A tu per tu con la band calabrese, in uscita con il singolo “Una storia disonesta“, cover di Stefano Rosso
Tempo di nuova musica per i Carboidrati, che tornano in airplay con “Una storia disonesta”, singolo che omaggia uno dei cantautori più interessanti della scena musicale italiana degli anni ’70 e ’80: Stefano Rosso. Una scrittura avanguardista e, proprio per questo motivo, ancora attuale, che rivive di nuovo splendore grazie a questa bella rilettura sonora. A cinque anni di distanza dalla partecipazione nel corso della tredicesima edizione di “Amici”, la band calabrese continua a proporsi in maniera sempre originale nella formazione composta da: Pasquale Sculco (voce e chitarra), Pietro Sculco (chitarra), Antonio Sessa (basso e voce), Pierpaolo Gangale (batteria) e Leonardo Carluccio (tastiera). Approfondiamo la loro conoscenza.
Ciao ragazzi, partiamo dal vostro nuovo singolo “Una storia disonesta”, cosa vi ha spinti a rileggere questo bel brano di Stefano Rosso?
«Ciò che ci ha spinto a rivedere questo brano è la consapevolezza che esistono idee che devono essere riprese perché sempre attuali e reali. “Una storia disonesta” è l’esempio, una descrizione della società degli anni ’70 che risulta però ancora oggi contemporanea alla nostra. Poi, diciamolo, è super figa!».
Secondo voi, quanto è importante approfondire la conoscenza del nostro passato per poter comprendere al meglio l’attuale situazione musicale?
«Il passato è l’unico strumento che ci permette di darci una meta. Oggi più che mai poi è importante essere fermi sul pensare che siamo “nani sulle spalle di giganti”, come diceva Berardo di Chartres un po’ di secoli fa. Vediamo in avanti, ma solo perché siamo sulle alte spalle del passato. E questo nella musica, come in tutto, è importante. Bisogna dunque rispettare il passato conoscendolo, almeno un minimo».
Vi sentire rappresentati dallo scenario discografico di oggi?
«Lo scenario discografico di oggi è molto colorato ed eclettico. Pensiamo dunque, che uno spazio per noi ci possa stare, almeno crediamo. Discografici fatevi avanti… ».
Tornando al brano, cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip diretto da Xela?
«L’iniziativa del brano é stata spontanea. Sono tanti anni che la suoniamo in giro per le piazze e farne un video è stata da subito un’idea condivisa da tutti. Grazie poi, alla grande professionalità e originalità delle immagini di Xela abbiamo realizzato il videoclip cercando di darne un senso di spensieratezza ed ironia riflessiva, facendo emergere nelle riprese la totale spontaneità».
Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dare vita al vostro progetto musicale?
«Noi ci conosciamo da sempre e da sempre siamo amici. La nostra band infatti, esiste dal 2007 e continua il suo percorso proprio grazie a questo senso di famiglia che ci tiene uniti. L’inizio inoltre è stato anche del tutto spontaneo. “Suonare per suonare” è appunto il nostro motto».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il vostro percorso?
«Abbiamo tanti artisti in comune, altri meno ed è veramente difficile capire la matrice che ci accomuna. Non avremmo dubbi però sul condividere che i Jethro Tull sono strafighi, che Battiato è un maestro immenso oppure che Mina è il paradigma da seguire per cantare la musica italiana».
Nel 2014 avete partecipato al talent show “Amici” di Maria De Filippi, che ricordo conservate di quell’esperienza?
«”Amici” è stata un’esperienza formidabile, strepitosa, unica. Diciamo ancora grazie a tutti perché è una parte della nostra storia che ancora oggi ci suscita emozione e ci dà anche soddisfazione. A distanza di cinque anni poi, tanta gente ancora ricorda e questo può fare solo piacere e tiene vivo sempre il ricordo di quell’esperienza. Non succede tutti i giorni di cantare davanti a Robert De Niro che dice “bravi”, per esempio».
Quali sono i vostri prossimi progetti in cantiere e come sarà la vostra estate 2019?
«Gli impegni futuri sono sempre tanti e positivi. Di sicuro questa estate saremo in giro per le piazze come tutti gli anni e poi stiamo per terminare il nostro nuovo album».
Per concludere, dove desiderate arrivare con la vostra musica?
«Non ha troppa importanza dove arriverà la nostra musica, ma importante è che una volta che arrivi a qualcuno possa essere un valore aggiunto di positività alla quotidianità di chi ascolta. Noi infatti siamo carboidrati perché come loro danno energia al corpo, noi ne diamo a chi ci segue».
Nico Donvito
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