L’incontro con la giovanissima artista romana che ci racconta i retroscena del suo secondo progetto discografico, disponibile a partire da venerdì 13 aprile
Tempo di nuova musica per Federica Carta, reduce da un anno denso di soddisfazioni professionali: dalla partecipazione ad “Amici” di Maria De Filippi alla pubblicazione del suo primo omonimo disco, passando per la fortunata collaborazione con Shade e il debutto televisivo con la conduzione del programma “Top Music”, in onda su Rai Gulp. Si intitola “Molto più di un film“ il suo secondo album, che arriva a distanza di poche settimane dal lancio del singolo “Sull’orlo di una crisi d’amore“, nato in collaborazione con i La Rua.
Ciao Federica, ben ritrovata su RecensiamoMusica. Che sapore ha per te questo nuovo progetto discografico?
«Il sapore della felicità, sono orgogliosa di questo lavoro e, soprattutto, di quella che sono e sto diventando. Sono cresciuta tanto rispetto allo scorso anno, man mano col tempo riesco a tirar fuori e a scrivere cose che parlano di me al 100%. “Molto più di un film” è un titolo molto importante, che deriva dall’omonimo singolo apripista dell’intero progetto, che ho scritto insieme a Giulia Anania e Marta Venturini. In questo album mi sono messa maggiormente in gioco anche come autrice, firmando più pezzi rispetto al mio precedente progetto».
A proposito di film, l’ascolto di un disco possiamo paragonarlo ad una sceneggiatura cinematografica, una narrazione che suscita suggestioni. Come hai selezionato l’ordine delle undici tracce presenti in scaletta?
«Inizialmente volevamo inserirle in maniera casuale, poi abbiamo cominciato a sperimentare diversi metodi, realizzando delle playlist di iTunes per ascoltare come suonavano le tracce una dopo l’altra. Abbiamo cercato di rendere il tutto omogeneo, non mettendo due ballad vicine ad esempio o aprendo l’album con canzoni più d’impatto, piccoli accorgimenti che ci sembravano importanti per l’ascolto finale».
Come secondo titolo della tracklist spunta “Sull’orlo di una crisi d’amore”, com’è nato l’incontro artistico con i La Rua?
«Daniele, il frontman della band, ha scritto questo pezzo dopo la conclusione di una storia d’amore. Avendola vissuta anch’io mi sono rispecchiata subito in questa canzone, sin dal primo momento in cui l’ho ascoltata. Sono contenta di questa collaborazione, perché mi ha portato tanto sia a livello artistico che personale».
A breve partirai in tournèe, come stai vivendo questa attesa? Puoi darci qualche anticipazione?
«Sto vivendo questa attesa con parecchia ansia, ma di quelle agitazioni sane, che è giusto avere. Proprio in questi giorni sto facendo le prove del tour: è quasi tutto pronto, manca solo l’allestimento finale. Nel complesso, lo trovo uno spettacolo molto bello e più personale rispetto alle due anteprime live che ho fatto qualche mese fa, perché ovviamente si trattava della prima volta su di un palco tutto mio e non sapevo bene come gestire la cosa. Sicuramente ci sarà divertimento e molto più movimento, perché con questo disco ci sono pezzi più up-tempo e mid-tempo. Come spoiler, posso dirti che non farò cover, forse solo una che mi rappresenta molto, per il resto canterò i miei due album più l’aggiunta di “Irraggiungibile”. Sia Shade che i La Rua hanno promesso di venirmi a trovare in più date possibili».
A proposito di “Irraggiungibile”, a cosa si deve la scelta di non inserire una hit così d’impatto nel disco?
«Ci abbiamo pensato molto, avevamo valutato anche l’ipotesi di realizzare una seconda parte con lo stesso Shade, tipo “Love the way you lie” di Eminem e Rihanna. Siamo stati un po’ combattuti sull’inserirla o meno, ma alla fine abbiamo riflettuto sul fatto che, fortunatamente, si tratta di un pezzo che ha avuto già parecchia esposizione, al punto da sentirmi in dovere di lasciare spazio a cose nuove».
Prima di lasciarci, volevo chiederti: qual è il messaggio che vorresti venisse recepito dal pubblico con l’ascolto di questo tuo secondo capitolo discografico?
«Tutto quello che viviamo è vero e bisogna dargli la giusta importanza. Dobbiamo credere in noi stessi, senza finzioni e senza badare troppo alle apparenze, a ciò che vediamo, anche in riferimento ai social network, ad esempio, la nostra esistenza è altro e a volte sembra che se non condividi con il mondo una determinata situazione significa che non è accaduta realmente. Ovviamente non è così, la vita va oltre ciò che traspare nelle storie di Instagram, per l’appunto, tutto è molto più di un film».
Nico Donvito
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