Riparte il talent di Rai Due, giunto alla sua quinta stagione italiana. Sulle poltrone girevoli torna J-Ax e debuttano Al Bano, Francesco Renga e Cristina Scabbia
Dov’eravamo rimasti? Ah si, Elhaida Dani, Suor Cristina, Fabio Curto e Alice Paba, i quattro artisti che compongono l’albo d’oro dei vincitori di The Voice of Italy. Diciamolo, nessuno di loro fino a questo momento ha ancora lasciato un segno tangibile nel mercato discografico del nostro Paese, soprattutto in paragone agli altri talent show, anche se bisogna ammettere che in Italia è il format con meno edizioni all’attivo. Si è molto parlato di questo, attribuendo alla trasmissione colpe che non ha, visto che il compito è quello di lanciare cantanti, non di accompagnarli nel corso del proprio percorso, tant’è che era stato cancellato dai palinsesti di mamma Rai.
A due anni di distanza dal termine dell’ultima edizione, il programma ritorna con una stagione più snella, composta da otto puntate, con la prima fase attribuita alle tradizionali Blind Audition, il vero marchio innovativo del format. Come in passato, ogni coach dovrà selezionare per il proprio team dodici talenti, attraverso le solite “audizioni al buio”. La novità principale è che, nel caso in cui nessun giudice premesse il pulsante, le poltrone non si gireranno e il cantante tornerà a casa senza nemmeno scambiare due parole con chi non lo ha scelto. Insomma, un po’ crudele ma certamente più coerente. A partire dalla quinta puntata, si passerà ai Knock Out, con tre sfide all’interno della stessa squadra al termine delle quali si scenderà a un numero di quattro componenti per ogni team. La terza fase delle Battle, che corrisponde con la semifinale, determinerà i quattro finalisti che si contenderanno il titolo nell’accesa finale, il Live Show in programma il prossimo 10 maggio, l’unica serata in diretta che prevederà l’intervento del pubblico per scegliere il vincitore.
Alla condizione ci sarà Costantino Della Gherardesca, al debutto dopo tre edizioni targate Federico Russo, mentre la grande rivoluzione avverrà in giuria, con il ritorno come coach di J-Ax e l’esordio di Al Bano Carrisi, Francesco Renga e Cristina Scabbia, leader del gruppo metal dei Lacuna Coil. Quattro punti cardinali distanti anni luce l’uno dall’altro, che daranno carisma ad un format già collaudato, che necessita di un salto di qualità per consacrarlo anche nel nostro Paese, visto l’incredibile successo internazionale che riscuote nel resto del mondo. «E’ un’esperienza più nazionalpopolare rispetto a quelle che sono abituato a fare – racconta il neo conduttore con l’ironia dialettica che lo contraddistingue – ho scelto di accettare la sfida, sono felice e sono fiero di esserci, anche se i veri protagonisti saranno i nostri coach, credo sia una conquista averli con noi perché sono tutti impegnati nella musica, attivissimi con tournée e progetti discografici, compreso l’highlander Al Bano che è reduce da un concerto alla presenza di Putin, mi piace sottolinearlo: è cittadino onorario dell’Albania ed è stato il primo cantante non russo ad esibirsi al Cremlino, scusate se è poco! Poi c’è J-Ax, che oltre a rappare ha una sua etichetta discografica, fonte inesauribile di talenti, mentre Cristina Scabbia fa serate in tutto il mondo e con la sua band ha fatto sold out persino in Vietnam. Infine, c’è il grande seduttore Francesco Renga, che non ha bisogno nemmeno lui di presentazioni».
The Voice Of Italy | La conferenza stampa
The Voice Of Italy | La parola ai quattro coach
«Ho sempre amato questo programma perché ci lascia la libertà di scegliere esclusivamente in base alla voce e non ad altro – rivela J-Ax – l’immagine oggi rappresenta un peso determinante per molte scelte discografiche di tutti quelli che fanno scouting in Italia. Personalmente, quello che ho sempre cercato è la timbrica, trovare qualcuno che abbia uno stile diverso da quello che ci ha presentato fino ad oggi il mercato, tutto il resto è solo un contorno. Non è vero che coloro che sono usciti da questa trasmissione hanno interrotto la loro carriera. In molti hanno proseguito, sono entrati a far parte di alcune band, hanno calcato il palco di Sanremo e c’è chi ha cominciato a fare musical di successo in tutto il mondo, come la ma amica suorina che salutiamo. Con questo ci tengo a sottolineare come questo programma punti tutto davvero sulla voce, mentre gli altri talent no, lo so per esperienza. Oggi come oggi il grande successo arriva con i teen idol, mentre questo è un music show che cerca di tirar fuori l’impronta vocale dei concorrenti. Quello che viene dopo, per quanto ci sarà permesso, è in mano alla casa discografica e all’artista stesso, che dovrà fare le sue scelte, nel bene o nel male».
«Questa è una bella squadra – confessa Al Bano Carrisi – nella vita è sempre bello avere nuove esperienze e, alla mia veneranda età di settantacinque anni, questa avventura mi ha riportato indietro nel tempo a quando anch’io ho iniziato, muovendo i miei primi passi nella musica. Il programma si chiamava ‘Sette voci”, conduceva Pippo Baudo, c’era il famoso ‘applausometro’ ed era il pubblico a determinare il proseguo di ogni cantante nella trasmissione. A me è successo per quattro settimane di seguito, poi non avevo più canzoni e sono dovuto andare via. Quando penso a The Voice, mi vengono subito in mente Frank Sinatra e Ray Charles, ma anche i nostri Celentano e Morandi, tutta gente che appena apre bocca è in grado di regalare emozioni. E’ importante trovare personalità vocali interessanti e persone che abbiano interesse nel fare davvero questo mestiere, la passione è il segreto per resistere nel tempo».
«Nonostante i miei vent’anni di carriera alle spalle con i Lacuna Coil, mi sento la novellina di questo programma – afferma Cristina Scabbia – ringrazio la Rai per avermi voluto, perché ha dimostrato grande coraggio. Penso sia molto bello che si cerchi di portare avanti un mondo musicale che non appartiene al mainstream, la trovo una scommessa importante. Sono contenta di essere qui, oltre che la voce vorrei trovare la verità nei giovani artisti che andremo ad ascoltare, sempre più spesso i ragazzi sono alla ricerca della fama effimera, che non porta mai a nulla di buono. Sfondare, diventare famosi e arrivare primi in classifica non può mai essere l’obiettivo primario, ma la conseguenza di tanto duro lavoro. Ognuno di noi cercherà di insegnare che questa esperienza è solo una buona base di preparazione, che il difficile arriva dopo e che non esiste il successo immediato».
«Ho sempre fatto della voce e dello studio i binari della mia vita e della mia professione – racconta Francesco Renga – faccio sempre lo stesso stupido esempio: quando ci chiama un amico lontano, che non vediamo o sentiamo da tempo, la prima cosa che capiamo dal tono è il suo stato d’animo, questa secondo me è la magia della voce, prima ancora che del canto. Certo un talento che abbia l’urgenza di raccontarsi, di arrivare alle persone, qualcuno che non abbia un ‘piano B’ e sono qui per fiutare chi ha fame di comunicare il proprio vissuto attraverso la musica. Sin da giovane ho avvertito che il canto fosse la forma d’arte con cui esprimere me stesso. Questo i ragazzi devono capirlo subito, il mio motto all’interno di questa trasmissione sarà: se cerchi il successo, rinuncia adesso!».
Nico Donvito
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