L’arista toscano alle prese con il suo arguto pop didattico, tra ironia e reminiscenze scolastiche
Archiviato il successo del Festival di Sanremo ed ottenuta una pizza aggratis a nostre spese, per Lorenzo Baglioni è arrivato il tempo del lancio discografico di “Bella, prof!”, un album che spazia tra i generi musicali e che, se ascoltato con la giusta attenzione, vi garantirà tanti crediti formativi, più di quanto abbiano mai fatto i corsi Cepu. Artista a tutto tondo, dopo essersi dedicato all’insegnamento della matematica per ben due anni, ha scelto di intraprendere la strada della recitazione, alternando l’impegno teatrale ad esilaranti esperimenti bischero-scientifici, diffusi attraverso il web.
La tracklist del disco (pubblicato lo scorso 16 febbraio) è composta da dodici canzoni, ogni traccia fa riferimento ad un preciso argomento didattico e rappresenta un tributo ad un genere musicale differente, il tutto con grande autoironia e senza mai sconfinare nell’ordinario o trascendere nella banalità. L’ascolto si apre a tutto pop con “Le leggi di Keplero”, ripassone sulla geografia astronomica che vanta l’ausilio di sonorità prese in prestito dagli anni ’90, tipiche delle boy bands britanniche: un accostamento che nessuno fino ad oggi aveva mai osato, ma estremamente funzionale e tra i più riusciti dell’intero album.
Dai Backstreet Boys a Luis Fonsi con “El corazón”, brano reggaeton che spiega il funzionamento dell’organo centrale dell’apparato circolatorio a ritmo latineggiante con un’arguta e dettaglia capacità di narrazione che tanto ricorda le nostalgiche puntate di “Siamo fatti così”. Un pezzo che si candida di diritto a diventare una delle hit della prossima estate e che, di sicuro, accompagnerà le afose vacanze di tutti quei ragazzi che a settembre accederanno al test di ammissione della facoltà di medicina, diventando il primo tormentone socialmente utile al mondo.
Si prosegue con “Il congiuntivo”, singolo che lo ha consacrato al grande pubblico presentato sul palco dell’Ariston, attualmente ai vertici delle classifiche radiofoniche, che delinea il manifesto di questo concept album comico-educativo. Stile melodico, sanremese per l’appunto, per un brano di denuncia nei confronti del maltrattamento della grammatica, che smuove le coscienze e rappresenta un primo passo verso la riabilitazione della nostra amata lingua italiana.
L’impegno sociale per la divulgazione dell’ortografia grammaticale (o “drammaticale” che dir si voglia) prosegue anche ne “L’apostrofo”, con la cassa che nell’inciso “pompa di brutto”, per usare il gergo giovanile dei nostri giorni, a sostegno di un intramontabile po-po-poro-poro-poppò. Dalla dance all’hip hop, l’ascolto prosegue con “Il piano inclinato” e “Logaritmi”, due brani che mescolano il mondo del rap alla fisica e alla matematica, portando le teorie di Galilei e di Nepero dai banchi di scuola ai ghetti dei quartieri di periferia, passando per i peggiori bar di Caracas. Ripetizioni di latino ne “La perifrastica passiva”, pezzo che risveglia una “lingua morta” a tutto bpm.
Principi algebrici ne “Il teorema di Ruffini”, che non ha nulla da che invidiare a quello di Ferradini, fino a questo momento musicalmente più conosciuto. Se nella hit datata 1981 si insegnava a prendere una donna e a trattarla male, in questa canzone si spiega come riuscire a scomporre un polinomio, aspetto che applicato all’attuale contesto della nostra società ci svela, in parole povere, come sbocciare e rimorchiare al meglio in discoteca, aspetto importante almeno quanto le funzioni aritmetiche. Si prosegue con il romanticismo misto chimica de “Il modello atomico”, pezzo che scomoda addirittura il tanto acclamato bosone di Higgs e ci riporta al “baby baby” tanto caro ai Backstreet Boys.
Ripasso sui minerali a tempo di punk ne “La classificazione dei silicati”, che si schiera contro i poteri forti della scienza, mentre basta un tocco di freestyle per approfondire le reazioni chimiche de “Le ossidoriduzioni”. L’ascolto si chiude con la ballad “I principi della termodinamica”, un arrivederci (si spera) ad un nuovo capitolo didattico-discografico, perchè ci sono ancora tanti altri argomenti da approfondire e generi musicali da esplorare. Ad esempio, si potrebbe osare parlando di analisi logica a tempo di liscio, oppure di radicali liberi a ritmo di rock psichedelico, mescolare gli spazi vettoriali con il jazz, il gerundio con il blues, la meccanica quantistica con il country, i dittonghi con il reggae, le declinazioni del greco antico con l’elettronica, la geometria euclidea con il folk, l’antimateria con il trap, la tavola periodica di Mendeleev con l’R&B, le fasi lunari con l’heavy metal e chi più ne ha più ne metta.
Bella, Prof! | Tracklist
1. Le leggi di Keplero [feat. Supplenti Italiani]
2. El corazón [feat. El Profesor]
3. Il congiuntivo [feat. Studenti per Caso]
4. L’apostrofo [feat. Il Pedante]
5. Il piano inclinato [feat. I.L. P.R.O.F. & Iacopo Melio]
6. Logaritmi [feat. Dark Prof Gang]
7. La perifrastica passiva [feat Prof Sinclair]
8. Il teorema di Ruffini [feat I.L. P.R.O.F.]
9. Il modello atomico [feat. Supplenti Italiani]
10. La classificazione dei silicati [feat Proffspring]
11. Le ossidoriduzioni [feat I.L. P.R.O.F.]
12. I principi della termodinamica [feat. Supplenti Italiani]
Per concludere, “Bella, Prof!” è un disco solare e divertente, che mette in risalto con ironia quelle che possono essere le nostre lacune scolastiche: magari non ci insegnerà ad usare alla perfezione la consecutio temporum oppure a distinguere le orbite circolari da quelle ellittiche, ma il buon Lorenzo Baglioni ci avrà di sicuro strappato un sorriso… scusate se è poco.
Nico Donvito
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