venerdì 22 Novembre 2024

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The Kolors e l’unicità rimasta intatta anche in italiano

Stash e compagni protagonisti di un 2018 che profuma di rivoluzione, senza snaturare la propria identità

Sanremo 2018 - The KolorsConvincono e stravincono anche in italiano i The Kolors che, nonostante la loro giovanissima età, possiedono uno stile ben definito e riconoscibile, ispirato da ascolti internazionali e reso unico dal necessario passaggio alla lingua italiana. Un processo inevitabile, che in passato è toccato ad artisti come Raf, Ivana Spagna, Jovanotti, gli Eiffel 65, Alexia, Elisa, Mario Biondi, Malika Ayane, fino ai più recenti Lorenzo Fragola e i Maneskin.

Stando al sito dell’EF EPI, secondo un’accurata indagine, l’Italia figurerebbe allo stato attuale al trentatreesimo posto nel mondo (su un totale di ottanta Paesi) per la conoscenza della lingua inglese scritta e parlata, al ventitreesimo tra le nazioni europee. Questo dato, per certi versi allarmante, è decisamente indicativo e lascia presagire una certa lungimiranza da parte degli artisti che dirottano le proprie produzioni musicali sul made in Italy. Parliamoci chiaro, negli anni ’80 faceva figo cantare in inglese, anche in maniera abbastanza maccheronica, in più si esportava ancora tanta musica, mentre oggi è fondamentale concentrarsi su un solo mercato per non dispendere troppe risorse economiche, soprattutto in questo momento di apparente ripresa discografica.

Il processo di italianizzazione dei The Kolors, dunque, potrà pure essere stato suggerito da questa analisi, per puro istinto di sopravvivenza, ma è altrettanto importante sottolineare la coraggiosa scelta di debuttare in questa nuova veste al Festival di Sanremo, sul palco più ambito e difficile d’Italia, con Frida (mai, mai mai), brano che si è posizionato al nono posto della classifica finale. Per i vincitori della quattordicesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi, è stato un azzardo ma, si sa, senza rischi non si crea nulla di grande e si resta incastrati nella propria zona di comfort. In questo caso, il sound è rimasto invariato, ciò che è cambiato è il codice con il quale viene lanciato il messaggio, rispettando una sola e unica regola: non avere regole.

Stash, Daniele e Alex, hanno ampiamente dimostrato di essere un’inedita e solida realtà della nuova scena musicale italiana, pur restando ancorati alle proprie radici anglofone, senza snaturare la propria identità. Nel nuovo singolo Come le onde, questo concetto viene accentuato con credibilità a ritmo di percussioni e chitarre funky, le stesse convincenti sonorità di “Everytime”, “Why don’t you love me?”, “Ok”, “Crazy” e di tutti gli altri successi della giovane band. In sintesi, la loro reale forza è cantare in italiano, perché in inglese i riferimenti artistici si sprecano e si disperdono, mentre nella nostra lingua trovano la giusta collocazione rappresentando quel qualcosa di unico che, onestamente, ci mancava.

Come le onde | Video

Come le onde | Testo

Lo sai di noi nessuno sospetta
la nostra storia brucerà in fretta
ti vedo nei locali coincidenze astrali
ti ho amato che tu sia maledetta
sai che siamo solo sospesi
che un bacio non misura due pesi
amore un manicomio abbiamo il monopolio
quanto valgono i giorni già spesi

E così te ne vai per un anno in un’altra città
è chiaro il fatto che non ci rimane più tempo ma questa sera
ci stiamo ancora addosso
e la tua pelle è come le luci di casa
e te lo riconosco
non te l’ho mai nascosto

Facciamo come le onde
via lontano e poi ritorniamo
questa vita è folle
come un bacio mentre litighiamo
voglio fare un ponte
che dalla mia testa mi porta da te
che dalla mia testa mi porta da te
che dalla mia testa mi porta
facciamo come le onde
facciamo come le onde
facciamo come le onde

Sono un mago della danza e merito dei drink
se non la faccio bere ho paura che mi lascia
fare l’amore in spiaggia va bene per i film
ma nella vita vera la sabbia ti graffia
facciamo gara a letto è una favola di sport
cavalco le tue curve con la tavola da surf
si può gridare tanto sono tutti al mare
con le pinne il fucile e le occhiaie
con te non vado a Mykonos
lontano dall’oceano ma sono pacifico
mi godo il panorama che ho di fronte
su e giù tutta la notte
facciamo come le onde

E così te ne vai per un anno in un’altra città
è chiaro il fatto che non ci rimane più tempo ma questa sera
ci stiamo ancora addosso
e la tua pelle è come le luci di casa
e te lo riconosco
non te l’ho mai nascosto

Facciamo come le onde
via lontano e poi ritorniamo
questa vita è folle
come un bacio mentre litighiamo
voglio fare un ponte
che dalla mia testa mi porta da te
che dalla mia testa mi porta da te
che dalla mia testa mi porta
facciamo come le onde
facciamo come le onde
facciamo c0me le onde

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.