Esce venerdì 29 marzo il nuovo album dell’artista romana, anticipato dal singolo “Il peso del coraggio”
Ispirata e impegnata come sempre Fiorella Mannoia, che abbiamo incontrato in occasione della presentazione della sua diciassettesima fatica discografica in studio, si intitola “Personale“ e arriva a due anni e mezzo di distanza dal precedente progetto “Combattente“ del 2016. Anticipato dal singolo “Il peso del coraggio“, l’album si arricchisce di tredici brani, a ciascuno di essi l’artista ha abbinato un proprio scatto fotografico, una passione scoperta negli ultimi anni e coltivata con cura e dedizione. Diversi e validi gli autori che impreziosiscono questo lavoro, da Ivano Fossati a Luca Barbarossa, passando per Amara, Federica Abbate, Giulia Anania, Zibba, Antonio Carluccio, Cheope, Cesare Chiodo, Marualuisa De Prisco, Rakele, Bungaro e Daniele Magro.
«Mi è sempre piaciuto fotografare – racconta l’artista romana – prima facevo scatti col telefonino, non avrei mai pensato di coinvolgermi così tanto. Circa due anni fa ho comprato una macchinetta fotografica e da lì mi si è aperto un mondo. Mi sento e sono una dilettante, non certo una professionista, ma ho deciso di inserire alcune delle foto che ho realizzato in questi anni nei miei viaggi perché trovo che la musica e le immagini possano essere complementari. Così è arrivato il titolo dell’album, perché “Personale” richiama sia la mia visione del mondo che anche una mostra fotografica».
Prodotto da Carlo di Francesco, l’album esprime appieno il sentimento e il pensiero di Fiorella, da sempre impegnata a difendere i propri ideali: «È un disco d’amore, amore per il prossimo. Il grande problema di oggi credo sia il linguaggio, non i temi bensì le parole che si usano per esprimerli. Io non mi pento mai quando mi espongo, metto sempre in conto le reazioni che possono suscitare le mie dichiarazioni, a volte posso sbagliare e dire qualcosa anche in modo non corretto, ma non mi rammarico mai di aver espresso un’opinione. Non ci si può pentire della speranza, del desiderare che qualcosa possa migliorare. Negli anni ‘70 pensavamo di risolvere tutti i problemi del mondo, invece non è cambiato niente, semmai è peggiorato. Prima di essere una cantante sono un cittadino come tutti gli altri, in America gli artisti si espongono di continuo, perché qui deve fare scandalo? Io l’ho sempre fatto e continuerò a farlo. “Il peso del coraggio” è nata dopo una lunga chiacchierata con Amara, che ha compreso appieno questo mio spirito, la voglia di dare un contributo e un contenuto positivo».
Personale | Tracklist e autori
- Il peso del coraggio (Amara, Marialuisa De Prisco)
- Imparare ad essere una donna (Federica Abbate, Cheope, Fiorella Mannoia)
- Riparare (Daniele Magro)
- Smettiamo subito (Daniele Magro)
- L’amore è sorprendente (Bungaro, Cesare Chiodo, Fiorella Mannoia)
- Il senso (Giulia Anania, Zibba)
- Un pezzo di pane (Daniele Magro)
- Penelope (Ivano Fossati)
- Resistenza (Federica Abbate, Cheope)
- Anna siamo tutti quanti (Bungaro, Cesare Chiodo, Rakele)
- Carillon (Federica Abbate, Cheope)
- L’amore al potere (Luca Barbarossa)
- Creature (Bonus Track – Canzone Sospesa con Antonio Carluccio)
«Nell’altro disco avevo scritto di più – prosegue la Mannoia – è sempre una questione di ispirazione, se arriva bene, altrimenti continuo ad essere orgogliosamente un’interprete. Dove c’è la mia firma è perché ho messo realmente mano al testo adattandolo al mio pensiero, non per un eccesso di protagonismo» e sulla collaborazione con Fossati aggiunge: «Ivano non è mai mancato in questi anni nei miei dischi, nei lavori precedenti ha curiosamente scritto musiche sui miei testi, questa volta è tutta opera sua. “Penelope” mi riporta al suo periodo di “Panama”, alla sua musica suonata e d’annata».
Messaggi importanti e speranzosi, proprio come in “Anna siamo tutti quanti”, firmato da Bungaro, Cesare Chiodo e Rakele: «Non c’è un riferimento diretto con la nota canzone di Lucio Dalla, è un caso, il brano parla dei giovani di oggi e della loro delusione, del non riuscire a credere in un futuro migliore. In mezzo a tutta questa negatività avverto dei focolai di ribellione, finalmente qualcosa si sta movendo, la preoccupazione sta risvegliando un senso civico che mancava da diverso tempo».
A chiudere l’ascolto la presenza di “Creature“, una speciale bonus track: «L’idea è arrivata per caso, quando il disco era ormai chiuso. Antonio Carluccio è un giovane e valido artista che mi ha contattato per chiedermi un parere su alcune sue canzoni. Mi sono innamorata al primo ascolto di questo pezzo al punto da decidere di inserirlo, ma non potevo cantarlo io perché il napoletano per me è troppo difficile, in più non raccontava una storia mia. Così ho deciso di fare quello che si fa un po’ nei concerti, quando si lascia aprire lo spettacolo ad un emergente, in questo caso lasciandolo sul finale. Il concetto di “canzone sospesa” deriva dalla tradizione napoletana e dal “caffè sospeso”, vale a dire l’usanza del lasciare al bar un caffè pagato per chi non può permetterselo. Spero che questa iniziativa possa risultare interessante al pubblico e piacere a qualche altro mio collega, le emulazioni sono ben accette».
Nico Donvito
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