domenica 24 Novembre 2024

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Federica Abbate, guida all’ascolto del suo primo EP “In foto vengo male”

Esordio discografico per la cantautrice milanese, che si mette in gioco in prima persona dopo aver composto svariate hit che hanno dominato le classifiche italiane

Federica Abbate In foto vengo male“Roma-Bangkok”, “L’esercito del selfie”, “Voglio ballare con te”, “Nessun grado di separazione”, “Il diario degli errori” e “L’amore eternit”, sono soltanto alcune delle canzoni composte negli ultimi anni da Federica Abbate, considerata la “penna di platino” della scena pop italiana. Dopo aver lavorato in veste di autrice per Fedez, Baby K, Giusy Ferreri, Michele Bravi, Alessandra Amoroso, Francesca Michielin, Lorenzo Fragola e Fiorella Mannoia, per la ventisettenne milanese è giunto il momento di pubblicare il suo primo EP “In foto vengo male”, disponibile dal 18 maggio per Carosello Records, in cui sfodera le sue doti canore e mette in mostra un’innata vena interpretativa.

In questo mini album d’esordio sono presenti sei brani, i primi quattro singoli estratti “Fiori sui balconi”, “A me ci pensi mai”, “Mi contraddico” e “Pensare troppo mi fa male”, realizzata insieme a Marracash, oltre a due interessanti inediti, intitolati “Due volte” e “Oggi è un bel giorno”. Un progetto che segna per lei l’inizio di un nuovo percorso: «Mi auguro che in futuro non si parli della Federica che scrive, ma di quella che canta ciò che scrive», rivela con estremo entusiasmo parlando di questo suo battesimo discografico.

«Ho deciso di lasciarmi guidare dalla musica – spiega la cantautrice – senza pensare a quale fosse la strada migliore, è avvenuto tutto in modo naturale e spontaneo. Dopo aver scritto i brani inclusi in questo EP, mi sono accorta che erano molto personali, che parlavano completamente di me, molto più che in passato. Così ho deciso di tenerli per me, non affidarli ad altri, perché in ogni singola parola c’è un pezzo di me. Scrivere per se stessi o per altri è completamente diverso, reputo che oggi ci sia un livellamento autoriale, i parolieri con maggiore richiesta sono circa una decina e raramente compongono su misura un testo per un determinato artista, è più comune che siano gli interpreti ad adattarsi alle loro storie. Per questo motivo ho scelto di cantare questi pezzi, per la sincerità che non ho voluto snaturare».

In foto vengo male | Track by track

1. Pensare troppo mi fa male (feat. Marracash)
«Un brano dove ironizzo su uno dei miei difetti maggiori, cioè la tendenza a costruire delle ragnatele di pensieri in cui si rimane spesso intrappolati come in un loop. È un invito ad essere meno cerebrali e lasciare più spazio all’istinto. Ho voluto Marracash con me perché con lui ho iniziato il mio percorso dall’autorato al cantautorato».

2. Due volte
«Parla dello scorrere inesorabile del tempo che a volte porta al mutamento di un rapporto, con la conseguente paura di accettare il cambiamento, di accettare un nuovo inizio, di superare la paura di rimanere soli, di reimparare a camminare sulle proprie gambe senza rimandare continuamente».

3. A me ci pensi mai
«E’ una delle prime domande che una persona si fa quando viene lasciata e vede l’altro iniziare una nuova storia con un’altra persona. Un pezzo che rappresenta una sorta di flusso di coscienza, un continuo susseguirsi di immagini e di pensieri che riflettono sulla velocità con cui, tutto quello che hai costruito nel tempo, può dissolversi in un istante».

4. Mi contraddico
«Ognuno di noi ha dentro di sé una parte sbagliata e meno cristallina che a volte esce fuori e ci porta a fare scelte che, a posteriori, non avremmo voluto fare. È la nostra parte più contraddittoria di cui si preferisce non parlare ma con cui si deve imparare a convivere».

5. Fiori sui balconi
«Un brano che parla di me in prima persona, ma che può rappresentare anche la mia generazione perché racconta la difficoltà del vivere oggi, in questo mondo estremamente selettivo che fissa una rigida linea di demarcazione tra vincenti/perdenti, forti/deboli, accettati/esclusi».

6. Oggi è un bel giorno
«Nella vita, quante volte passiamo il nostro tempo a vedere il bicchiere mezzo vuoto e non mezzo pieno? A lamentarci di mille cose che ci mancano più che a goderci e a dare il giusto valore a quelle che abbiamo? Ci perdiamo in mille pensieri negativi e nel volere sempre di più, scordandoci del fatto che ogni giorno può essere bello, semplicemente perché siamo al mondo».

Le tracce di “In foto vengo male” sono state interamente scritte da Federica Abbate e prodotte da Takagi e Ketra: «Ho voluto far emergere quelle che sono le parti sbagliate di me, sentivo il bisogno di esprimermi in una chiave profondamente personale, al tempo stesso onesta e viscerale, senza vergogna e senza filtri, un po’ come nelle foto, oggi tendiamo a ritoccarle con le varie app installate sul nostro smartphone, io ho voluto far emergere gli scatti venuti male, quelli che solitamente cestiniamo all’istante e che, se ci pensiamo, rappresentano la nostra vera essenza, perché la coerenza ripaga sempre».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.