Greta, Laura, Roberta e Verdiana cantano all’unisono l’amore dimostrando che le seconde chance esistono
È il disco della seconda vita. È il disco della bellezza. È il disco del coraggio. Così mi piace definire 4, l’album di debutto de Le Deva, nuova realtà discografica tutta al femminile composta da Greta Manuzi, Laura Bono, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro. Insieme da circa un anno e mezzo le quattro ragazze sono ora pronte a rilasciare il loro primo progetto discografico congiunto con il sostegno di New Music International, Dischi dei Sognatori e Believe.
E’ il disco della seconda vita perché rappresenta concretamente il fatto di come per ciascuno debba esserci una seconda chance: quattro ragazze, dotate di talento, sono state (ingiustamente) messe da parte da un sistema incentrato solo secondariamente sull’essenza vera della musica ma ora hanno, finalmente, la possibilità di dimostrare nuovamente quanto hanno da dare. E’ il disco della bellezza perché intorno a questo progetto ruota tanta bellezza d’animo, di persone che sanno quanto è importante lottare per ottenere qualcosa, sopprattutto appartenendo alla realtà discografica indipendente. E’ il disco del coraggio perché è ciò di cui si ha più bisogno di fronte ad una sfida così importante come quella di riunire quattro voci e personalità diverse in un progetto comune che punti a scalfire cuori (e sistemi).
Le cose migliori dell’album sono, perlopiù, le cose già edite a partire dalla canzone che tutto ha originato: L’amore merita è il manifesto del progetto ed ha la forza di riuscire ad inserire in una dimensione pop un messaggio importante messo a fuoco senza mezze sfumature dalla riconoscibilissima abilità autorale di Luca Sala (coadiuvato nel caso da Marco Rettani e Simonetta Spiri, voce quest’ultima che aveva iniziato il progetto insieme a Greta, Verdiana e Roberta e che poi è stata sostituita da Laura preferendo dedicarsi alla sua carriera solista), non nuovo allo scrivere canzoni dal profondo messaggio sociale che, in questo caso, riguarda l’universalità dell’amore nella sua accezione omosessuale (“Chi ama capirà, l’amore non ha sesso e nessun prezzo pagherà. L’amore merita di amarsi come e quando vuole nonostante le parole”).
Anche L’origine (qui la recensione che facemmo del singolo) viene “rivisitata” con l’apporto di Laura Bono ed ha la forza di un perfetto up-tempo pop in cui l’inciso recita a gran voce “siamo bellissime” risuonando come un grido di fiducia verso l’universo femminile, continuamente focus del progetto. La firma di Andrea Amati consente di cesellare il brano all’interno del gran contenitore pop in cui la batteria fa il suo lavoro tenendo alto il beat come anche nell’ultimo singolo anticipatore del progetto, Semplicemente io e te (qui la recensione), dove si abbandona la strada del “sociale” dedicandosi all’amore a due che risuona prepotentemente in un inciso trascinante e impossibile da non cantare a squarciagola battendo il piede. Un’altra idea, l’ultimo singolo estivo (di cui qui la recensione), porta la firma, oltre che di Antonio Maggio-Zibba-Marco Rettani, anche della stessa Verdiana. Tema rimane quello dell’amore da cui, però, si cerca una definizione (“adesso chiedi cos’è l’amore, come faccio a saperlo proprio io”) prima che sia la nostalgia ad impossessarsene.
Tra le cose inedite due sono i featuring presenti: quello con GionnyScandal in Cose che si dicono, dove alla scanzonata ballata pop poggiata su di un bell’arrangiamento con la chitarra acustica tipica della scrittura del bravo Nicolas Bonazzi si sposano le barre leggere del rapper brianzolo, e quello con il più maturo Alessio Caraturo in Il mago lo sa, che non prende mai il via se non nel finale proprio grazie alla profondità della voce del cantautore e alla bella armonizzazione delle voci.
4, title track dell’intero lavoro, rappresenta l’apice del sound contemporaneo in questo progetto: i sintetizzatori fanno il loro lavoro su di una buona base ritmica mentre le ragazze intonano il loro manifesto programmatico dicendo “quattro come i nostri elementi primari […] provare cose nuove ma in fondo sono le stesse quelle che contano”. Papabile singolo estivo che nelle radio avrebbe la forza di funzionare grazie all’inciso davvero potente e ben scritto dal terzetto di Andrea Amati, fautore delle cose migliori di questo disco, Marco Rettani, collante di ogni brano, e Fabio Vaccaro.
Grazie a te porta a buttarsi a capofitto nel mondo musicale proprio di Laura Bono che, insieme a Verdiana, è anche autrice del pezzo e la voce che più risalta nelle strofe prima di un inciso potente in cui le voci acquistano dinamica e in cui c’è spazio anche per una leggera sperimentazione sonora.
A concludere ci sono i due brani che, più di ogni altro, odorano di “singolone mancato”: La fine del mondo, dove nell’inciso trova spazio un interessantissimo gioco di sintetizzatori e che trasformano totalmente il pezzo che in acustico (che noi giornalisti abbiamo avuto la fortuna di ascoltare) risuona decisamente di tutt’altra pasta (decisamente più convincente), e la conclusiva Tutte le notti, la ballatona finale dell’album che parte fiabescamente con il caro vecchio pianoforte e che poi porta l’arrangiamento verso una lenta evoluzione sonora che termina nel decisivo verso che dice “mi sveglio, mi guardo e mi vedo bella, bella, bella” prima di una bell’apertura tutta orchestrale con gli archi protagonisti. Al termine è presente anche una ghost track che racchiude in versione acustica un piccolo mashup dei successi precedenti delle quattro ragazze e che, probabilmente, costituisce l’unica cosa francamente evitabile: se deve essere una ripartenza insieme tale deve essere in toto.
Un album, dunque, che sicuramente ha dalla sua il grande merito di essere riuscito a determinare fin da subito una precisa identità artistica, uno stile proprio ed equilibrato per un gruppo così eterogeneo e anomalo nell’ambito discografico italiano. Un album della seconda vita. Della bellezza. Del coraggio.
Migliori tracce: L’amore merita – Semplicemente io e te
Voto complessivo: 7.3/10
Ilario Luisetto
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