A tu per tu con La Rappresentante di Lista, in occasione dell’uscita del nuovo album “Giorni felici”. La nostra intervista a Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina
Tempo di nuova musica per La Rappresentante di Lista, fuori con il nuovo disco “Giorni felici” disponibile per Woodworm / Numero Uno / Sony Music Italy da venerdì 25 ottobre sia in fisico che il digitale.
Anticipato dai singoli “Paradiso” e “La città addosso”, LRDL prosegue il lavoro di costante ricerca musicale e tematica. “Giorni felici” rappresenta una nuova evoluzione del suono in questo progetto in continua evoluzione.
I temi sono quelli cari a Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, prosegue così la loro indagine nell’emotività umana, messa in rapporto con l’altro e col mondo esterno.
La Rappresentante di Lista presenta “Giorni felici”, l’intervista
Partiamo da questi “Giorni felici” che prestano il titolo al vostro nuovo album, il quinto in studio. Come si è svolto il processo creativo di questo lavoro?
Dario: «È stato un lungo percorso, perché per la fine l’ultimo disco in studio era del 2021. Quindi, in qualche modo sono stati tre anni di gestazione in cui abbiamo lavorato a queste canzoni e ci siamo interrogati tanto sulle cose da dire. Abbiamo vissuto i contrasti che poi sono diventati questi “Giorni felici”, il tutto con una ricerca sonora approfondita. Ci siamo concessi il tempo di lavorare tanto su questo aspetto e siamo stati in giro per il mondo, da New York a Londra, e abbiamo incontrato dei musicisti incredibili. Questo disco è in qualche modo il frutto di questi tre anni di ricerca, emotiva e sonora».
Qual è l’idea centrale che ha guidato la creazione di questo album?
Veronica: «Alla fine, credo che siamo sempre noi. Ho setacciato rapidamente i vari file che costituiscono la mia vita e anche questo disco, ma tutto è abbastanza riconducibile a questa grande storia che è poi il nostro duo, il nostro progetto. Partiamo sempre da noi per indagare su quello che succede poi all’esterno. Gli input iniziali sono le nostre paure, i nostri sogni, le nostre gioie e pure le sofferenze. Perché se tocchi con mano quello che vivi allora ne sai parlare e lo conosci abbastanza bene. E lo indaghi soprattutto da vicino. Così succede che alcune volte si riflette nel mondo che osservi, vedi riproporsi delle situazioni molto simili e soprattutto partendo da una dimensione molto intima in realtà scopri quanto abbia a che fare con l’intero universo, con la società, con quello che ti gira intorno».
Questo progetto è stato anticipato dai singoli “Paradiso” e “La città addosso”. Due pezzi che proseguono e identificano un certo sound. Che tipo di lavoro c’è stato dietro la costruzione del sound di “Giorni felici”?
Dario: «Sì, è tutto più organico. Effettivamente il tema principale della ricerca che abbiamo effettuato su questo disco era quello di trovare un sound con una band che poi ci avrebbe seguito in tour. E così è stato. Quindi effettivamente le chitarre, ma anche la presenza di alcuni giri di basso, che in qualche modo da “Ciao ciao” ci hanno contraddistinto, ha portato a questa evoluzione. È stato molto semplice in fin dei conti, abbiamo preso i nostri musicisti e ci siamo chiusi insieme in studio. Per noi è molto importante lavorare con i musicisti che poi vi seguono dal vivo a restituire sia nell’album che al concerto un po’ la stessa dimensione».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche vi rendono orgogliosi di questo disco e del vostro ritorno?
Dario: «Tutta la parte musicale penso sia stupenda e lo posso dire perché non sono in primo luogo l’autore di molti pezzi, ma ci sono appunto un sacco di musicisti che hanno suonato con noi, quindi non mi sento di auto-compiacermi. La copertina è un’altra vetta che abbiamo toccato. E poi, nonostante alcune nazioni abbiano più di tre anni, mi sento totalmente dentro questo percorso».
Veronica: «Sì, aggiungerei per me anche l’adesione, l’onestà. Cioè, mi sento di aderire completamente a questo disco, ci sono proprio, ci sto dentro bene».
Nico Donvito
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