spaccatura sensibile con un rodatissimo copione che negli ultimi anni era stato via via perfezionato dai suoi predecessori. Stando a quanto possiamo rivelarvi finora il direttore artistico starebbe pensando, e di fatto avrebbe già programmato, una netta svolta rispetto al passato.
Oltre a confermare l’annullamento delle eliminazioni la voce di Avrai, che mai ha calcato il palco di Sanremo in gara, ha in programma anche un “aumento” degli artisti in gara che passerebbero ad essere 24 prevedendo, però, una sola categoria. Sembra, quindi, imminente una nuova soppressione della categoria delle Nuove Proposte che andrà a confluire in una gara alla pari con artisti più noti ed affermati. Il medesimo tentativo era già stato messo in atto nel disastroso Festival del 2004, quando la direzione artistica di Tony Renis propose un’unica categoria dopo l’introduzione dei cosiddetti Giovani nel 1984 da parte di Pippo Baudo affiancato da Gianni Ravera.
Se tale novità dovesse essere confermata (come a noi già risulta con sufficiente certezza) la doppia serata televisiva in programma per i prossimi 13 e 14 dicembre dovrà essere completamente rivista limitandosi a selezionare soltanto 2 nomi tra i 20 presenti. I due selezionati accederanno di diritto nella rosa dei 24 artisti in gara affiancandosi ai nomi degli artisti più maturi e noti confrontandosi direttamente allo stesso livello.
Tale rivoluzione indubbiamente permetterebbe di concentrare l’attenzione del pubblico soltanto su due nuovi artisti, limitando, di fatto, la dispersione delle già pochissime risorse che, negli ultimi anni, andavano sempre più disperdendosi tra gli 8 selezionati. E’ anche vero, però, che in questo modo l’Ariston diventerebbe un sogno sempre meno accessibile e sempre più in mano alle logiche ristrettissime e impenetrabili della discografia che farà di tutto per accaparrarsi i due posti previsti ai danni delle piccole etichette che, talvolta, riuscivano a farsi notare proprio nella categoria delle Nuove Proposte. Più saggio sarebbe stato, forse, pensare ad una divisione delle categorie piuttosto che ad una concentrazione: Nuove Proposte, con artisti totalmente giovani e sconosciuti, Giovani, artisti venuti alla ribalta di recente magari grazie alla TV o al web, e Campioni, permettendo così il ritorno di nomi importanti sempre poco felici di doversi confrontare con i propri colleghi più giovani.
Ma non sarebbe tutto perchè Claudio Baglioni ha anche intenzione di riportare a Sanremo gli artisti internazionali recuperando l’abbinamento degli artisti in gara con un ospite straniero pronto a realizzare una nuova versione del brano presentato gareggiando al proprio fianco come già avveniva nei Festival del secolo scorso.
Ilario Luisetto
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