Recensione del nuovo sorprendente album d’inediti del giovane ma profondo Ultimo
Dopo il sorprendente esordio con il raro gioiellino dell’album Pianeti (qui la nostra relativa recensione) Ultimo è approdato al Festival di Sanremo 2018 risultando il vincitore della categoria Nuove Proposte e lanciando il suo secondo lavoro discografico dall’emblematico titolo Peter Pan. 16 nuovi brani inediti, tutti scritti e composti dallo stesso giovanissimo artista che puntualmente si dedica al racconto della vita partendo dagli occhi di chi si sente ultimo dentro e ha voglia di raccontarsi a chi condivide il suo essere.
Manifesto e bandiera del progetto è quella Il ballo delle incertezze che dal palco del teatro Ariston ha preso il volo chiedendosi “se c’è un senso a tutto questo” viaggiando tra intimità e potenza d’espressione, tra pop e rap, tra il pianoforte dell’apertura intima e sussurrata e la batteria del secondo inciso in cui esce allo scoperto l’energia. Un ragazzo di appena 22 anni si guarda dentro e trovando nei sogni la ricetta per “stare in pace con te stesso e col mondo” scopre il segreto della vita.
Per il resto dell’album Niccolò viaggia nel suo mondo intimo e personale con gusto e un’innata capacità autorale capace di unire con coerenza i linguaggi, musicali e non, di ieri con quelli di oggi. C’è il ritmo spensierato, leggero e solare di Canzone stupida, in cui risuona l’immancabile oh-oh-oh, ma c’è anche, e soprattutto, la profondità della title track, Peter Pan – Vuoi volare con me?, che si destreggia con eleganza in un “posto in cui volano stelle e se alzi il braccio puoi prenderle tutte“.
È in questi territori che Niccolò Moriconi si concentra maggiormente dando il meglio di sé stesso mettendo in campo profondità e arrangiamenti minimali. Dalla dedica d’amore infinita ma concreta di La stella più fragile dell’universo, tutta cantata su piano ed archi per raccontare l’amore come “l’unico appiglio in un mondo di mostri”, si passa alla struggente Vorrei soltanto amarti in cui si fanno largo i rammarichi che prendono corpo con la crescente dinamica vocale.
In Peter Pan c’è lo spazio giusto per un linguaggio maturo, cantautorale e adulto con cui Niccolò può confrontarsi per raccontare sé stesso, il suo vissuto e il suo vivere. Se c’è la poesia dei grandi cantautori di un tempo, Fossati e De Gregori si vedono chiaramente nella struggente partenza di Buon viaggio, c’è anche l’occasione giusta per cercare il più giusto brano leggero per la rotazione radiofonica estiva che potrebbe apprezzare Dove finisce il mare, più matura e compiuta delle “fanciullesche” Poesia senza veli, cantata con un coro si bambini, e l’originale Il vaso, unico brano ad essere stato scritto a 15 anni e che, in effetti, risulta essere la traccia più acerba del lavoro.
Nel lungo ed intenso viaggio proposto dalle 16 tracce dell’album c’è spazio sia per la riflessione interiore, avvolti dal crescente desiderio di scoprirsi davvero “per sentirmi vivo e non è semplice” come si racconta nella più lucente perla di Ti dedico il silenzio, che per la stravaganza di Domenica, in cui la dinamica melodica si fa spensierata portando con sé anche il cantato che con maturità racconta la consapevolezza di vivere già al di là dell’esistente presente, ben diverso dal prossimo futuro. Lo schema compositivo di Cascare nei tuoi occhi si riflette anche in Le stesse cose che facevo con te in cui Ultimo vive il presente con “lei” mentre pensa al passato con “te”.
L’album si chiude con una tripletta di brani acustici capaci di restituire l’essenza nuda e cruda di una scrittura semplice ed intensa come quella di Ultimo. La casa di un poeta e Farfalla biancaadottano un arrangiamento fatto solo con il pianoforte che fa risaltare il timbro deciso della voce di Niccolò che così dà spazio alla sospensione del tempo di cui si fa creatore. Forse dormirai pone definitivamente la parola “fine” al racconto con un suono quasi da club jazz che regala ad Ultimo l’ennesima possibilità di mettere in campo tutta la sua delicatezza vocale ed interpretativa.
Peter Pan è un album che di Ultimo è in grado di restituire un’immagine e una visione sufficientemente completa e definita. C’è spazio per l’area più spensierata e leggera come anche per quella più profonda, matura ed evocativa che ricorda l’interpretazione e lo stile di scrittura del Tiziano Ferro più cupo. Ad essere sommariamente oscurata è quell’intenzione pop-rap che più prepotentemente ed efficacemente era stata messa in luce nel primo lavoro discografico dove usciva più chiaramente la rabbia ed il cantato dinamicamente vario che poneva la musica di Ultimo come un linguaggio sufficientemente nuovo ed interessante. Meno efficace risulta, a tal proposito, l’effetto più appiattito verso la dimensione pop di questo secondo lavoro che in diversi frangenti pare aver perso proprio quel brio di novità e originalità. Ultimo, però, conserva dentro di sé la sua caratteristica di maggior forza: una capacità autorale importante ed impostata al racconto della vita e dell’interiore che, se ben coltivata, potranno certamente permettere ottime cose.
MIGLIORI TRACCE: Il ballo delle incertezze / Peter Pan – Vuoi ballare con me? / Ti dedico il silenzio
VOTO COMPLESSIVO: 7/10
Ilario Luisetto
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