mercoledì 25 Dicembre 2024

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5 curiosità sui più celebri canti di Natale

Alcuni interessanti aneddoti sui canti di Natale che accompagnano e impreziosiscono annualmente le nostre festività. Ecco 5 curiosità

Tra le melodie più riconoscibili del repertorio dei canti di Natale, troviamo numerosi brani di matrice anglo-statunitense, una delle tradizioni più prolifiche e longeve al mondo. curiosità Natale

Con l’approssimarsi delle feste, abbiamo raccolto alcuni tra gli aneddoti più curiosi, forse poco noti, inerenti a cinque storici brani legati al Natale, pezzi che tutti noi abbiamo canticchiato almeno una volta nel corso della nostra vita: da “White Christmas” a “Jingle bells”, passando per “Adeste fideles”, “Deck the halls” e “We wish you a merry Christmas”.

5 curiosità sui più celebri canti di Natale

White Christmas è il singolo discografico più venduto di sempre, con ben 50 milioni di copie distribuite nel mondo. Scritto nel 1940 da Irving Berlin, artista bielorusso naturalizzato americano, è stato inciso da numerosi interpreti (Bing Crosby, Louis Armstrong, Dean MartinNat King ColeElla FitzgeraldFrank Sinatra, Elvis PresleyTony Bennett e molti altri ancora), oltre che in svariate lingue. In Italia è conosciuto anche come “Bianco Natale”.

Il brano Jingle bells, lanciato da James Pierpont nell’autunno del 1857, originariamente era intitolato “One horse open sleigh” e dedicato al Giorno del Ringraziamento. Eseguito per la prima volta in una chiesa di Boston nel celebre Thanksgiving Day, ottenne un così grande successo da essere riproposto poche settimane dopo in occasione del Natale, tradizione che si estese a macchia d’olio nelle parrocchie di mezza America diventando, di fatto, uno dei classici canti del repertorio di questa ricorrenza. Nel dicembre del ’65 è stata la prima canzone eseguita nello spazio, intonata da due astronauti statunitensi.

Composto nel 1743, Adeste fideles” è un canto natalizio in latino, così antico da non riuscire ad attribuirgli alcuna paternità artistica. L’unico nome conosciuto è quello del copista del brano, cioè colui che trascrisse materialmente il testo e la melodia: John Francis Wade, a cui va attribuito il merito di aver riprodotto un pezzo che non aveva alcuna collocazione storica ma che rappresentava da tempo uno dei più popolari temi religiosi, conosciuto nella sua traduzione in lingua italiana come “Venite adoriamo”.

Deck the halls è tra i pezzi più amati dal popolo americano ma poco esportato nel mondo, pubblicato per la prima volta in Inghilterra da J. P. McCaskey nel 1881. Il testo della canzone, il cui autore è rimasto anonimo, è strutturato in tre strofe, ciascuna composta da otto versi e da un ritornello, in cui ricorre il noto motivetto “fa la la la la, la la la la”. Il brano fa riferimento ad una delle tradizioni natalizie per antonomasia: decorare le stanze con rami d’agrifoglio.

We wish you a merry Christmas è forse il canto più antico, la sua composizione (avvenuta nel sud dell’Inghilterra) risale al sedicesimo secolo, precisamente nel 1501. Oltre alla festività religiosa del Natale, le parole fanno riferimento anche alla ricorrenza pagana del Capodanno, unendo in qualche modo il sacro al profano in un augurio di speranza e serenità per tutti.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.