domenica 24 Novembre 2024

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Elettra Lamborghini: musica, simpatia e il resto? Scompare – RECENSIONE

Reduce dal debutto sanremese, l’interprete emiliana continua a mietere consensi da parte del pubblico

La fortuna è che l’Italia è un Paese che dimentica, a volte può essere un bene, altre un male. Nel caso di Elettra Lamborghini è decisamente un vantaggio, perché passare da un format discutibile come “Riccanza” o il Grande Fratello Vip spagnolo al prestigioso Festival della canzone italiana non è certo una prosopopea così naturale, anzi. Vero è che attorno al suo personaggio c’è sempre stato un po’ di pregiudizio che, sorriso dopo sorriso, è riuscita piano piano ad abbattere.

“Musica (e il resto scompare)” è il titolo del pezzo con cui ha debuttato a Sanremo 2020, un brano piacevole e ipnotico, composto per lei dalle  sapienti mani di Davide Petrella e Michele Canova. Il risultato? Una sorta di martello pneumatico per i neuroni, volgarmente e tecnicamente chiamato “tormentone”. Da qualche anno questo termine è stato ampiamente sdoganato anche per le altre stagioni, facendo perdere l’esclusiva all’estate ormai satura di proposte latineggianti.

Proprio come accaduto lo scorso anno con il pezzo dei Boomdabash, il palco dell’Ariston diventa trampolino di lancio di una canzone che ascolteremo, con ogni probabilità, fino alla prossima tintarella. Piaccia o non piaccia, Elettra Lamborghini è da considerare come un vero e proprio fenomeno, nonché la cantante in gara al Festival con più seguito sui social, apprezzata dal pubblico per la sua autoironia e per l’innata dote di non prendersi mai troppo sul serio. Ebbene sì, questo è il segreto del suo successo.

Viviamo in un’epoca in cui c’è tanta improvvisazione, spesso e volentieri spacciata per talento. E’ apprezzabile quando qualcuno si muove in senso contrario, scherzandoci sù, cercando nel contempo di migliorarsi, preparandosi e impegnandosi, portando avanti il proprio discorso senza alcun tipo di presunzione. Ve la ricordate la prima sera? Una tensione di quel tipo non si vedeva da tempo, il che denota una certa umanità, la capacità e la lucidità di riconoscere i propri limiti.

Il publico se ne accorge, lo riconosce e si immedesima. Per certi versi ricorda un po’ quello che è accaduto a Laura Pausini nel lontano ’93, con le dovute proporzioni, la gente si è riconosciuta in quella ragazzina timida che sapeva dire solo “grassie”, ma che quando apriva la bocca per cantare non aveva rivali. Ma quelli erano altri tempi, la Lamborghini oggi incarna lo status attuale, con quel suo modo di fare un po’ naif, al punto da poterla considerare una specie di meme vivente.

Spontanea, dice quello che pensa, a volte senza nemmeno rendersene conto. Questo suo essere senza filtri è la chiave di volta che sorregge l’intero progetto perché, oggi come oggi, la musica non basta, è necessario che ci sia un corredo. La canzone stessa è cucita su misura per lei, perché sempre più spesso ascoltiamo interpreti non credibili, alle prese con pezzi che non c’entrano nulla con chi li canta. “Musica (e il resto scompare)”, invece, è esattamente ciò che ci si può aspettare da Elettra.

Spesso e volentieri, il confine che separa il cantante dalla canzone è un muro invalicabile che, se abbattuto, permette al pubblico di riconoscersi e di rispecchiarsi, questo può accadere solo quando non c’è costruzione, bensì una massiccia dose di spontaneità e di simpatia. In un momento storico in cui c’è tanta e troppa costruzione, ecco come Elettra Lamborghini ha discograficamente motivo di esistere, perché riporta le persone ad affezionarsi ad un progetto e non solo ad un singolo che, puntualmente, passa e… del resto… scompare.

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Musica (e il resto scompare) | Video

Musica (e il resto scompare) | Testo

Elettra
Elettra Lamborghini

Mi piace la musica fino al mattino
faccio casino lo stesso ma non bevo vino
ridi cretino, la vita è corta per l’aperitivo

Innamorata di un altro cabrón
esta es la historia de un amor
non mi portare a Parigi o ad Hong Kong
tanto lo sai che poi faccio così (faccio così)

Cado cado, per la strada parla piano piano
questa notte dormo sul divano
altro che pensare a te
tanto qui resta la
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare

E anche se non mi hai detto mai “quanto sei bella”
io non ho mai smesso di sorridere
e anche se non mi hai detto mai “amore aspetta”
tutto quello che resta quando penso a te è
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare

Mi piace guardare le luci dell’alba
girare nuda per casa e nessuno mi guarda
quanto ti manca
sì, mi hai chiamato col nome di un’altra

Innamorata di un altro cabrón
esta es la historia de un amor
ci stavo male per te e ora no
tanto lo sai che io faccio così (faccio così)
sola sola, ti ho dato tutto e ancora ancora
resto qui e non dico una parola
altro che pensare a te

Tanto qui resta la
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare

E anche se non mi hai detto mai “quanto sei bella”
io non ho mai smesso di sorridere
e anche se non mi hai detto mai “amore aspetta”
tutto quello che resta quando penso a te è
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare

Innamorata di un altro cabrón
esta es la historia de un amor (de un amor)

E anche se non mi hai detto mai “quanto sei bella”
io non ho mai smesso di sorridere
e anche se non mi hai detto mai “amore aspetta”
tutto quello che resta quando penso a te è
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare
musica e il resto scompare

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.