domenica 24 Novembre 2024

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“Dimmi dove sei”, Leo Gassmann canta il bisogno di fuggire per ritrovarsi – RECENSIONE

Disponibile in radio e su tutte le piattaforme streaming il singolo del giovane cantautore romano

Dopo aver recensito i suoi precedenti singoli Piume e Cosa sarà di noi?, torniamo a parlare di Leo Gassmann, talento emerso nel corso della dodicesima edizione italiana di X Factor, nella scuderia degli Under Uomini capitanata da Mara Maionchi. “Dimmi dove sei” è un pezzo dinamico e ben strutturato che si discosta da qualsiasi altra proposta di questa estate 2019, il che denota una già ben costruita e consolidata identità musicale. Prodotto da Matteo Costanzo, il brano mostra nuovi colori dell’interessante vocalità del giovane artista, perfettamente a suo agio anche in atmosfere più scanzonate, folk, leggere e spensierate.

Una canzone che racconta il bisogno di evadere, scappare e fuggire dalla routine quotidiana con il solo scopo di staccare e potersi ritrovare. C’è chi per farlo parte per l’India, chi opta per il cammino di Santiago e chi preferisce imbracciare una chitarra o qualsiasi altri strumento per perdersi tra i propri pensieri, in completa solitudine, per arrivare alla conclusione che ognuno di noi è diverso da chiunque altro, semplicemente unico.

Spesso e volentieri ci lasciamo influenzare da chi ci giudica, dimenticandoci che nessuno può conoscerci meglio di noi stessi e che non c’è parere più importante del nostro. In tal senso, “Dimmi dove sei” rappresenta una sorta di presa di coscienza, la voglia di urlare al mondo chi siamo e cosa vogliamo. Niente male per il ventunenne Leo Gassmann, giovane promessa della musica leggera italiana, che ha tutte le carte in regola per continuare a crescere e migliorare, anche se bisogna riconoscergli un’ottima base di partenza.

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Dimmi dove sei | Video

Dimmi dove sei | Testo

Dimmi dove sei
queste scale
sono ripide
senza di te (senza di te)
fa un po’ più male (fa un po’ più male)
respirare (respirare)
la corrente

Mi ritrovo stasera solo e senza di te
a cercare consigli da una tazza di tea
cerco di sfondare il muro con la voce
rubarti delle note
e guardami (e guardalo)
non sono come gli altri (non è come gli altri)
ma guardami (e guardalo)
inseguo i miei traguardi (insegue i tuoi traguardi)
sono giorni distanti (distanti)
ad amarti sono in tanti (in tanti)
ma guardami
inseguo i miei traguardi con te

Cos’è che vuoi
ti posso dare
del tempo che tu non hai (mai)
mai conosciuto (mai conosciuto)
io mi nutro (io mi nutro)
dei tuoi sguardi

Mi ritrovo stasera
solo e senza di te
a cercare consigli da una tazza di tea
cerco di sfondare il muro con la voce
rubarti delle note
e guardami (e guardalo)
non sono come gli altri (non è come gli altri)
ma guardami (e guardalo)
inseguo i miei traguardi (insegue i tuoi traguardi)
sono giorni distanti (distanti)
ad amarti sono in tanti (in tanti)
ma guardami
inseguo i miei traguardi con te
inseguo i miei traguardi con te

Anche se (anche se)
quei tuoi traguardi
non li raggiungerai
saprai che
quei bei ricordi non cambieranno mai

E guardami (e guardalo)
non sono come gli altri (non è come gli altri)
ma guardami (e guardalo)
inseguo i miei traguardi (insegue i tuoi traguardi)
sono giorni distanti (distanti)
ad amarti sono in tanti (in tanti)
ma guardami
inseguo i miei traguardi con te
(ma guardami)
inseguo i miei traguardi con te
(ma guardami)
inseguo i miei traguardi con te
(ma guardami, ma guardami, ma guardami)

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.