Il co-autore di “Tutta colpa mia” racconta la sua passione per la scrittura tra passato e futuro
Barese, 24 anni, studente universitario e da qualche tempo anche autore di professione. Questo è Francesco Cianciola che lo scorso febbraio era in gara in quel del Festival di Sanremo con il brano “Tutta colpa mia”, interpretato dalla giovane e “rosa” Elodie e scritto insieme a Gianni Pollex, Oscar Angiuli ed Emma Marrone. L’ho contattato telefonicamente sul finire di questa estate per scambiare qualche battuta e conoscerlo meglio alla luce del primo grande successo realizzato. Ecco cosa mi ha raccontato:
Per prima cosa come stai? Come è andata quest’estate?
<<E’ stata un’estate molto piena d’impegni: ho lavorato molto a nuova musica con Gianni Pollex (di cui qui potete rileggere l’intervista) e poi mi sono dedicato ai miei studi di biotecnologie mediche, facoltà che frequento a Bari. Al mare, in definitiva, ci sono andato una volta soltanto ma fa niente>>.
L’ultimo anno è stato per te sicuramente importante: il debutto assoluto come autore al Festival di Sanremo ha aperto un 2017 che è già da incorniciare
<<Assolutamente si. Per un autore di 24 anni piazzare il primo brano è già un successo, piazzarlo al Festival di Sanremo, è chiaro, vale molto di più>>.
Come è nata la passione per la musica e per la scrittura nel tuo caso?
<<Ho sempre avuto, fin da piccolo, una certa passione verso la chitarra tanto da averla iniziata a suonare dall’età di 10 anni andando a lezione dal mio maestro Luciano Damiani. Penso sia basilare studiare la musica per poterla scrivere; come in ogni cosa, serve tempo e dedizione. Ricordo che, a 12 anni, scrissi il mio primo brano in assoluto che, tra l’altro, era in inglese. Adesso mi viene quasi da ridere se penso che lo scrissi suonando al pianoforte senza sapere che cosa stessi suonando: ricordo, infatti, che andai dal mio insegnante alla scuola di musica chiedendo che accordi fossero. Da quel momento ho iniziato a scrivere: da prima in inglese, poi, cinque anni fa, ho iniziato con l’italiano ed ora, da due anni circa, collaboro con Gianni Pollex che mi ha permesso di crescere molto sia per la scrittura melodica che per quella testuale>>.
Ti senti più votato alla scrittura di melodie oppure ti ritieni più dentro ad una figura di paroliere?
<<Sinceramente, visto che non sono uno di quegli autori che si siede a tavolino e scrive una canzone da un momento all’altro, dipende dal momento e dal brano: a volte, può capitarmi di scrivere un testo e poi musicarlo mentre, in altre occasioni, accade il contrario>>.
Tornando a “Tutta colpa mia”, è il brano che testimonia il connubio, di cui accennavi prima, con Gianni Pollex. Come è nata? Da dove è partita l’idea?
<<È iniziato tutto suonando e buttando giù varie melodie e stralci di testo con Gianni a casa sua; da lì, abbiamo iniziato a lavorarci insieme con l’apporto anche di Oscar Angiuli. Successivamente, è subentrata Emma che è riuscita a cucire perfettamente la canzone addosso ad Elodie sia dal punto di vista della scrittura che da quello della produzione. E’ stata una bella collaborazione tra autori tutti pugliesi>>.
Il Festival l’hai seguito da casa oppure hai scelto di andare a Sanremo?
<<Si, sono stato a Sanremo fin dalla prima serata ed è stata un’esperienza molto importante per me visto che mi ha permesso di conoscere il quadro direttivo della Warner Chappell Italia e tanti altri autori con cui si sono stretti dei bei rapporti che continuo a portare avanti tutt’ora>>.
Come hai vissuto questo tuo primo Festival nella città ligure che, in quella settimana, diventa abbastanza caotica e frenetica?
<<Si, decisamente caotica. Dal punto di vista emotivo l’ho vissuta sicuramente con molta agitazione: per fare un esempio, avevo portato con me, per ogni evenienza, due paia di vestiti diversi perché non sapevo mai cosa potesse essere utile nelle diverse situazioni che si susseguivano. Avevo sicuramente voglia di fare buona impressione su delle persone che poi, effettivamente, ho conosciuto in quella settimana. La prima serata è stata molto emozionante: sentivo davvero tutto il carico emotivo addosso. Poi, nelle serate seguenti, sono stato relativamente più tranquillo contando sulla bravura e sull’ottima interpretazione mostrata da Elodie fin dalla prima esibizione>>.
Progetti per il futuro, invece, in che cosa ti vedranno impegnato?
<<Diciamo che, fin da subito dopo il Festival, con Gianni Pollex ci siamo messi al lavoro per chiudere dei bei brani. Continueremo a lavorare ancora fino a settembre per poi sperare che possano nascere delle situazioni che ci riportino nuovamente a Sanremo nel 2018. Noi ci speriamo sempre>>.
Qual’era il tuo brano preferito in gara all’ultimo Sanremo? Escludendo, ovviamente, il brano di Elodie
<<Onestamente mi è piaciuto molto il brano di Michele Bravi nonostante io non lo seguissi non sentendo Michele particolarmente vicino dal punto di vista artistico. Il brano, però, era molto bello sia a livello di testo che di melodia. Gli altri due brani che mi hanno colpito molto sono stati quelli di Masini, “Spostato di un secondo”, e di Ermal Meta, che ha fatto una gran figura sia con “Vietato morire” che con la cover “Amara terra mia” di Modugno: Marco Masini ha un timbro che a me piace molto e Meta ha il grande pregio di riuscire a parlare delle proprie esperienze con una chiave che fa si che l’ascoltatore riesca a rispecchiarsi facilmente nelle storie raccontate nei brani>>.
Dal punto di vista della scrittura c’è un riferimento italiano a cui guardi in modo particolare oppure no?
<<Ho avuto modo di leggere il libro scritto da Giuseppe Anastasi e Cheope Mogol e da lì ho notato come sia importante, per esempio, la scrittura in rima. Osservando la scrittura di Ermal Meta, invece, capisco quanto sia importante, come dicevo poco fa, riuscire a raccontare delle proprie esperienze pur senza scendere troppo nei dettagli per far si che la gente possa rivedersi nel testo delle canzoni>>.
Se potessi “rubare” a qualche tuo collega autore un brano della storia della musica italiana quale sceglieresti?
<<Direi “La tua bellezza” di Francesco Renga, un brano scritto dallo stesso Renga insieme a Diego Mancino e Dario Faini e portato al Festival di Sanremo nel 2012. A me Renga piace particolarmente ma in quel brano confluiscono anche un testo e una linea melodica davvero fenomenali>>.
Ilario Luisetto
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