Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli radiofonici
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L’UNICA COSA CHE VUOI – Boomdabash
I Boomdabash (a sorpresa) rinunciano alla produzione interna di Takagi & Ketra per scegliere il nome in ascesa di JVLI che, in effetti, li costringe a sperimentare anche qualcosa di nuovo rispetto a quanto mostrato ampiamente con i tormentoni delle ultime annate. La partenza sfrutta la corda di una chitarra che poi si apre in un inciso dai sapori quasi dance che, visibilmente, propongono la band salentina in una dimensione nuova. L’intervento rappato nella seconda metà del brano riporta il tutto all’interno di un terreno più conosciuto primo che il ritornello vada nuovamente alla ricerca di un motivetto semplice da far girare nell’airplay. Tentativi d’innovazione. VOTO: 6+
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ALTAMENTE MIA – Bresh
Una storia d’amore è prossima a giungere al capolinea trovando diecimila motivazioni plausibili nelle cose della quotidianità spicciola. Alla fine, però, ci si rende conto che “ho bisogno di te” perchè “sotto sotto a noi piace litigare” rinnovando con forza il sentimento amoroso che unisce i due protagonisti. Bresh vive un periodo d’oro con la sua penna spesso ispirata e adatta alla logica dei nostri tempi. Qui la produzione esordisce quasi acustica per poi esplodere verso un inciso dalle diverse sfumature che esaltano bene anche una voce ritoccata dall’elettronica distorsiva. Ne esce una ballata contemporanea di quelle che raccontano l’amore quotidiano con nostalgia ma senza cadere nei cliché. VOTO: 7
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IL MIO NOME – Ernia e Mara Sattei
Ernia sceglie la voce di una Mara Sattei reduce dal Festival di Sanremo per il remix di una delle tracce del suo ultimo album da inviare in radio dopo il buon riscontro di “Bella fregatura“. La voce della brava vocalist s’incarica (prevedibilmente) d’intonare l’inciso rischiando di ritornare a quel ruolo secondario a cui spesso è stata relegata in passato al fianco di fin troppi duetti al fianco di rapper o presunti tali. Nel corso del brano, poi, la Sattei qualche spazio in più se lo prende giustificando la sua presenza. La canzone non è tra le migliori cose proposte fin qui da Ernia ma l’ascolto è piacevole. VOTO: 6
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L’ABITUDINE – Francesco Gabbani
Singolo del ritorno per Francesco Gabbani che presto sarà nuovamente in televisione per la seconda edizione del suo programma su Rai Uno. Musicalmente poco cambia nella ricetta proposta dal cantautore toscano anche in altre occasioni. Al suo fianco firma Fabio Ilacqua e produce Matteo Cantaluppi. Il pezzo riflette sul concetto dell’abitudine che s’impossessa velocemente della nostra vita oltre che dei sentimenti e persino della felicità. Non ha la forza di certe sue composizioni trascinanti poggiate su giochi di parole o fischiettii dall’intento radiofonico ma la canzone gira con facilità. VOTO: 7-
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DICONO – Maninni
Dopo la sfumata possibilità di partecipare all’ultimo Festival di Sanremo 2023, Maninni riparte da questo brano co-scritto e co-prodotto con Enrico Brun conservando quell’istinto pop-rock che da sempre caratterizza la sua musica e la sua penna. “Ti va se ci ridiamo insieme di tutti quei giorni che c’han fatto male?” intona nel ritornello Maninni crescendo con la voce su di una strumentale distorta dai sintetizzatori che ovattano il potenziale esplosivo dell’apertura prima che l’ascolto non prosegua, nota dopo nota, per il gran finale. VOTO: 6++
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MILLE VOCI – Mecna e Drast
Mecna è prossimo alla pubblicazione del suo nuovo album d’inediti ma per anticiparne il lancio sceglie questo brano per fungere da apripista radiofonico. La scelta è azzeccata per la forma-canzone di un connubio azzeccato tra i due artisti che accontentano i più giovani ma si apre anche allo scenario più popolare scegliendo per Drast un inciso arioso e sufficientemente neutro nelle destinazioni. Manca, forse, un apporto sorprendente del comparto produttivo dove non si registrano grandi scommesse ma la canzone scorre via liscia anche grazie a questa cauta normalità. VOTO: 6.5
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AMORETERNO – Michelangelo e Martina Attili
Michelangelo Vizzini recupera la voce di Martina Attili a distanza di tre anni dalla sua ultima comparsa musicale per questa collaborazione sufficientemente classica nella scrittura ma piacevole all’ascolto. L’apertura è tutta per l’ex-Amici che, poi, lascia spazio alla stella di X-Factor nella seconda metà della canzone per un cantato che accenna una successione rappata prima che l’inciso si apra tra gli spazi ariosi creati dagli archi. Le due voci insieme si completano vicendevolmente dando luogo ad una bella commistione timbrica. VOTO: 6+
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TI DIREI – Nitro
Il nuovo estratto radiofonico di Nitro accompagna la pubblicazione del suo nuovo album d’inediti, ‘Outsider’. Lo fa dando luogo ad una lenta ballata in cui l’artista vicentino trova gli spazi per dar luogo ad un racconto intimo, personale ed incentrato sul racconto di quella “parte peggiore di me”. Non c’è la necessità di un ritornello accattivante o dell’utilizzo di immagini troppo abusate. A catturare è la verità che una voce profonda come quella di Nitro comunica all’ascoltatore mentre ripercorre la propria vita. Il pezzo, poi, si apre con una componente ritmica per l’ultimo inciso ma il risultato rimane quello di un’atmosfera così intima da non poter essere scalfita. VOTO: 7
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FIORE DI GHIACCIO – Paola Turci
Ritrova la forma-canzone che le è più abituale Paola Turci dopo una “Caramella” che l’aveva vista sperimentare un suono più attuale ma più distante dalla sua necessità di espressione profonda anche dal punto di vista testuale. Stavolta, pur mantenendo lo spirito di una produzione più attenta alla dinamicità seppur in un clima acustico, Paola si concentra sul racconto del proprio rapporto con la figura paterna scavando nei propri ricordi di bambina. Ad uscire allo scoperto è il suo graffiato che s’impossessa della sua timbrica in alcuni passaggi creando un’emozionante dinamica vocale in alternanza alla delicatezza che le parole suggeriscono da sè. VOTO: 7/8
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ORANGE – Sfera Ebbasta e Luciano
Il ritorno in pista di Sfera in prima persona arriva con questo pezzo più duro che radiofonico. Poca l’originalità che il trapper propone nel corso delle sue strofe che usano ancora le immagini di “giro su una Lambo nera nella via” o di “mio fratello scappa dalla polizia: dentro il bagagliaio tiene qualche chilo”. E’ il richiamo di queste continue figure stra-abusate che renderanno il pezzo indigesto a chi questo immaginario non è mai piaciuto ma che, soprattutto, si spera stanchino anche chi c’ha già fatto i conti innumerevoli volte. C’è un limite a tutto, anche alla riproposizione delle solite due immagini. VOTO: 3
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Ilario Luisetto
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