venerdì 22 Novembre 2024

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Fred Buscaglione, il ricordo a sessant’anni dalla sua scomparsa

Omaggio all’artista torinese, interprete di indimenticati successi come “Eri piccola” e “Guarda che luna

Era il 3 febbraio del 1960, il mondo della musica piangeva la prematura scomparsa di Ferdinando Buscaglione, meglio noto semplicemente come Fred Buscaglione, cantautore e musicista di ineguagliabile talento, dotato di una timbrica decisamente originale e inconfondibile.

Nato a Torino il 23 novembre del 1921, si avvicina alla musica sin da bambino, iscrivendosi al conservatorio. Abbandona gli studi dopo soli tre anni e comincia a lavorare per dare una mano alla propria famiglia, ma non abbandona il canto: tutt’altro, inizia ad esibirsi in diversi locali notturni. Successivamente suona in diverse orchestre e in alcuni gruppi emergenti, iniziando a viaggiare in giro per l’Europa. Insieme all’amico Leo Chiosso comincia a comporre le proprie canzoni, da questo sodalizio nascono autentici successi come “Che bambola!”, “Eri piccola”, “Love in Portofino” e “Teresa non sparare”.

Pezzi che regalarono al pubblico italiano un assaggio concreto del sogno americano, quello che fino a quel momento era soltanto un semplice racconto diventa realtà attraverso le note e le parole di un finto gangster. Si spalancano per lui le porte del cinema e della televisione, quello che ricopriva era un ruolo su misura per lui, le canzoni non facevano altro che avvalorare la credibilità del proprio personaggio.

Si tratta, forse, del primo vero caso di cant-attore. Stando dell’interpretare il solito ruolo da duro e spaccone, sul finire degli anni ’50 allarga i propri orizzonti cimentandosi in brani melodici, tra cui spicca la romantica ballata “Guarda che luna”, uno dei capolavori indiscussi del secondo dopoguerra.

Fred Buscaglione muore improvvisamente a soli 38 anni a seguito di un incidente automobilistico, di rientro da una serata trascorsa a cantare in un night club romano. Padre fondatore dello swing italiano, il suo stile ha ispirato e continuerà ad influenza numerosi artisti e musicisti, a ben sei decenni dalla scomparsa il suo mito è destinato a durare nel tempo.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.