venerdì 22 Novembre 2024

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Lettera aperta a Riki: salvati, sei ancora in tempo!

Il giovane milanese pubblica il suo secondo album “Mania”, disponibile dal 20 ottobre, un progetto decisamente meno convincente del precedente

rikiL’idea iniziale era quella di realizzare la solita recensione di una nuova uscita discografica, ho ascoltato con attenzione le tracce e mi sono messo a scrivere di getto il mio pensiero. Rileggendomi non ero molto convinto, nel senso che mi sono chiesto: “ma perché ce l’ho tanto con Riki?”, allora ho riascoltato l’album una seconda volta, una terza e così via. Non volevo rassegnarmi all’idea di esprimere un parere totalmente negativo, ma al tempo stesso non riuscivo a trovare niente di positivo. Avete presente quei dischi che non ti trasmettono nulla? Questo, per me, è stato uno di quelli. Ovviamente secondo il mio personale gusto musicale. Così mi sono sforzato e ho capito che a sbagliare ero io, perché ho addossato inconsciamente ad un ragazzo (che ha pochi anni meno di me) errori che non ha commesso, almeno non da solo. La colpa è del sistema, discografico s’intende, che illude giovani desiderosi di fama, li usa come se fossero un paio di scarpe e poi, una volta consumata la suola, anziché andare dal calzolaio come si faceva una volta, li getta via e compra un nuovo modello. E’ successo a Marco Carta e Valerio Scanu, sta accadendo anche ad Alessio Bernabei e molti altri che hanno raggiunto la vetta del successo, con numeri molto simili ai tuoi caro Riki, per questo ho deciso di indirizzarti questa lettera aperta.

Non so se leggerai mai quanto scritto, ma servirà alla mia coscienza quando un giorno non molto lontano, e purtroppo di questo passo ne sono sicuro, mi capiterà di dire “ecco avevo ragione”. La mia è una voce fuori dal coro, lo so, quando le cose vanno alla grande come nel tuo caso sono i numeri che parlano, ma non sempre hanno ragione. Perciò salvati! Sei ancora in tempo! Non pensare che il successo sia per sempre, che una volta raggiunto il Forum di Assago tu non possa tornare a fare i club. Te lo dico da fratello maggiore, figlio della tua stessa generazione precaria e confusa, che ha capito che per durare bisogna volare basso, in qualsiasi settore. Ripeto, la colpa è del mercato discografico di oggi che punta tutto su artisti che non hanno futuro, ma che rappresentano in questo difficile momento storico delle preziose galline dalle uova d’oro. Sia chiaro Riki che di potenziale ne hai da vendere, possiedi tutte le carte in regola per migliorare e crescere, come è successo a qualsiasi grande artista, vedi Jovanotti che incarna l’esempio calzante per farti capire come l’evoluzione musicale sia fondamentale per superare la prova del tempo, così come per Cesare Cremonini che dagli anni dei Lunapop ha fatto passi da gigante. Studia, perfezionati, sperimenta, non restare ancorato all’idea che se vendi oggi funzioni domani, perché i casting di Amici 17 sono già iniziati e in coda per le selezioni c’è già un nuovo Riki, pronto a scipparti questo effimero successo. Prendi in considerazione ogni ipotesi, anche la più negativa, e non ascoltare chi hai intorno, non lasciarti usare e accetta le critiche costruttive anche se collezioni bagni di folla ai firma-copie.

riki - se parlassero di noi

Partiamo da quello che secondo me è il problema numero uno: la tua vocalità, che trovo originale e anche apprezzabile sulle note basse, ma quando tenti di arrivare a quelle alte, scimmiottando il miglior Marco Mengoni, il risultato è fastidioso quanto un gesso sulla lavagna, al punto da non riuscire a comprendere nemmeno le parole, da qui il titolo della tua hit di maggior successo.

Ho ascoltato più volte “Mania” e, sinceramente, non ho trovato nulla di artistico, soltanto un buon prodotto commerciale con sonorità interessanti e originali; ad ogni modo sono certo che supererai te stesso e venderai più di chiunque altro quest’anno, ma il mio consiglio spassionato è quello di cominciare a pensare al 2018, al 2019 e così via. Devi trovare le canzoni giuste, quelle che restano e non passano di moda. Una volta Francesco Baccini, artista che non ha bisogno certo di presentazioni, mi ha svelato il segreto per fare un disco che duri nel tempo: utilizzare più gli strumenti della tecnologia, perché i suoni del pianoforte e della chitarra sono sempre gli stessi, gli album che invecchiano sono quelli fatti solo di elettronica, perché l’ascolto cambia a seconda dei decenni e questo spiega come mai, a partire dagli anni ’80, fatichiamo a riconoscere degli evergreen. Lo so, queste argomentazioni non sono di tuo interesse al momento, non hai tempo per pensarci (frase che ripeti ad ogni intervista), il mio consiglio da amico è quello di cominciare a riflettere, a seminare per il futuro perché, fidati, non ci stai riuscendo. “Apri gli occhi e mostra come sei” canti in “Vendicativa”, l’unica canzone che mi è rimasta e, in maniera del tutto sincera, ho apprezzato del disco, che mi ha fatto capire come accanirsi non serva a nulla. Sarebbe stato più semplice e comodo per me scrivere gli stessi concetti massacrandoti, ma non ci riesco… amo troppo la musica e riconosco che questo aspetto ci accomuna. Perché, vedi, penso che in fondo la tua unica colpa sia quella di credere in un sogno, oggi questo è un lusso che non ci è concesso così facilmente, c’è sempre qualcuno pronto ad usarci per raggiungere i propri obiettivi e speculare sulla nostra pelle.

Dopo le dichiarazioni riguardo la tua non partecipazione al prossimo Sanremo, risultate a tratti abbastanza spocchiose, in molti abbiamo pensato che non sarà difficilissimo farcene una ragione. Ripeti spesso di essere te stesso, di non avere filtri, che Maria De Filippi ti ha consigliato di contare fino a dieci… questo è vero ma non devi farlo per risultare simpatico, accattivandoti il pubblico, perché è giusto apparire per come si è realmente, bisogna solo cercare di avere rispetto degli altri, dei colleghi che fino ad ora hanno avuto meno fortuna di te e che sognano di calcare il palco dell’Ariston, snobbando il Festival pecchi di troppa consapevolezza e manchi di rispetto soprattutto a loro. Per concludere, se nella vita vuoi disegnare magliette e creare fragranze per profumi continua pure così che sei sulla strada giusta, se invece desideri fare il cantautore… beh, credimi, è necessario un cambio di rotta, un momento di pausa e un periodo di ricerca. Trasforma la tua spocchia in determinazione e sono certo che convincerai un pubblico trasversale non composto solo da ragazzine, goditi questo momento ma pensa al futuro e non soltanto al presente, perché domani è già oggi.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.