sabato 23 Novembre 2024

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Giorgia torna Dea in “Oronero”

Mancava da tre anni dal panorama discografico e dopo aver rinviato più volte questo nuovo progetto Giorgia torna a farsi sentire con un nuovo singolo, Oro nero, che anticipa l’omonimo album d’inediti in uscita il prossimo 28 ottobre per Sony Music.

giorgia-oro-neroOro nero non segna solo un ritorno discografico attesissimo, segna un grande ritorno discografico e non solo perché Giorgia è pur sempre Giorgia ma perché il brano ha uno spessore al di sopra della media a cui siamo stati abituati negli ultimi tempi. Una ballata in perfetto stile giorgiano con la partenza affidata ad un lento pianoforte su cui si districa una voce limpida e senza fronzoli per raccontare una storia d’amore che risulta fuori dagli schemi. Il racconto è affidato alle parole della gente, quelle stesse parole che “sanno fare male, bisogna saperle usare”: “parlano di me”, “parlano di te”, “parlano di noi”, di lui, di lei, ecc… Un racconto che prosegue a ritmi serrati insieme ad una melodia che cresce battuta dopo battuta riempendo quell’atmosfera delicata che il piano aveva creato inizialmente. Si uniscono voci, cori, sottofondi, batteria e quant’altro lasciando poco spazio libero. I due innamorati lottano contro la gente, contro le dicerie, e alla fine trionfano in un oro che non è più quell’oro nero che uccide ed offusca. Manca un vero ritornello forse (anche se c’è in realtà) ma l’effetto è la naturale conseguenza di come le parole siano in grado di rapire l’ascoltatore che una volta tanto è obbligato a scegliere ad ascoltare il messaggio ed il racconto piuttosto che lasciarsi rapire dalle facili melodie radiofoniche.

Non è di certo una novità che Giorgia Todrani sia una delle più grandi voci del panorama discografico italiano da oramai 20 anni, che la sua carriera si costernata di successi intramontabili e che sia in grado di stupire ogni volta spaziando da atmosfere soul a ritmiche dance ma, talvolta anche per le più grandi, la riconferma non è affatto scontata, anzi, più passano gli anni più si fa complicata. Contemporaneamente non è affatto una scoperta il fatto che grazie a Michele Canova Iorfida la cantante romana sia ritornata negli ultimi anni al grande successo uscendo da quella zona di penombra che, pur ricca di grandi successi, l’aveva confinata ad una condizione poco “fruibile” giorgia-oro-neroall’ascoltatore medio. Il produttore a partire da Dietro le apparenze, album del 2011, aveva preso Giorgia per mano riconducendola alla luce proseguendo poi con Senza paura, disco del 2013. La collaborazione con il braccio destro di Tiziano Ferro e Jovanotti (ma anche di Mengoni, Amoroso, Ferreri, Renga…) è stata rinnovata anche per questo nuovo capitolo discografico: come si dice? squadra che vince non si cambia. C’è anche da dire, però, che insieme alla ritrovata fruibilità musicale Giorgia aveva incontrato anche qualche timida ma sempre più insistente critica di pochezza riguardo ad una proposta musicale che andava via via assottigliandosi. Non è certo un mistero che quel Canova che oggi è garanzia di successo tenda spesso a unificare artisticamente le sue produzioni con scelte sonore che spesso si ricalcano rendendo ogni nuova cosa bella, radiofonica e contemporanea ma anche, contemporaneamente, prevedibile, leggibile e scontata. Era quello il rischio che la Todrani stava correndo: impietoso sarebbe stato il paragone tra “E se poi” e “Quando una stella muore”, o tra “Gocce di memoria” e “Il mio giorno migliore” piuttosto che tra “Come saprei” o “Di sole e d’azzurro” e “Tu mi porti su”. Con Oro nero c’è il riscatto: questo brano può essere considerato assolutamente all’altezza dei grandi successi del passato di Giorgia che rinuncia a troppi giochi vocali per risultare sincera nel messaggio ed incisiva nell’interpretazione; non c’è bisogno di strafare con la voce per ricoprire le pecche di un brano che ha poco da dire, in questo caso il pezzo parla da solo. Finalmente Giorgia è tornata Giorgia!

giorgia-oronero-cover-albumMa poiché faccio il critico qualcosa dovrò pur criticare ed ecco, allora, che l’unica critica che si può muovere ad uno dei più bei brani degli ultimi anni è proprio contro quella produzione standardizzata di nostro signore Michele Canova Iorfida. L’arrangiamento così pieno ricorda inevitabilmente l’ultimo Jovanotti, le doppie voci e i cori il Renga d’oggi e quella leggera elettronica di sottofondo ad una ballata profondamente melodica rievoca in carne ed ossa l’ultimo Mengoni di “Guerriero”. Guarda caso i riferimenti sono tutti di produzioni di quello stesso Canova che continua ad appiattire sullo stesso livello ciò che tocca: i suoni sono magistrali, le scelte assolutamente contemporanee ma tutto si assomiglia, tutto risulta uguale a qualcos’altro e solo lo spessore più importante di questo testo e di questa voce rendono il pezzo superiore a tanti altri permettendogli di emergere.

Gran bel pezzo della Giorgia che conoscevo un tempo e che era andata in vacanza per un po’. Speriamo che l’album sia all’altezza di queste premesse e che il buon Canova scelga per il futuro di osare di più dall’alto della sua indiscussa bravura. Bentornata Dea!

VOTO: 9

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.