La musica e la città, la musica e la provincia, la canzoni che smettono di essere un copia-incolla e si identificano con un luogo
Ascoltavo C’hai ragione tu, l’ultimo singolo di Gianni Bismark insieme ad Emma, appena uscito: bello, orecchiabile ed intenso, ma ancor di più classificabile con una parola: “romano”. Quasi un ritorno alla forma “stornello” in cui le voci dei due artisti si alternano costruendo un dialogo sincero e alla fine emozionante. Due artisti che non hanno paura di usare il dialetto quando serve, anche per enfatizzare ulteriormente il tono “popolare” (nel senso buono) del testo.
Non è un caso che alla scrittura del brano abbia collaborato un altro grande protagonista della scena romana, ovvero Franco126, uno che prima insieme a Carl Brave e poi in solitaria, è sempre riuscito a costruire all’interno delle sue canzoni un’atmosfera incredibilmente accogliente e allo stesso tempo identificabile. Anche per chi non è di Roma infatti, risulta impossibile ascoltare una di queste canzoni senza trovarsi immediatamente catapultati nell’ambiente romano, tra il dialetto e quelle immagini volutamente nitide e riconoscibili.
Così per tanti artisti romani che hanno voluto marcare ancora di più la propria provenienza, nel rap ma non solo, basti pensare ad una delle stelle del momenti come Ultimo (artista più ascoltato in Italia nell’anno 2019), che all’interno del suo ultimo album ha scelto di inserire un brano interpretato totalmente in dialetto dal titolo ‘Fateme cantà’, che alla fine è risultato anche uno dei più intensi dell’intero progetto.
Roma come esempio, ma non solo, si veda Genova e tutta la nuova scena di ispiratissimi rapper provenienti da lì, o ancor di più si veda la fiorente scena napoletana. L’ultimo progetto discografico di Gigi D’Alessio può a tutti gli effetti essere visto come un esempio perfetto, un lavoro curato ed interpretato da (quasi) tutti artisti campani, emergenti e non, che hanno saputo contribuire alla realizzazione di un lavoro che sa di tradizione pur suonando moderno.
Ecco, tra tanti copia e incolla, in un mare di musica uguale, il ritorno alla “provincia”, sembra un’intrigante alternativa. Anni fa c’erano le grandi scuole cantautorali, divise per città, dove ognuno aveva la possibilità di sbocciare pur crescendo sotto “l’ala” di uno stile protettore, al giorno d’oggi si è un po’ persa quest’onda, ma potrebbe essere una nuova strada da battere per abbattere la monotonia del mercato di oggi. Al di là del genere quindi, è intrigante vedere e pensare alla possibilità di valorizzare la propria provenienza, traendo da essa la propria originalità. Chiaramente ci sono artisti più portati per quest’operazione ed altri meno, ma ormai anche la strada del mainstream è stata aperta e se dobbiamo osare… osiamo con originalità.
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