Recensione del nuovo album d’inediti della cantautrice
Sono passati ormai più di due mesi da quando “On”, il diciannovesimo album d’inediti di Elisa Toffoli ha debuttato sul mercato, ma ho voluto attendere, ascoltarlo con calma, assimilarlo e capirlo fino in fondo prima di schierarmi tra coloro che già lo amano o coloro, invece, che l’hanno criticato dal primo momento. Il responso? “On” è un gran disco, uno dei più belli di quest’annata e probabilmente non solo. Il peccato per cui è stato messo sotto accusa dai cosiddetti “critici” ma anche da alcuni fan? L’essere pop, estremamente, tremendamente pop dal midollo alla cute. E quindi mi chiedo io? Viviamo in un epoca in cui il mainstream è pop, ogni cosa che passa in radio è pop, tutto ciò che sta in classifica è pop. Elisa non ha fatto altro che essere contemporanea a questo periodo musicale ma l’ha fatto a suo modo scegliendo arrangiamenti studiati e innovativi, testi semplici ma con un messaggio ben preciso e una voce che, manco a dirlo, è probabilmente nell’Olimpo della musica italiana dei nostri giorni e non solo. E’ qui, a mio dire, il vero errore che ha compiuto chi ha bocciato a priori questo disco anche solo guardando la simpatica copertina raffigurante un innocuo gattino. L’hanno ascoltato quest’album? E soprattutto hanno capito chi è l’Elisa di oggi o sono rimasti alla timida ragazzina di “Luce” del 2001?
C’è il ritorno all’inglese, il suo primo amore e dove si è sempre trovata a suo agio rispetto al difficile rapporto con l’italiano rotto a stento con il precedente album “L’anima vola” (qui la video-recensione) con il quale la differenza è abissale e non perché le canzoni sono meno forti ma perché nella voce di Elisa qualcosa sembra essere diverso. Esprime la gioia mentre canta. Lo si sente, lei per prima si è divertita realizzando questo disco.
Venendo alle canzoni dentro questo disco ci si trova davvero di tutto pur rimanendo nei territori pianeggianti del pop. Che poi, ne siamo così sicuri di poter etichettare così questo lavoro? Mah, l’hanno fatto i “grandi critici” quindi mi adeguo pur con qualche riserva. Già, perché tutt’altro che una comparsa in questo lavoro è l’elettronica, usata con sapienza, dosata, studiata nel minimo particolare ma c’è e si sente quasi in tutto. E la partenza ne è testimone Bad habits apre con un organo imperioso ma poi entrano i synth e le tastiere e tutto cambia aspetto.
Elisa si lascia andare, è allegra, spensierata e trascinante dall’inizio alla fine cantando ritornelli facilmente orecchiabili e mischiando voci piene a tinte soavi e controvoci come in Hold on for a minute (un di quei potenti brani da radio ma con un messaggio positivo) e in Ready now, apoteosi del mix tra pop ed elettronica e che ha tutte le carte in regola per diventare una hit.
Non manca la parte più scanzonata capitanata dal secondo singolo scritto alla tenera età di 14 anni, Love me forever, seguito a ruota dalla “kolorsiana” Peter pan.
Più intime melodicamente, ma poi nemmeno troppo, Love as a kinda war, che parte col coro che accende la lampadina del gospel e soul ma che poi vira lentamente su acque meno black, With the hurt, che affronta il tema del difficile rapporto figli-genitori soprattutto in età adolescenziale, e Waste your time on me, duettata insieme a Jack Savoretti (che ne è anche l’autore) che crea una piccola perla per pochi intenditori.
C’è poi No hero (Ne avevamo parlato qui all’uscita) e che vuoi che dica? Un brano che se ne sta in testa alle classifiche per mesi diventando un tormentone radiofonico non può che essere lodato perché se piace al pubblico avrà i suoi meriti. Ed in effetti è un pezzo che funziona, che trascina e che riesce a mettere insieme due frasi di senso compiuto (fatto per nulla scontato oggi dove le parole tendono a passare in secondo piano) il che dimostra anche il talento della friulana anche sul lato della scrittura oltre che su quello vocale o arrangiamentale.
E, infine, per chiudere arrivano due pezzi in italiano per rendere il disco più “made in Italy”, più social, più da classifica o più “for italian people” che con l’inglese, si sa, non hanno un buon rapporto (ma poi Adele la comprate eh?!). Delitto! Elisa non avesse mai fatto questo passo. Per i nostri cari amici critici nulla di più sbagliato che chiudere un disco orribilmente pop in inglese con un due pezzi in italiano che ai loro orecchi suonano come “banali”, “classifiche-friendly” e “riempitivi”. Fatto sta che c’è Bruciare per te dedicata al marito, nonché chitarrista di fiducia, Andrea Rigonat che si ritrova una ballata dai suoi elettronici mentre una voce potente gli dichiara il suo amore non rinunciando agli “oh-oh-oh” alla Coldplay che, si sa, fanno parte della carta d’identità delle hit. A suggellare il tutto c’è Sorrido già cantata in un fantasioso “trietto” con l’amico di sempre, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, e l’amica di oggi, Emma. Delitto numero 2! Sangiorgi si ma Emma no. Con Sangiorgi la friulana ha già confezionato perle come “Basta così” e “Ti vorrei sollevare” ma con Emma… quella Emma di Amici… la camionista… per carità! Sarebbe bastato questo a bocciare tutto l’album per gli ottusi di mente (e di orecchi direi anche). E, invece, il pezzo c’è e riesce un gran bene. Elisa e Sangiorgi nobilitano tutto con le loro due voci particolari: lui con il suo falsetto, lei con le sue doppie-voci e quelle sfumature soavi. E poi c’è Emma e ci sta un gran bene: è potente, irruenta ma perfettamente calata nella parte e il tutto risulta perfetto. Un pezzo che parte in un modo così classico e che finisce in un tripudio di voci che cantano tutte la stessa cosa ma con tempi differenti. Io la promuovo in toto!
In definitiva? Che c’è di più da dire? Io “On” me lo sono comprato, ascoltato e apprezzato dall’inizio alla fine. Vi consiglio di fare altrettanto perché Elisa è sempre stata una numero 1 e continua tutt’ora ad esserlo a differenza di alcuni suoi colleghi in declino. Lei osa a modo suo, sperimenta e si diverte. Amici di Maria de Filippi le ha offuscato la vista hanno detto? Io dico di no, Amici le ha allargato le vedute e ha tirato fuori una parte di lei inedita.
Migliori tracce: No hero / Ready now
Voto complessivo: 8.3/10
Qui trovate il link alla video-recensione di “On”
Ilario Luisetto
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