venerdì 22 Novembre 2024

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Cordio e la capacità di evocare l’estate in “Almeno tu ricordati di me” – RECENSIONE

Si intitola “Almeno tu ricordati di me” il nuovo singolo del giovane cantautore catanese

A sei mesi di distanza dalla partecipazione a Sanremo Giovani con il brano La nostra vita, Pierfrancesco Cordio torna con il secondo tassello di quello che sarà il suo progetto discografico d’esordio. “Almeno tu ricordati di me” è il titolo di questo brano benfatto, scritto a quattro mani insieme a Simone Pavia, che coniuga la tradizione cantautorale italiana alla freschezza del pop. Al di là del mercato estivo e della stagione in cui sia uscita, questa canzone rappresenta una delle proposte più interessanti del 2019, perché contiene ingredienti diversi, genuini e salutari, molto equilibrati e dosati nella maniera giusta, nonostante la giovane età dell’artista, ma parliamo di attitudini naturali che non si imparano di certo con il tempo, al massimo si affinano e si migliorano.

Il cantautore siciliano si dimostra ancora una volta sul pezzo, raccontando il concetto di condivisione inteso come possibilità di immagazzinare i momenti più belli della nostra vita in ricordi, per far sì che i rapporti e le relazioni non finiscano mai, anche se le dinamiche e le situazioni portano inevitabilmente le persone ad allontanarsi. Oh, finalmente un messaggio degno di cronaca, perché non è scritto da nessuna parte che d’estate si debba parlare esclusivamente di cazzate.

Un brano del genere negli anni ’90 sarebbe finito direttamente nella compilation blu del Festivalbar, mentre oggi fatica a trovare spazio tra le centinaia di playlist presenti in rete, semplicemente perché parliamo di una canzone elegante e benfatta, che non sgomita a suon di cliché ma che ritrova nell’essenzialità la propria fonte di rara bellezza. Un pezzo che non resta in superficie, ma che scava in profondità per cercare di tirare fuori una qualche emozione.

Romantico ma non stucchevole, poeta ma non snob, urbano ma non metropolitano, Cordio è una delle più interessanti promesse del nuovo cantautorato, perché richiama uno stile contemporaneo e un’eleganza d’altri tempi, senza ricordare qualcuno in particolare. Se già con il secondo singolo siamo a questi livelli, non oso immaginare cosa sarà in grado di tirare fuori nei mesi a venire, il che mi porta a tornare ad avere fiducia nel prossimo e nella musica leggera italiana.

Per concludere, Almeno tu ricordati di me rappresenta “un bacio a labbra salate, un fuoco, quattro risate” per dirla alla Baglioni, per via delle sonorità e delle tematiche estive anche senza fare chiari riferimenti alla bella stagione. Eccolo qui il potere evocativo che tanto manca alle canzoni di oggi, dove per dare l’idea di estate basta citare “la playa, la notte e la festa”, metterci dentro qualche riferimento balneare, nominare un paio di cocktail alcolici e mescolare fino a quando le radio non decideranno di passarti. L’arte e la musica sono ben altro e, per fortuna, c’è chi ancora crede nel loro incommensurabile e terapeutico valore.

Almeno tu ricordati di me | Video

Almeno tu ricordati di me | Testo

Ogni volta che ti penso
ti ricordo sempre meno

Dimentico il timore della cattedra
la libertà nel cortile del liceo
dimentico le ore di ginnastica
i compiti, il giorno del corteo

Ma almeno tu
ricordati di me
di tutte queste cose
che non voglio
ancora perdere
almeno tu
ricordati di me

Dimentico l’odore della camera
la musica, le scale dell’hotel
dimentico la luce della lampada
prima di nascondermi con te

Ma almeno tu
ricordati di me
di tutte queste cose
che non voglio
ancora perdere
almeno tu
ricordati di me
di tutte quelle volte
che ti son passato a prendere
almeno tu

Nonostante i segni sopra i muri
della scuola e sotto i banchi
la memoria, poche tracce di quegli anni
prima o poi le perderà, ma resta questa foto
come segno di un passato condiviso
strano come solamente un anno dopo
ci saremo persi già

Ma almeno tu
almeno tu
almeno tu
almeno tu
ricordati di me
di tutte quelle volte
che ti son passato a prendere
almeno tu ricordati di me
di tutte queste cose
che non voglio ancora perdere
ma almeno tu

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.