lunedì 25 Novembre 2024

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Serena Brancale: “Il mio disco libero da logiche radiofoniche” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantante in uscita con il disco “Vita da artista“, anticipato dall’omonimo singolo

E’ disponibile da venerdì 10 maggio il nuovo album di Serena Brancale, cantante che abbiamo conosciuto tra le Nuove Proposte di Sanremo 2015, in gara con il brano “Galleggiare”. A quattro anni di distanza dalla sua partecipazione al Festival, la ritroviamo con “Vita d’artista”, un album composto da undici tracce dal respiro internazionale, con atmosfere anni ’80, completamente libero da sovrastrutture e dettami imposte dall’attuale logiche di mercato. In scaletta: “Guerra in testa”, “Vita d’artista”, “Tempo”, “Più della musica”, “Quello che non va”, “Come ti pare”, “Paprika”, “Adesso”, “Andiamo via”, “Chiediti perché” e “I feel for you”.

Ciao Serena, partiamo da “Vita da artista”, cosa rappresenta per te?

«Per me questo album rappresenta una sorta di nuovo documento di identità, una mia personale rinascita nella scrittura e nei suoni».

Cosa hai voluto portare con te all’interno di questo viaggio?

«Vorrei che chi ascoltasse il vinile si riflettesse nei testi, nella semplicità con cui racconto storie che ho vissuto dal Festival di Sanremo ad oggi».

Quali sonorità hai voluto abbracciare? 

«Ho voluto abbracciare gli anni ‘80 tenendo presente però la musica di oggi. Ho cercato di non sconfinare in qualcosa di già sentito e ho camminato al limite tra il vintage e il nuovo».

Da quali idee sei partita e a quali conclusioni sei arrivata?

«Sono partita dall’idea di creare un disco libero da logiche radiofoniche, ma che mirasse invece alla costruzione di un nuovo live».

Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«Tutto è avvenuto naturalmente, in casa, ascoltando mia sorella mentre studiava pianoforte e accompagnando mia madre nella sua scuola di musica».

Quali ascolti hanno segnato e influenzato il tuo percorso?

«Gli ascolti sono stati molto diversi tra loro. Ho ascoltato molta musica popolare, Noa e Mercedes Sosa per esempio, ma anche cantanti jazz e musica italiana».

C’è un incontro che reputi fondamentale per la tua carriera?

«Ogni musicista che ho incontrato durante il mio processo creativo è stato fondamentale. Di incontri ce ne sono stati tanti ma più che lodare e ricordare personaggi famosi penso che hanno avuto molta influenza su di me i musicisti con i quali penso e faccio musica insieme».

Cosa ti ha lasciato l’esperienza di Sanremo 2015?

«L’esperienza di Sanremo ti lascia il desiderio di ritornare e ti regala un’emozione che rimane sigillata nei ricordi».

Con quale spirito ti riaffacci al mercato e come valuti il settore discografico di oggi?

«Non ho mai pensato seriamente al mercato discografico, penso più a fare bella musica. Calcolare la scrittura in base al mercato uccide quel po’ d’ispirazione che raccolgo durante i giorni. Siamo bombardati di cosa è o non è giusto suonare, io me ne sono sempre lavata le mani facendo la mia parte».

Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica?

«Dopo l’esperienza di Sanremo ho capito che si suona per suonare ancora. Non c’è un arrivo, un traguardo. Ed io con la mia musica sogno di suonare nei posti più belli, di affinare il mio mestiere e creare uno show sempre più interessante e impeccabile».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.