venerdì 22 Novembre 2024

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Giulia Casieri alterna cantato e fraseggi soul in “Come stai”

Tutto quello che c’è da sapere sul debutto sanremese della giovane cantautrice lombarda

giulia casieriDifficile collocare in un ambiente preciso il mondo musicale di Giulia Casieri, artista classe ’95 che mescola il pop al rhythm & blues, sporcandolo con atmosfere black e sonorità vicine agli anni ’60 e ’70. Ne rappresenta un esempio anche “Come stai”, una ballad figlia del soul bianco di Timi Yuro, Anastacia, Adele, Duffy e Amy Winehouse. L’inciso è abbastanza ripetitivo, ma nel complesso efficace  e adatto al palco dell’Ariston. Un brano di cuore che mette in risalto il timbro vocale della sua interprete, nonché autrice del testo insieme al produttore Andrea Ravasio.

Nonostante i suoi ventidue anni, Giulia sbarca al Festival di Sanremo con uno stile consolidato e un’identità artistica ben definita, il che lascia presagire una futura e gradita permanenza all’interno del panorama discografico italiano, comunque vada a finire questa avventura in riviera. Personalmente preferisco sia sempre l’artista a prevalere sulla canzone e non il contrario, come accade palesemente in questo caso, è sempre meglio avere un brano che ti rappresenti e che ti possa instradare in un percorso musicale a medio-lungo termine, rispetto ad un pezzo di maggiore peso al punto da poterti schiacciare. “Come stai” è il trailer di una film originale, forse un remake di una qualche pellicola internazionale, che incuriosisce e genera grande attesa per l’uscita in sala. Niente male per una ragazza così giovane e inconsapevolmente genuina.

Come stai | Video

Come stai | Testo

Sono tre quarti di giornata
che mi sento senza l’aria
sento un peso sulle spalle
torno poi leggiadra
sto così male da capire
che in realtà è tutta finzione
(te lo presento se vuoi)
lo vedo ormai come fosse
il mio migliore amico
che si allontanta quando
mi sento libera e via dai guai

Come stai
come sei
come dici cosa vuoi?
e mi chiedevano
come stai? come stai?

Come vai
come sei
come dici cosa vuoi?
tu dimmi come stati
dimmi almeno se ci stai

Ho disegnato mille case
nei miei tempi d’oro
ho preso a pugni le parole
che dicevo e non solo
tu non hai niente da dare
tu non hai niente da ridere
e mi dicevano di stare calma
di stare zitta, di stare dritta
c’erano botte, segni sul viso
le mani giunte nemmeno un sorriso
c’era chi mi ascoltava solo per soldi
oppure mi voleva solo sul tardi
c’erano piatti vuoti, visi stanchi
giochi storti, luci spente, liti accese
mia madre che mi manca anche se gira l’angolo
non trovo pace prego qualche strano angelo
mi trovi qui da sola a raccontarti in fila
la mia storia senza filtro e senza rima

Come stai
come sei
come dici cosa vuoi?
e mi chiedevano
come stai? come stai?

Come vai
come sei
come dici cosa vuoi?
tu dimmi come stati
dimmi almeno se ci stai

Sai è risaputo chi ha sofferto è più evoluto
non basta che mi ascolti, qui mi serve un vero aiuto
non basta chiedermi come stai?
tu non sei qui per me, sei solo qui per te
ma ti ripeto che non mi basta chiedermi

Come stai
come sei
come dici cosa vuoi?
e mi chiedevano
come stai? come stai?

Come fai
come sei
come dici cosa vuoi?
tu dimmi come stai
dimmi almeno se ci stai

Come stai, coem sei
come dici cosa vuoi
e mi chiedevano
come stai? come stai?

Come fai
come sei
come dici cosa vuoi?
tu dimmi come stai
dimmi almeno se ci stai

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.